Involontario scivolone della sezione del Centro, che utilizza lo stemma cittadino nella sua rivista e causa la stizzita reazione del Municipio
Occhio, perché chi crede di poter utilizzare “in modo indebito” lo stemma o il logo della Città di Locarno ne pagherà le conseguenze. Che possono anche essere di natura legale, “a tutela degli interessi” del Comune.
Non le manda a dire, il Municipio di Locarno, che scrive ai partiti politici rappresentati in Consiglio comunale per mettere, senza lesinare in eloquenza, alcuni puntini sulle “i”. Il tema è appunto l’utilizzo indebito di stemma e logo della Città. Qualcuno lo ha fatto – il Centro, vedremo poi come –, la Città non se n’era accorta ma è stata informata da un esterno. Così è corsa ai ripari.
“Vi rendiamo attenti – scrive l’esecutivo a firma del sindaco Alain Scherrer e del segretario Marco Gerosa – che secondo la Legge federale sulla protezione dello stemma della Svizzera e di altri segni pubblici (LPSt), gli stemmi, così come le designazioni ufficiali, salve eccezioni che qui non occorrono, possono essere usati soltanto dall’ente pubblico a cui si riferiscono”. Vi sono, nei confronti di chi sgarra, “provvedimenti giuridici di cui dispone l’ente pubblico in caso di violazione della Legge”.
Non è tutto, perché la Città riprende anche il messaggio riguardante la modifica della Legge sulla protezione dei marchi e la Legge federale sulla protezione dello stemma della Svizzera e di altri segni pubblici. “Nel caso di uso illecito di segni pubblici l’ente pubblico può intentare un’azione civile. Indipendentemente da una colpa, si tratta delle pretese di accertamento di un diritto o di un rapporto giuridico, nonché del divieto o della cessazione di una violazione della legge o di un’informazione sulla provenienza illecita di un prodotto”.
Insomma, una lavata di capo che tocca tutti i partiti rappresentati in legislativo, ma che riguarda, nella fattispecie, uno solo, anche se non citato direttamente. Si tratta, come accennato, del Centro, che nella sua rivista sezionale ha utilizzato, benché solo in piccolo, il Pardo rampante simbolo della Città.
La “licenza poetica” aveva insospettito Pier Mellini, portavoce della Sinistra Unita in Consiglio comunale: «Premetto che personalmente, non avendo visto la rivista del Centro, non mi ero accorto di niente. La presenza... sospetta del Pardo cittadino mi era stata riportata e così mi sono messo in moto. A suo tempo un utilizzo improprio del logo della Città di Lugano era stato compiuto dalla Lega dei Ticinesi, che per questo era stata ripresa dall'Ufficio giuridico. Di conseguenza, mi sono rivolto all’Ufficio giuridico della nostra Città, chiedendo di verificare se l’uso dello stemma comunale in quei termini potesse essere accettato o meno». La risposta era stata negativa – non si può fare –, così il tema era approdato in Municipio, da cui è uscita una lettera a quanto pare scritta proprio sul modello di quella inviata a suo tempo dal suo omologo luganese – a maggioranza leghista – alla “sua” sezione del movimento, finita allora al centro di una polemica durata mesi. Una lettera, come si è visto, piuttosto pepata, e tale comunque da sortire effetti concreti come un monito per il futuro rivolto a tutti i partiti.
E l’effetto c’è stato, come conferma Marco Pellegrini, presidente sezionale del Centro di Locarno, ex municipale e futuro candidato all’esecutivo (se la commissione cerca deciderà di includerlo, come da lui auspicato, nella “top 7” degli aspiranti). «Cado dal quinto piano perché non ne sapevo nulla né mi è arrivata la lettera del Municipio, di cui so adesso. Nel merito, il Pardo rampante è in effetti ripreso in un angolino nella rivista preelettorale che avevamo inviato a 11mila fuochi in vista delle Federali. Tornare indietro non si può più, ma imparare dagli errori sì. Prendo quindi atto che abbiamo commesso una leggerezza».
Poi Pellegrini aggiunge: «L’errore, in base alla Legge, evidentemente c’è, ma è stato commesso in totale buona fede. Abbinare lo stemma di Locarno alla nostra sezione ci sembrava, semplicemente, una bella cosa. Mi scuso ufficialmente a nome della mia sezione e spero che la vicenda si chiuda qui, senza strascichi legali. Va anche detto che i problemi della Città sono oggettivamente altri e sarebbe forse il caso di concentrarsi, prima, su quelli...».