Negata dal legislativo l'adesione alla Carta europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale
Forse si fa già tanto, come dice il Municipio. Ma si può fare ancora meglio. Anzi no, almeno per il momento. Si situa in quest'ultimo assunto, la bocciatura della mozione generica del marzo ‘18 (Fabrizio Sirica e cofirmatari Ps, Verdi, Ppd e Plr) per l'adesione di Locarno alla Carta europea per l'uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale. Lunedì sera, alla presenza di una sparuta ma entusiasta schiera di sostenitrici del principio, il Consiglio comunale l'ha bocciata con 17 voti contrari, 13 favorevoli 3 astensioni.
A Locarno il dibattito si era acceso dopo che il Municipio aveva espresso il suo parere negativo alla mozione. Questo per motivi finanziari, di tempistica e d'implementazione, ma soprattutto tenendo conto di quanto la Città già fa in quest'ambito: oltre al resto, la parità salariale, la concessione di contratti a tempo parziale per favorire le persone nella gestione di vita lavorativa e famiglia, la concessione di congedi non pagati, i congedi per assistere i figli in caso di malattia, il telelavoro e l’assenza di pregiudizi di genere nei processi di selezione. Più, appunto, diverse altre iniziative.
Pur sapendo tutto ciò, la commissione della Legislazione invitava il Consiglio comunale ad approvare la mozione. Un invito ribadito con forza in una lettera aperta al Municipio sottoscritta, negli scorsi giorni, da diverse centinaia di persone – e molte si sono appunto presentate a Palazzo Marcacci per esercitare una “pressione pacifica” – secondo le quali gli esempi di disuguaglianza di genere a Locarno non mancano. Una disuguaglianza, si leggeva, “che purtroppo spesso rimane nascosta perché fa ancora parte di una certa mentalità diffusa nella popolazione. Proprio per questo motivo gli strumenti richiesti dalla mozione diventano fondamentali per acquisire consapevolezza e agire in maniera mirata ed efficace. Si tratta di un investimento che porta a benefici di valore sia economico, sia sociale”.
Per i gruppi, in aula la mozione è stata sostenuta da Pier Mellini per la Sinistra Unita e Morena Cerulli Longhi per i Verdi e Indipendenti, oltre che da Gionata Genazzi e Mauro Belgeri come corelatori del rapporto in Legislazione. Barbara Angelini Piva per il Centro ha notato invece che la Città fa già tanto e oggi bisogna guardare anche al borsello (per questo il gruppo ha poi votato “no”); un po’ lo stesso discorso di Luca Renzetti per il Plr, espressosi a favore della parità di genere, ma convinto che vi sono altre priorità di intervento. Gli ha fatto eco Bruno Bäriswyl (Udc), questa volta «perfettamente d'accordo», unitamente ai suoi, con il Municipio.
Il Consiglio comunale ha anche concesso due crediti di una certa importanza per le loro implicazioni: 293mila franchi per il progetto di riqualifica del Bosco Bolla Grande (approvando anche il contratto di costituzione di servitù personale tra il Comune e la Terreni alla Maggia Sa e la convenzione relativa alla partecipazione finanziaria alla riqualifica); e 274mila franchi quale partecipazione di Locarno (importo unico) alle spese di copertura della pista di ghiaccio della Siberia di Ascona.
Da rilevare inoltre che al dimissionario Matteo Buzzi (I Verdi e Indipendenti) è subentrata Morena Cerulli Longhi. Trova, fra gli altri, il decano del legislativo, Mauro Belgeri, che proprio lunedì sera ha tagliato il traguardo dei 35 anni di politica attiva in Città. Complimenti davvero, e pazienza per i suoi reiterati, stucchevoli e stancanti attacchi alla stampa locale, colpevole secondo lui di non citarlo abbastanza.