Minusio: mentre iniziano i lavori in zona Remorino, il referendista Tommasini si arrabbia: ‘Non invito a votare no, ma scheda bianca. Materiale da rifare’
Mentre a Minusio iniziano i lavori preparatori per la realizzazione della fermata Tilo in zona Remorino, si va verso una votazione popolare paradossale: quella, prevista il 25 settembre, contro il credito di 342mila franchi per le annesse opere di valorizzazione e arredo stradale su via Verbano e via Remorino. Ovverosia l’operazione di appoggio che lo stesso promotore del referendum, Tiziano Tommasini, considerava necessaria qualora non fosse referendabile (e quindi annullabile) il credito di 550mila franchi quale partecipazione massima del Comune alla spesa di realizzazione della fermata. Proprio per questo, nel materiale di voto giunto ieri agli aventi diritto, Tommasini conferma la sua contrarietà alla fermata, ma invita a votare scheda bianca sul credito per l’arredo stradale. Ciononostante, nell’opuscolo i suoi argomenti giustificano il "perché votare no". «L’indicazione è chiaramente e gravemente fuorviante – reagisce –. Ho intenzione di chiedere al Comune di ritirare tutto il materiale di voto, correggerlo e rispedirlo».
La domanda di referendum era stata lanciata dall’ex vicesindaco all’inizio del 2022 e riguardava entrambi i crediti votati dal Consiglio comunale. Crediti contro i quali si erano schierati circa 780 cittadini. Tuttavia, come premesso dal consigliere di Stato Claudio Zali – sceso in campo per sostenere la necessità e l’inderogabilità di una fermata Tilo a Minusio – il Municipio aveva dovuto decretare la non referendabilità del credito per la fermata poiché "trattasi di una spesa determinata, fissata dal Consiglio di Stato il 5 maggio 2021, in applicazione degli articoli 22, 23 e 30 della Legge sul trasporto pubblico, il cui principio e la cui portata sono stabiliti dal diritto cantonale secondo precisi criteri e che è assolutamente necessaria per l’attuazione del progetto delle Ffs, inserito nel PALoc2". La spesa, aveva aggiunto l’esecutivo, è infatti "prescritta nel suo principio dalla legislazione cantonale e ha pertanto natura vincolata poiché essa è stata predeterminata e acquisita in via definitiva da una decisione base di rango superiore, di cui ne costituisce il corollario necessario".
La formulazione tecnica dei motivi del diniego traducevano quanto detto anche dal sindaco Felice Dafond, che a fronte della domanda di referendum si era dichiarato «sorpreso e perplesso» proprio perché la partecipazione finanziaria del Comune alla costruzione della fermata era stata decisa dal governo e non era stata impugnata dal Comune; e allo stesso modo era cresciuta in giudicato la licenza edilizia ottenuta dalle Ffs seguendo la regolare procedura della domanda di costruzione. Quanto ai 342mila franchi per la valorizzazione del comparto Remorino (cofinanziata in misura del 50% dalle Ffs), aveva aggiunto il sindaco, si basa su un progetto di Michele Arnaboldi Architetti Sagl al quale «si aggiungono gli sforzi compiuti per garantire un adeguato inserimento architettonico e paesaggistico della fermata. Minusio ha chiesto la creazione di aree verdi, la piantazione di arbusti e alberature, nonché un disegno architettonico di qualità». Senza dimenticare l’aggiunta di un servizio igienico a utilizzo dei viaggiatori, che non rientrava negli standard Ffs ma che è stato ottenuto dopo varie insistenze.
«Le oltre 780 firme valide le avevo raccolte da solo, senza l’appoggio di alcun gruppo politico, ma anche senza troppa fatica, fra gente che per lo più si lamentava per la mancanza di informazione sul progetto di fermata Tilo, e prima ancora esprimeva scetticismo sulla sua utilità, vista l’ottima copertura del trasporto pubblico in zona e la vicinanza con la stazione di Locarno – nota Tommasini –. Personalmente rimango scettico circa la non referendabilità del credito da 550mila franchi, ma non me la sento di lottare contro i mulini a vento. Rimane dunque l’altro credito, al quale sono favorevole, mentre nell’opuscolo si dice il contrario. Chiedo anzi più misure contro l’inquinamento luminoso e quello ambientale, e per la garanzia di pace e tranquillità degli abitanti quando ci sarà la fermata». L’ex municipale si dice poi «deluso dalle decisioni prese con leggerezza dal governo, che ha sventrato una zona protetta come Rivapiana, e dal Comune, che ha difettato di informazione e favorisce, con la fermata, la speculazione edilizia dei soliti noti». Comunque, conclude, «la mia raccomandazione di voto non è per il no, ma per la scheda bianca».
Sotto il "perché votare sì", il Municipio parla invece della riqualifica urbanistica del comparto e di un inserimento architettonico e paesaggistico della fermata "degni del contesto". Bocciando il credito di 342mila franchi verrebbe inoltre a cadere la partecipazione, nella stessa misura, da parte delle Ffs. Infine, ricorda l’esecutivo, "il progetto di sviluppo territoriale del comparto non ostacola la possibilità di realizzare in futuro altre opere di valorizzazione nel quartiere, che potrebbero scaturire da altri progetti: in particolare le opere d’arredo dei vicini nuclei di Rivapiana di sopra e di sotto, il consolidamento e la messa in sicurezza del riale Remorino, come pure l’eventuale risanamento delle sottostrutture pubbliche".
Intanto, come accennato, sono iniziati i lavori. Ne sono previsti anche di notturni: dal 29 agosto al 23 dicembre (solo da domenica a giovedì) dalle 23.10 alle 4 (per manutenzione binari e scarpate); dal 6 gennaio al 13 febbraio 2023 dalle 22 alle 5 (per la nuova fermata binario 1); e dal 14 febbraio al 4 luglio (da domenica a giovedì) dalle 23.10 alle 5 (per la manutenzione di binari e scarpate). La messa in servizio è prevista per fine 2023.