Per Monte Brè e Cardada ‘modifiche coerenti con l'iniziativa popolare, che chiede uno sviluppo compatibile con il carattere dei quartieri discosti’
La commissione del Piano regolatore del Consiglio comunale di Locarno ha fatto bene i compiti. È il riconoscimento, significativo, del comitato dell’associazione Salva Monte Brè, alla scadenza della pubblicazione delle proposte elaborate dalla commissione stessa dopo l’iniziativa popolare del 2019 che aveva portato all’istituzione di una Zona di pianificazione al Monte Brè e a Cardada, finalizzata alla ridefinizione degli aspetti pianificatori montani.
In una nota diffusa ieri il comitato del “Salva” constata infatti che “le preoccupazioni all’origine dell’iniziativa promossa sono state recepite in larga misura dalla commissione del Pr”. In particolare laddove emerge che “nei due comparti montani sia ancora possibile edificare”, seppur “con indici di sfruttamento più contenuti, con un aumento della percentuale di terreno da mantenere libera, con la definizione di norme più restrittive per infrastrutture alberghiere e turistiche, con l’istituzione di zone di protezione del paesaggio e agricole e l’obbligo per le grandi superfici di elaborare dei piani di quartiere”. Di conseguenza, “le modifiche proposte dalla commissione sono da noi accolte positivamente in quanto appaiono coerenti con gli obiettivi dell’iniziativa, in particolare con il principio da noi ribadito di non essere contrari all’edificazione, ma di prevedere uno sviluppo del comparto montano della Città compatibile con il carattere di quartieri discosti, destinati a una residenza e ad attività turistiche e alberghiere a bassa densità”.
Per altro, qualche elemento merita di essere ulteriormente esaminato, prosegue il comitato: quello riguardante i parcheggi al Monte Brè – “considerato l’attuale difficoltoso accesso stradale” – e quello delle residenze secondarie.
In merito al primo tema “la commissione prescrive che i comprensori soggetti a piano di quartiere devono prevedere una ‘razionale organizzazione dei posteggi, limitati al minimo indispensabile’”. Si tratta di un principio, nota il “Salva”, che “dovrebbe valere non solo per il piano di quartiere, ma anche per tutte le edificazioni che riguardano Monte Brè, definendo quindi in modo preciso il termine soggettivo di ‘indispensabile’, che si presta a più interpretazioni. Meno posteggi ci sono, minore sarà il numero di veicoli sulla strada che porta a Brè, e ciò anche in risposta alle pertinenti osservazioni del Dipartimento del territorio”.
Quanto invece alle residenze secondarie “il comitato rileva che per la zona montana non sono previste delle norme che limitano la presenza di ‘letti freddi’. Infatti Locarno ha già disciplinato questo aspetto nel Piano regolatore, prevedendo per ogni quartiere una percentuale massima di residenze secondarie. A Brè attualmente vi sono 160 appartamenti così occupati: 69 (43%) come residenza primaria e 91 (57%) come residenza secondaria. Si devono quindi tutelare i quartieri montani che hanno subìto un sensibile cambiamento rispetto al passato e che non possono più essere discriminati rispetto agli altri quartieri cittadini, soprattutto Monte Brè che dispone ora di un parco giochi, di un bus per gli scolari e di un progetto di ripristino del servizio di trasporto pubblico”. L’invito del comitato dell’associazione è quindi quello di esaminare e regolamentare questo tema di primaria importanza”.
La “Regione” è poi entrata in possesso anche delle prese di posizione “interne” del Comitato d’iniziativa e, separatamente, della Pro Brè, all’indirizzo della commissione del Pr. Se i pensieri del “Salva” vengono ricalcati nella nota ufficiale almeno per quanto riguarda gli aspetti principali, quelli della Pro partono da una constatazione di principio, e cioè che “la Pro Monte Brè non è stata invitata dalla commissione del Pr al fine di poter esprimere le proprie aspettative sulle possibilità edificatorie del quartiere. L’associazione avrebbe sicuramente potuto portare la voce dei propri soci e, in particolare, del centinaio di abitanti che da anni risiedono stabilmente a Monte Brè. Se le associazioni di quartiere non sono coinvolte per i temi che li riguardano direttamente, ci si potrebbe chiedere a cosa possano servire questi colleghi”.
Premesso questo, la Pro, a firma del suo presidente Loris Conti, dice di aver preso atto “con soddisfazione” del fatto che “a Brè e a Cardada sarà ancora possibile costruire e riattare delle case (...) seppur con dei parametri e delle norme leggermente più restrittivi”. Positivamente viene poi valutata “l’introduzione, per alcune zone di Brè, dei Piani di quartiere e delle zone di protezione e del paesaggio”. Misure che “permetteranno di disciplinare in modo armonioso l’edificazione dei terreni più ampi del nostro quartiere, e di valorizzare soprattutto gli spazi verdi, che in futuro dovranno occupare il 75% della superficie”. Oltre a questo, la speranza della Pro è che “le interessanti indicazioni riguardanti le norme applicabili alle attività alberghiere e turistiche possano portare in tempi brevi alla ricomparsa di uno spazio pubblico nel monte: l’assenza di un luogo di aggregazione è infatti inaccettabile sia dal punto di vista della vita sociale, sia per l’evidente vocazione turistica del sito”.
La Pro Brè parla inoltre dell’accesso stradale, riflettendo sulla limitazione dei posteggi per i contenuti turistico alberghieri, che “potrebbe rivelarsi un deterrente per non caricare ulteriormente l’infrastruttura di accesso”; ma esprimendo anche preoccupazione per “la carenza di una manutenzione straordinaria e il progressivo deterioramento dovuto al traffico pesante, concesso, in deroga alla limitazione di carico”. Sempre a proposito della strada, l’associazione di quartiere rivela che si starebbe approfondendo “la possibilità di disporre di un servizio di trasporto pubblico”.
“Last but not least”, la Pro si dice preoccupata dalla “possibilità di edificare delle residenze secondarie, oggi senza alcuna limitazione. Nel documento del Dt si segnala che a Brè quasi il 50% dei sedimi sono ancora edificabili. Già ora la maggior parte degli appartamenti esistenti è utilizzata come residenza secondaria”. L’auspicio è che “anche per il nostro quartiere si stabilisca una percentuale massima di residenze secondarie, come già avviene per tutti i quartieri cittadini”. La commissione del Pr è chiamata ad “approfondire questo importante tema e di elaborare delle norme per tutelare maggiormente il quartiere”.