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L'acqua del Lago Maggiore per spegnere la sete

Ascona, Ronco e Brissago studiano di sfruttare l'oro blu del Verbano per coprire il fabbisogno durante i periodi di siccità e di forte presenza turistica

In sintesi:
  • Al via uno studio di fattibilità intercomunale per una fonte alternativa e aggiuntiva alle sorgenti
  • Seguire l'esempio del Mendrisiotto che sfrutta le acque del Ceresio
8 luglio 2023
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Ascona, Brissago e Ronco s/Ascona uniscono le forze per combattere le criticità in materia di erogazione di acqua potabile alla cittadinanza. A tale scopo, sotto l’egida del Piano cantonale di approvvigionamento idrico (Pcai) del Locarnese, i tre enti hanno avviato un progetto strutturale importante che dovrebbe portare allo sfruttamento dell’acqua del Lago Maggiore per sopperire a eventuali problemi alle sorgenti che alimentano i vari serbatoi comunali nei periodi di siccità. In pratica si tratta di prendere l’acqua dal lago e immetterla nelle reti di distribuzione, evitando così i fastidiosi razionamenti. Cosa d’altronde già fatta, con successo, in altre realtà ticinesi (vedasi Mendrisiotto) ispiratesi, a loro volta, a quanto da alcuni anni avviene oltre Gottardo (un sistema già collaudato è in funzione sul lago di Bienne, nel Canton Berna). L’oro blu del Verbano, riserva d’acqua importantissima, è idonea al consumo previo, ovviamente, un processo di potabilizzazione.

La pressione demografica accresce i consumi

A Ronco s/Ascona, intanto, il Municipio nelle scorse settimane ha licenziato un messaggio (con un credito di 14mila franchi) per uno studio di fattibilità e la creazione di una nuova stazione di pompaggio e potabilizzazione dell’acqua del Lago Maggiore. Richiesta che sarà allestita anche dai vicini di Brissago e Ascona. “Le attuali sorgenti garantiscono, nei tre Comuni, la totalità del fabbisogno idrico – osserva l’esecutivo −. Tuttavia negli ultimi anni, periodi prolungati di siccità uniti alla pressione demografica turistica nei mesi più caldi dell’anno hanno messo a dura prova la rete idrica e il relativo approvvigionamento; situazione che, non occorre essere indovini, è destinata a ripetersi e ad aggravarsi nel prossimo futuro”.

Seguendo l’esempio di altre realtà

L’idea, dunque, è di mettere a disposizione della popolazione una fonte alternativa e sussidiaria alle sorgenti che possa, all’occorrenza, essere attivata. Il progetto prevede la costruzione di una stazione di potabilizzazione da acqua da lago; per prima cosa è già stato richiesto l’allestimento di uno studio di fattibilità che permetta di capire il dimensionamento corretto per le esigenze attuali e future, tenendo in particolar modo conto dei picchi di consumo della stagione calda; il concetto di trattamento dell’acqua del Verbano; le dimensioni e gli ingombri della struttura e, non da ultimo, l’opportuna ubicazione, considerata l’esistenza dei vincoli territoriali e degli aspetti tecnici ed economici della futura costruzione. A livello di costi, per andare sul sicuro le Amministrazioni hanno incaricato una ditta specializzata sottocenerina, la stessa che ha progettato la captazione a lago per l’Acquedotto regionale del Mendrisiotto. Il Comune di Brissago, attraverso il suo ufficio tecnico, coordinerà e collaborerà nell’allestimento dello studio di fattibilità. Va da sé che anche gli uffici cantonali preposti (in particolare l’Ufficio della protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico) saranno coinvolti nell’allestimento delle procedure. I costi, come detto, saranno infine suddivisi tra i Comuni interessati. Una risposta concreta all’emergenza idrica replicata anche sul Lago di Como, in quello di Garda e nel Lago Ceresio.

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