Terre di Pedemonte

Spara a due caprioli nei campi e finisce nei guai

Cacciatore locarnese segnalato alle autorità venatorie: ha esploso i proiettili in un'area abitata creando potenziale pericolo. Avviate le indagini

In sintesi:
  • Sarebbe stata rispettata la distanza dalle case ma la zona è abitata e i residenti insorgono
  • In corso le verifiche da parte delle autorità venatorie. Ecco cosa rischia il cacciatore
8 settembre 2023
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Due spari, all'alba. Due caprioli, un maschio e una femmina uccisi. Sin qui nulla di anomalo. Si è da poco aperta la caccia in Ticino e le prime catture non fanno certo notizia. Ma quanto successo a Cavigliano, frazione del Comune di Terre di Pedemonte, martedì scorso fa invece parlare. Perché il cacciatore che ha abbattuto i due ungulati tra i filari di un vigneto ha agito mettendo potenzialmente in pericolo gli abitanti della campagna a valle della ferrovia. Secondo quanto raccontatoci da testimoni, attorno alle 7 di mattina, in una zona dove in passato vigeva la bandita di caccia si sono uditi due forti spari. Qualcuno è stato letteralmente buttato giù dal letto. I colpi sembravano provenire da un punto poco distante dalle case. I due caprioli, hanno potuto appurare gli interessati rivoltisi al nostro giornale, sono stati raggiunti dai proiettili letali all'interno di terreni viticoli. L'episodio, che ha suscitato una reazione di condanna da parte dei residenti, è stato subito segnalato all'autorità comunale e a quella venatoria (Ufficio caccia e pesca). Il cacciatore, residente nel Locarnese, da quanto abbiamo potuto appurare ha sparato da una distanza sì superiore ai 50 m dalle abitazioni (come da prescrizione), ma ha tuttavia esploso i colpi d'arma da fuoco in una zona parecchio frequentata (gente che passeggia con i cani, bambini che a quell'ora si preparano per recarsi a scuola e genitori che vanno al lavoro, oltre che operai sui cantieri). Ad aggravare la posizione dell'uomo il fatto che l'arma usata, una carabina, secondo gli esperti spara proiettili in grado di uccidere a una distanza di 3 km e oltrepassare porte e finestre. Avesse mancato i bersagli, ecco che i proiettili avrebbero dunque potuto finire parecchio distante e ferire qualcuno. Per potere sparare, la distanza dagli edifici non è infatti l'unico elemento da considerare: bisogna avere la certezza di non mettere in pericolo terzi e di avere visionato cosa si trova sulla linea di tiro.

Da noi contattato, l'Ufficio caccia e pesca conferma l'accaduto e di aver prontamente avviato le indagini sentendo i testimoni e lo stesso sparatore. Si tratterà di appurare se un'infrazione ai disposti di Legge in materia di caccia è stata compiuta, ricostruendo le dinamiche dell’accaduto (il punto esatto da dove sono partiti i colpi, la traiettoria e il punto di arrivo dei proiettili). Una condotta, quella del cacciatore poco prudente, che gli frutterà quasi sicuramente una multa e la revoca della patente di caccia. Sarà comunque l'inchiesta, una volta conclusa, a stabilire se vi sia stata, o meno, la messa in pericolo della vita altrui e se la vicenda avrà rilevanza penale. Un problema che si trascina da anni quello della caccia esercitata spesso vicino agli abitati, in barba alle severissime normative che fissano le distanze di sicurezza.

I precedenti non mancano

Di proiettili vaganti nei pressi delle case (quando non contro le case) la casistica, negli ultimi anni, anche in Ticino, è purtroppo assai ricca. A Sessa, ad esempio, nel dicembre 2020 i proiettili sparati da un cacciatore impegnato in una battuta di caccia selettiva al cinghiale nei boschi a confine con l'abitato finirono contro il muro di una proprietà privata. Fortunatamente senza ferire nessuno. A Comano, lo scorso anno, sul prato fra via Cureglia e via Cantonale, nei pressi della sede della Rsi, l'abbattimento di alcuni cinghiali in fuga aveva messo in allarme gli abitanti della zona proprio per la vicinanza dei fucili alle abitazioni e alle strade pubbliche. Anche in questo caso le lamentele erano fioccate ed era stata allarmata la polizia.