Luis Landrini nei panni di James Blunt in prima serata su Rai1: ‘Esperienza incredibile. Ora posso continuare con il mio progetto artistico’
«Beh, diciamo che improvvisamente i miei “social” sono esplosi: hanno cominciato ad arrivare messaggi, gente che si complimentava, commenti entusiastici. Insomma, una cosa incredibile». È la risposta di Luis Landrini, cantante e cantautore valmaggese, a chi gli chiede quali effetti concreti abbia avuto la sua partecipazione, sabato scorso, a ‘Tali e quali’, la seguitissima trasmissione di Rai1, condotta in prima serata da Carlo Conti.
Obiettivo del programma è mandare sul palco gli imitatori di grandi cantanti del panorama internazionale. Abbigliati e truccati come loro, i concorrenti vengono poi giudicati da uno stuolo di rappresentanti dello “star system” italiano; nel caso specifico da Giorgio Panariello, Loretta Goggi, Cristiano Malgioglio e Leonardo Fiaschi nei panni di Morgan. A Luis, che imitava James Blunt, sono arrivati solo elogi; sia per l’interpretazione del personaggio, sia per l’imitazione del suo particolarissimo timbro vocale.
«Mi ero iscritto alcuni mesi fa, inviando un video mentre imitavo proprio Blunt, che mi piace molto e che mi “accompagna” sui palchi sin dagli inizi della mia carriera – racconta Landrini a laRegione –. Dopo l’inoltro della candidatura, la Rai mi ha risposto e da lì è nato uno scambio di corrispondenza, con richieste sempre più particolareggiate da parte loro, che ha poi portato alla decisione di includermi nel programma e alla trasferta a Roma in treno, avvenuta proprio il giorno successivo alla serata in cui avevo presentato a Riazzino il mio nuovo singolo, ‘Calienta El Sol’».
Come sia andata dal punto di vista prettamente artistico lo si capisce bene dal video dell’esibizione, dalla reazione del pubblico presente e anche da quelle dei già citati esperti chiamati da Carlo Conti. Il resto, lo racconta Luis: «È stata un’esperienza notevole da tutti i punti di vista: dai mesi di preparazione e progressivo avvicinamento, fino alla cena conclusiva cui hanno partecipato anche i parenti dei concorrenti (e fra essi, anche i miei genitori, che mi hanno raggiunto a Roma). Da “tenere” c’è ovviamente tutto quanto è legato alla notorietà che può portare una trasmissione del genere, che, ci è stato detto, è stata vista da oltre 4 milioni di telespettatori (quella sera più di ‘C’è posta per te’, il concorrente diretto di Canale5). Poi ovviamente ci sono la parte artistica, molto curata dagli autori del programma per non lasciare nulla al caso (con corsi di recitazione e di canto) e quella umana, delle nuove conoscenze, anche con personaggi molto noti che tuttavia si sono approcciati con grande simpatia e disponibilità. Conoscendo già dall’interno la realtà della nostra Rsi, che per noi in Ticino è già molto importante, mi chiedevo che differenza ci fosse ad andare in Rai, che ha naturalmente un’altra dimensione. C’era forse un po’ il timore che sarei stato trattato come una pedina, senza la necessaria umanità. A posteriori posso dire che è successo tutt’altro, grazie a professionisti preparati ma anche umili, che mi hanno sempre fatto sentire a mio agio».
Il primo nome da citare, per Luis, è quello di Carlo Conti, uno degli storici conduttori televisivi della Rai: «Conti era come uno di famiglia, molto simpatico e anche capace di caricare noi concorrenti prima della registrazione, mentre eravamo al trucco. Mi emoziono ancora ripensando a quando ci spronava dicendo che quello era il nostro momento, ce l’eravamo meritato e ora dovevamo soltanto godercelo. Veramente una bellissima persona. Ma è necessario dire anche degli accompagnatori, dello staff, della redazione, di tutti gli altri concorrenti, con cui abbiamo fatto gruppo al di là di ogni possibile rivalità (c’era pur sempre una classifica); oppure ancora di incontri casuali con Adriana Volpe e Antonella Elia, in mensa al tavolo vicino e molto carine anche loro. Un altro personaggio notevole che ho avuto il piacere di conoscere è stata Emanuela Aureli, la comica, simpaticissima, che continuava a ripetermi che tutti noi concorrenti avevamo già vinto solo per il fatto di essere lì, visto che, diceva, era stato scelto il meglio».
E adesso? «Adesso sempre con i piedi per terra, per carità. Ho il mio progetto artistico da portare avanti e le idee ben chiare su come farlo. Ovvio che “Tali e quali” mi aiuterà a far conoscere anche le mie canzoni, per ribadire a tutti che Luis Landrini non è James Blunt. Insomma, batto il ferro finché è caldo». E le scintille, infatti, non mancano.