Tappa romena del gemellaggio fra classi di informatici, nato nell’ambito del progetto ‘La scuola al centro del villaggio’ promosso dal Cpt/Spai
«Non c’è dubbio che il gemellaggio in Romania sia stato un grande successo. Io e tutti i miei compagni coinvolti nell’esperienza siamo tornati con un bagaglio di esperienze positive; anche quelli inizialmente scettici hanno avuto modo di ricredersi». Firmato: Beniamino, informatico del quarto anno. «L’interscambio è stato un viaggio piene di scoperte e bei momenti, fra chiese dorate e castelli giganti. Il viaggio è anche stata una metaforica doccia fredda perché ci ha aiutato a renderci contro di quanto siamo fortunati di vivere in un Paese ricco come la Svizzera. Abbiamo avuto la fortuna di trovarci in una classe con persone davvero fantastiche. Nonostante ci fosse una barriera linguistica, siamo riusciti a passare momenti meravigliosi, che rimarranno impressi nelle nostre menti per sempre». Parola di Eric.
Il grande progetto "La scuola al centro del villaggio", ideato e promosso al Cpt/Spai di Locarno da Lorenzo Scascighini, si arricchisce dunque di un nuovo episodio da inserire nel già ricco filone del gemellaggio con la Romania. Lo scambio fra classi ticinesi e rumene aveva già permesso tre viaggi a Cluj dei locarnesi e due visite in Ticino degli amici rumeni tra il 2015 e il 2018; ora inizia un percorso da e per Timisoara, una nuova, sorprendente meta dove Scascighini, i due docenti accompagnatori Gabriele Cicek (elettronica ed elettrotecnica) e Domenico Sciulli (economia e diritto) hanno appena aperto un nuovo capitolo. Apprezzato non solo dai ragazzi locarnesi, ma anche dai loro coetanei che li hanno ospitati. Dice infatti Olga, studentessa di informatica di Timosara: «Durante la settimana trascorsa con gli studenti svizzeri ho avuto l’opportunità di capire molto delle differenze tra due bellissime culture e di vedere il mio Paese da un punto di vista diverso. L’incontro con nuove persone è sempre accompagnato da nervosismo ed entusiasmo, ma fin dal primo giorno della settimana l’intero gruppo ha comunicato con una facilità inaspettata. Quanto al lavoro scolastico, siamo riusciti a svolgerlo senza alcun inconveniente, ridendo, scherzando e collaborando. In più, visitare il mio Paese insieme a persone che non lo conoscevano mi ha permesso di prestare maggiore attenzione a mille piccoli dettagli per me inediti».
«Con Timisoara lo scambio ha fatto secondo me un passo in avanti. Con la classe di informatici del quarto anno abbiamo potuto trascorrere un’intera settimana con un gruppo di 20 informatici in formazione rumeni selezionati per l’incontro – dice Scascighini –. Per tre mattinate si è lavorato in classe, realizzando anche un sito internet condiviso. Poi vi sono stati momenti in comune come la visita alla sede della Nokia, quella alla città di Timosoara e un paio di escursioni. Quasi inutile aggiungere che i ragazzi hanno fraternizzato anche "a modo loro", girando assieme la sera nel vivacissimo centro della città universitaria». Gli obiettivi di scambi simili sono, per Scascighini, «molteplici: di livello umano, culturale, professionale, storico, economico e anche linguistico, visto che i ragazzi fra loro hanno parlato inglese tutta la settimana. Andare in Romania significa innanzitutto conoscere un Paese superando i molti pregiudizi che possono esserci; nel caso della Romania, in particolare, questo è un aspetto centrale. Viaggiare diventa un’opportunità che va molto oltre la visione turistica; una cultura si conosce attraverso le persone, perché si fa e si condivide qualcosa con loro. Va anche detto che tutti i livelli dell’esperienza possono essere integrati e approfonditi nelle differenti lezioni della griglia oraria, ma il vantaggio, recandosi sul posto, è che le emozioni vissute faciliteranno e stimoleranno l’apprendimento; lo diceva già Platone che lo stimolo per imparare viene solo se lo si può legare a un’emozione».
L’emozione della scoperta, per i ragazzi, è stata impagabile. Anche e soprattutto dal profilo squisitamente umano. Dice ancora la giovane Olga: «Anche se abbiamo notato molte differenze tra i due Paesi in termini di sistemi educativi, modi di vivere, leggi e molto altro, mi sono resa conto sulla mia pelle che le persone sono sempre persone, indipendentemente dalla loro provenienza. Abbiamo scoperto di avere molti interessi in comune e siamo riusciti a creare amicizie in pochi giorni».
L’aspetto emotivo, ancora, «viene dal coinvolgimento umano – considera Scascighini –, dalla partecipazione, dal senso civico che ne deriva. Sono tutti strumenti fondamentali per formare nuovi cittadini, il che va ben oltre la "normale", ancorché utile, civica teorica che si fa normalmente a scuola».
Un concetto fatto interamente suo dal direttore del Cpt-Spai, Davide Böhny: «Il gemellaggio con la Romania ha radici profonde e storiche presso la nostra sede; infatti, è un percorso iniziato quasi vent’anni fa. Inoltre dal 2021 è richiesto alle scuole di realizzare un "Concetto di istituto per la promozione del plurilinguismo" e questo progetto ne è una parte importante. Si tratta di un’attività a tutto tondo che avrà un percorso. Ricordo anche che nella scuola sono sì importanti le competenze professionali e le competenze trasversali, ma è altrettanto fondamentale dare agli allievi la possibilità di svolgere attività straordinarie, che verranno ricordate per molto tempo, se non per il resto della vita».