Intanto la Pro Cardada prende posizione sulla variante elaborata dalla commissione del Consiglio comunale (e chiede un incontro)
Chi già pregustava assaggi di lusso a Morsello è destinato a rimanere deluso. L’evoluzione del progetto di “resort” che avrebbe dovuto interessare l’amena località a Cardada (invece che al Monte Brè) non potrà vedere la luce. Questo, in considerazione della “promozione” (o “declassamento”, a seconda dei punti di vista) di Morsello a zona agricola. Ergo, tutti i lotti acquistati a suo tempo (2018) dai promotori confederati tramite la Vita Genesis si ritrovano con un valore decimato e, di fatto, con nessuna possibilità edificatoria. Il che apre naturalmente a richieste di risarcimento danni nei confronti della Città, cui si deve l’allestimento della zona di pianificazione montana quale risposta all’iniziativa popolare del Salva Monte Brè, finalizzata a far allestire una variante di Pr per Monte Brè sopra Locarno e Cardada-Colmanicchio.
Fino al 2019 Morsello avrebbe dovuto accogliere un albergo a 5 stelle superior da 65 “suites”, un’area wellness da 3’000 metri quadrati e un ristorante stellato Michelin che avrebbero fatto da “pendant” al famoso “mega-resort” di Brè. Ma poi, per motivi mai chiariti, la parte di Cardada era stata in parte traslocata anch’essa al Monte Brè, assumendo il nome di “The Lago Maggiore Retrait” e, in ultima analisi, “Borgo Miranda”. Senonché, ultimo nato dalla fantasia della Soulness Retreats Ag con sede a Zugo, aveva cominciato a girare il progetto “Silent Resorts”, che per Morsello prevede 20 chalet di lusso più annessi e connessi a livello di wellness e Spa, per un valore commerciale stimato sui 24 milioni di franchi.
Il futuro passaggio di Morsello in zona agricola è fra gli elementi di interesse della variante di Pr appena pubblicata e sulla quale un po’ tutti gli attori della montagna stanno prendendo posizione. Fra essi, anche la Pro Cardada, recentemente rivitalizzata da un muscoloso ricambio in comitato (comitato ora presieduto da Claudio Franscella).
Ebbene, la Pro Cardada – come già aveva fatto la Pro Brè – deplora di “non essere stati consultati in precedenza, ciò che avrebbe avuto il pregio di indirizzare meglio la Commissione del Pr su quello che sono la storia ed il sentire della gente di Cardada”. La speranza è che “il tempo rimanente a disposizione basti a rimediare in modo efficace a degli aspetti problematici della pianificazione intrapresa”. Nel merito della variante montana, alla Pro Cardada piace la riduzione degli indici “conservando le particelle costruite in area edificabile” perché “armonizza gli intenti dell’iniziativa, sviluppando un buon compromesso fra le richieste di dezonamento totale avanzate da parte del Dipartimento del territorio (stralcio delle zone edificabili e declassamento dell’attuale quartiere ad una sorta di comparto montano fuori zona) e la situazione attuale palesemente soggetta ad un potenziale degrado, a ‘rischio speculazione/casettopoli’”.
Inoltre, riguardo “all’esubero di zona edificabile non ancora utilizzata e all’incapacità delle infrastrutture di trasporto”, la Pro parla proprio di Morsello, che come Brè è allacciata al resto del mondo solo da una strada forestale “rimasta al modesto calibro delle sue origini, priva di aree di scambio e già oggi utilizzata in modo precario dai veicoli”. E ricorda come “anche la tratta Follia-Miranda, indispensabile per raggiungere il bivio verso Morsello, sia del tutto inadeguata per delle proposte di urbanizzazione massicce: essa presenta su oltre 250 metri una marcata pendenza dell’asse verso valle. Ciò risponde all’evacuazione delle acque meteoriche di una pista forestale, ma rende molto pericolosa la percorribilità dei veicoli quando le temperature scendono sotto gli 0 °C con formazione di ghiaccio”.
Poi però alla Pro Cardada non piacciono le conclusioni “circa un dezonamento lineare e generale delle zone edificabili ancora libere a Colmanicchio”. L’affermazione che vi sia un esubero partirebbe infatti da premesse sbagliate: “Colmanicchio e Cimetta non sono legate alla strada, nascono e storicamente si sviluppano in simbiosi con gli impianti di risalita (un tempo Floc, oggi Cit), a gran differenza di Morsello e di Brè (e San Bernardo) il cui sviluppo è legato alla strada forestale costruita nei primi anni 40”. Colmanicchio che attende sempre di essere allacciato, per i residenti, tramite funivia automatizzata e funzionante anche di notte.
Molti aspetti “superano l’ambito della variante di Pr e avrebbero richiesto una stretta collaborazione fra Commissione del Pr e autorità municipali, inaugurando in tal senso un lavoro di coordinamento rivolto al medio termine, accompagnato da un’azione di politica territoriale condivisa fra Municipio, abitanti, azionisti Cit e Otlmv in modo coerente con gli obiettivi di politica locale-regionale. Questo purtroppo non è avvenuto”, rileva la Pro.
Tuttavia, “non è opportuno che la Commissione del Pr consideri come punto di partenza della pianificazione del futuro lo status quo delle attuali infrastrutture di trasporto e della politica territoriale comunale, senza considerare il ruolo potenziale che la montagna locarnese dovrebbe assicurare verso l’abitato urbano. Al contrario, è proprio da questo potenziale che dipende in definitiva il calibro degli spazi edificabili allacciati dagli impianti di risalita”.
La Pro chiede anche un incontro con Commissione del Pr, pianificatore, sindaco e capodicastero “per i temi specifici del settore Colmanicchio”.