Locarnese

Scuole e terreno, tutti i motivi per dire due ‘no’

Vallemaggia, le ragioni dei referendisti contro la convenzione con il Patriziato per l’Istituto a Bignasco e contro l’alienazione di un sedime

Per il terreno in vendita, ‘no a speculazoini’, secondo i referendisti
(Ti-Press)
10 novembre 2022
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In Vallemaggia si sono mossi anche i referendisti, che raccomandano, il 27 novembre, due "no": no alla scuola sul terreno del Patriziato di Bignasco e no alla vendita per trattativa diretta di un terreno edificabile a Cevio.

Quanto alla scuola, i referendisti auspicano che sia il Comune a costruire e finanziare, non un Patriziato: "È una questione di principio e di ruoli". Inoltre, non sarebbe vero che il Comune non ha i soldi per costruire, e "allora perché delegare ad altri, pagando (per cominciare) 130mila franchi di affitto annuo e firmare una convenzione con il Patriziato, perlomeno non chiara su diversi punti, tra cui il diritto di riscatto?".

Per i referendisti "il luogo indicato dal Patriziato, la campagna di Bignasco, non è adatto per molte ragioni, non solo per la distanza dalla palestra che si troverebbe lontana più di un km. Inoltre da almeno 20 anni sappiamo (e su questa indicazione abbiamo votato al momento della fusione nel 2006) che la nuova scuola elementare dovrà avere sede a Cavergno, sul mappale 592 di proprietà comunale". Inoltre, "non è vero che il progetto del Patriziato di Bignasco è pronto a partire. In realtà non esiste. È stata solo adeguata la pianificazione e sono stati presi i contatti. In ogni caso sarà una ‘scuoletta’ da tre milioni di franchi, fatta a moduli. Il Comune di Cevio necessita e merita qualcosa di più".

Quanto all’altra domanda di referendum, sul terreno che il Comune intende alienare, "il sedime fu acquisito a suo tempo con evidenti scopi di interesse pubblico per favorire nei modi più opportuni chi intendeva stabilirsi a Cevio, ad esempio mettendo a disposizione delle particelle con dei prezzi accessibili". Ora, "tradendo le intenzioni originali", si vorrebbe "cedere questo sedime (l’unico grande terreno comunale) a un’immobiliare che vorrebbe costruirci una palazzina e sette casette monofamiliari con piccolo giardino da vendere a circa 800mila franchi l’una. Si tratta palesemente di una speculazione edilizia" e quanto verserebbe l’immobiliare "non cambierebbe in alcun modo la situazione finanziaria di Cevio".