A Zurigo il suo diario ‘Il filo spezzato’, testimonianza di un viaggio dentro la malattia visto dal familiare curante, selezionato tra i migliori
Lo scorso 25 ottobre all’Hotel Storchen di Zurigo si è svolta la cerimonia di premiazione del XVI Concorso promosso dalla Fondazione Terza età creativa. La manifestazione, a carattere biennale, è riservata a persone che hanno compiuto i settant’anni domiciliate in Svizzera come pure all’estero. Quest’anno sono stati presentati ben 551 lavori, 224 dei quali provenienti dalla Svizzera. Di regola, il concorso prevede l’assegnazione di 12 premi maggiori e venti menzioni d’onore. Fra i premi principali si è classificato il lavoro di Fausta Pezzoli-Vedova, già collaboratrice del nostro giornale, ‘Questo è il mio diario: testimonianza di un viaggio dentro la malattia e storia di una biografia’. La laudatio sulle pagine della scrittrice valmaggese è stata curata dal dottor Carlo Malaguerra, già direttore dell’Ufficio federale di statistica, con la motivazione "Fausta ci fa dono di un testo redatto con grande lucidità, semplicità, razionalità ma anche con empatia, umiltà e senso critico, destinato a tutti coloro che sono confrontati, da vicino o da lontano, con questo male (una grave demenza vascolare dovuta a plurime ischemie cerebrali, ictus, ndr).
Scritto che nelle scorse settimane è diventato un libro (edito da Dadò), ‘Il filo spezzato’ è la riflessione sull’essere familiare curante, sui suoi dubbi, le sue fragilità, la sua solitudine. Ma anche sulla forza e la positività che forse si crede di non avere e che eppure ti sono vicine lungo tutto il cammino. "Pagine-testimonianza, diario della memoria dei giorni faticosi" – come li definisce il professor Graziano Martignoni, che ne cura la prefazione – nel "dire sì alla vita nella morte".