La presidente Valérie Camponovo risponde al ‘Salva Monte Brè’ sul mancato coinvolgimento (che arriverà) degli iniziativisti nell’iter pianificatorio
Nessun ritardo accumulato, bisogno di autonomia, ma anche apertura a un prossimo coinvolgimento sia degli iniziativisti, sia della popolazione nell’ambito di un’informazione pubblica.
In Commissione Piano regolatore del Consiglio comunale di Locarno ha lasciato il segno, la piccata lettera inviata dal "Salva Monte Brè" riguardo al reiterato mancato coinvolgimento degli iniziativisti (trascorsi ormai 3 anni dei 5 concessi dalla Zona di pianificazione) nel processo pianificatorio avviato dalla Città per la zona Monte Brè, Cardada e Colmanicchio. L’atteggiamento commissionale non è piaciuto perché dopo aver lanciato l’iniziativa generica per scongiurare il "rischio" di un mega-resort montano, il comitato del "Salva Monte Brè" sarebbe (è) stato tenuto a debita distanza. Replicando a queste considerazioni, la presidente della commissione, Valérie Camponovo, ne ricorda alla "Regione" posizione ed esigenze istituzionali e fa il punto sullo "stato dell’arte".
«Fin da inizio legislatura la Commissione del Piano regolatore (Cpr) ha lavorato assiduamente alla concretizzazione degli obiettivi contenuti nell’iniziativa. Si è trattato di un lavoro di natura pianificatoria impegnativo e contorto, che ha occupato la Cpr, supportata da esperti del ramo, per molto tempo. La commissione ha sempre considerato, per correttezza e serietà, che il coinvolgimento degli iniziativisti, interlocutori privilegiati, dovesse avvenire sulla base di una soluzione la cui fondatezza dal profilo giuridico-pianificatorio fosse solida. Ciò al fine di permettere la reale implementazione dell’iniziativa».
Pertanto, aggiunge, «in linea con il compito istituzionale assegnato dal Consiglio comunale alla Cpr e sulla base di pareri giuridici e delle indicazioni della Sezione degli enti locali, la maggioranza dei commissari ha deciso di formulare una proposta pianificatoria dettagliata e politicamente consolidata da sottoporre per esame preliminare al Dipartimento del territorio». In quest’ambito, «premura della nostra commissione, trasmettendo i documenti, è stata sottolineare l’eccezionalità della fattispecie, nonché l’importanza di una sua rapida trattazione, tenuto conto delle serrate tempistiche imposte dalle norme in ambito pianificatorio».
Vale la pena ricordare che l’iniziativa generica (1’868 firme) formulava proposte concrete per l’insediamento di future strutture alberghiere, con l’obiettivo di "permettere uno sviluppo del comparto montano della Città compatibile con il carattere di quartieri discosti, destinati a una residenza e ad attività turistiche e alberghiere a bassa intensità". La "Salva Monte Brè" precisava che scopo degli iniziativisti "non è impedire uno sviluppo normale e sostenibile della zona di montagna"; ciò implica in particolare "che un progetto alberghiero a misura d’uomo deve potersi sviluppare in loco, e che gli edifici esistenti devono poter essere mantenuti, rinnovati o ampliati". In altre parole: adeguarsi alle logiche esigenze di sviluppo, ma senza esagerare.
Dopo una serie di consultazioni, gli iniziativisti suggerivano l’aggiunta, nel Pr, dell’aggettivo "piccole" laddove si parla di attività alberghiere e turistiche (e attività commerciali non moleste) consentite nella zona residenziale montana. Per quelle stesse attività dovrebbero poi valere un numero massimo di 10 fra camere, residence e appartamenti per attività, e di 18 fra camere, residence o appartamenti per l’intero quartiere. Inoltre, non dovrebbe essere concessa l’edificazione di nuovi parcheggi e, quanto alle infrastrutture alberghiere accessorie (piscine, Spa, campi da tennis eccetera) dovrebbero essere dimensionate al numero di camere, residence e appartamenti. Una postilla importante riguarda anche la proibizione del trasferimento degli indici. Riguardo infine alla questione delle altezze, il suggerimento è che per attività turistiche e alberghiere vengano eliminate le possibilità di deroga alle disposizioni di zona, per un’altezza massima di 10,5 metri e un indice massimo di sfruttamento pari allo 0,6.
Non sappiamo fino a che punto queste indicazioni siano state considerate nella documentazione inviata a Bellinzona; tuttavia, Valérie Camponovo nota che «l’esame preliminare cantonale ci è pervenuto nelle scorse settimane e la commissione si è immediatamente attivata analizzandone i contenuti e coinvolgendo il pianificatore e il Municipio». Secondo la presidente commissionale, quindi, «si può indubbiamente affermare che la Cpr non ha sicuramente accumulato alcun ritardo nell’esecuzione del lavoro. Ricordo anche come gli interventi edilizi al momento ammissibili a Monte Brè e a Cardada siano definiti negli atti alla base della Zona di pianificazione istituita dal Municipio». E poi, rispetto alle rivendicazioni di attenzione da parte degli iniziativisti: «La Cpr deve poter operare in piena autonomia, senza pressioni e influenze esterne. Ciò non toglie che è ovviamente nostra intenzione coinvolgere gli iniziativisti». Quando, e in che forma, non viene però specificato. Potrebbe essere, al più tardi, nel momento dell’informazione pubblica, «necessaria – ricorda Camponovo – per raccogliere il parere della popolazione. Quest’informazione permetterà al pubblico di formulare i correttivi che potranno se del caso essere integrati nella variante. Naturalmente dovremo anche ottenere l’avallo del Consiglio comunale entro la fine della legislatura».
Come affermato dalla stessa consigliera comunale, è recentissimo il coinvolgimento quantomeno del Municipio. Confermandolo, il capodicastero Sviluppo economico e territoriale, Nicola Pini, rileva quanto segue: «Come indica la Loc, il "lead" della trattazione è della commissione del Pr e noi come Municipio abbiamo sempre rispettato questa autonomia e questa voglia dei commissari di lavorare internamente. Comunque sì, il Municipio ha ricevuto solo da qualche settimana fa la variante di Pr dalla commissione, ed è pertanto prematuro esprimersi». Rispetto poi ai contenuti della lettera del "Salva Monte Brè", laddove indicava che in occasione di un recente incontro con le associazioni di quartiere il Municipio aveva annunciato l’avvio delle procedure di una revisione generale del Piano regolatore cittadino, il municipale precisa: «Il riferimento era a un incontro con il forum delle associazioni di quartiere, nel corso del quale avevamo annunciato non una revisione generale del Pr, ma illustrato la volontà del Municipio di procedere con un Piano di azione comunale (oggetto di un messaggio a inizio 2023) che prevede lo sviluppo strategico a livello socioeconomico e territoriale della Città e dei suoi quartieri, con i quali sono state discusse le modalità del loro coinvolgimento. Il Piano di azione comunale sarà poi tradotto in modifiche pianificatorie e del regolamento edilizio».