Dopo le spiegazioni della Fart al Governo, i promotori della raccolta firme rilanciano: ‘Gli utenti chiedono soluzioni, non spiegazioni!’
Le prime diecimila firme della petizione online ‘Per altri cento anni di Centovallina al servizio del pubblico’ sono state consegnate venerdì 12 aprile alla Cancelleria del Consiglio di Stato ticinese, con la richiesta alle Fart (Ferrovie autolinee regionali ticinesi) di rivalutare l’intenzione di stravolgimento totale delle stazioni ferroviarie tra Locarno e Camedo (richiesta condivisa anche dalla Stan (Società ticinese per l'arte e la natura) che ha inoltrato la propria opposizione all’abbattimento degli edifici delle fermate di Tegna e Intragna. Altre opposizioni sono arrivate da parte di privati, dai Comune di Centovallie e dalla Casa anziani San Donato.
Le Fart hanno trasmesso giovedì scorso una risposta di nove pagine al Consiglio di Stato. I promotori della petizione, Simona Procacci e Rocco Vitale, al riguardo di quanto pubblicato da LaRegione Ticino, ritengono che “il documento sembra concentrarsi sulla giustificazione dei progetti per le stazioni ed evidenziare come le responsabilità per quest’ultimi ricadano soprattutto sulle istituzioni stesse, sia cantonali sia federali, dal momento che (citiamo) nonostante le 10mila firme raccolte dalla petizione, in realtà le opposizioni sui progetti sono state poche”.
Riconoscendo la complessità progettuale dell’adattamento delle stazioni per consentire l’ampliamento del servizio e il miglioramento dell’accessibilità, con la petizione i promotori precisano che non intendono distribuire colpe. Piuttosto, ”volendo collaborare (gratuitamente) nell’interesse della qualità`a del servizio di trasporto pubblico in questione, si mira a stimolare ricerca di soluzioni alternative a quelle previste, mettendo in luce l’opinione dell’utenza di questo servizio. Lo dimostra il fatto che la petizione è nata solo dopo la realizzazione dei primi progetti a Verscio e Camedo: le rivendicazioni degli utenti riguardo alle modifiche giungono solo a constatazione avvenuta dell’inadeguatezza di queste alle loro necessità. E vero che le vecchie stazioni non sono architettonicamente inclusive” – osservano – ”ma la soluzione dovrebbe essere renderle accessibili a tutti e non privare l'utenza di un riparo dalle intemperie”. Nel concreto caso di Verscio, ”l’accesso al vecchio edificio è bloccato e la pensilina (con tutti i suoi aspetti problematici) risulta di lunghezza minore rispetto alle immagini del progetto, dove le segnalazioni tattilo-visive conducono gli ipovedenti sotto la tettoia, contrariamente alla situazione realizzata”. Ma non è tutto: continuano poi convenendo che ”l’adeguamento delle banchine alle restrizioni volute dalla LDis è sicuramente complesso, siamo stati contattati da professionisti volenterosi di elaborare nuove idee a tal proposito, le prime bozze dovrebbero essere pronte a breve".
Nonostante le problematicità esposte dalla petizione siano soprattutto di carattere pratico, viene evidenziata pure la questione dell’identificazione culturale. I promotori tengono a sottolineare al riguardo come ”la componente nostalgica ed emozionale sia ricalcata generosamente dalla strategia turistica delle Fart”. La perplessità`espressa trova sfogo in una domanda: ‘Perché questo contrasto stridente con la tanto pubblicizzata tradizione locale, se il risultato non è neanche funzionale ai viaggiatori (in senso inclusivo)?”.
Sempre secondo i promotori della raccolta di firme, “è evidente che la ferrovia Centovallina goda di molta approvazione sia in quanto servizio pubblico, sia in qualità di meta turistica: la copiosissima reazione riscossa dalla petizione altro non è che una dichiarazione d’amore degli utenti alla Centovallina”. Simona e Rocco a questo punto sperano ”che le Fart riconoscano l’alto potenziale promozionale offerto da questa situazione e non si scoraggino. Non essendo stati messi in copia alla risposta trasmessa al Governo, non conosciamo le conclusioni alle quali è giunta l'azienda di trasporto pubblico locarnese, ma non possiamo immaginarci che i suoi vertici sprechino una simile occasione per consolidare la popolarità della Centovallina“. Da qui l'invito al dialogo con gli utenti e la massima disponibilità dei referendisti a contribuire a tal proposito.