Minusio, la non referendabilità del credito per la realizzazione sorprende l’ex vicesindaco: “Ma allora perché ha dovuto passare dal legislativo?”
«Sorpreso e perplesso». Lo aveva detto il sindaco Felice Dafond riferendosi alla domanda di referendum contro la fermata Tilo a Minusio, e lo ripete oggi Tiziano Tommasini, che quella domanda l’aveva lanciata – raggiungendo il numero di firme necessario per portare la popolazione alle urne – ma si era poi sentito dire che referendabile è solo il credito di 342mila franchi per due sistemazioni stradali in zona Remorino, e non quello riguardante la partecipazione massima del Comune alla realizzazione della fermata stessa (550mila franchi).
Il "no" dell’esecutivo alla referendabilità del credito era motivata dal fatto che "trattasi di una spesa determinata, fissata dal Consiglio di Stato il 5 maggio 2021, in applicazione degli articoli 22, 23 e 30 della Legge sul trasporto pubblico, il cui principio e la cui portata sono stabiliti dal diritto cantonale secondo precisi criteri e che è assolutamente necessaria per l’attuazione del progetto delle Ffs, inserito nel PALoc2". Una spesa, aveva aggiunto l’esecutivo di Minusio, "prescritta nel suo principio dalla legislazione cantonale e che ha pertanto natura vincolata poiché essa è stata predeterminata e acquisita in via definitiva da una decisione base di rango superiore, di cui ne costituisce il corollario necessario".
Sorpreso e perplesso, dunque, «non tanto per la delibera del Municipio, dal quale non mi aspettavo di ottenere ragione», quanto per un altro motivo: «Se davvero il credito di 550mila franchi per la fermata è intoccabile poiché deciso a suo tempo dal Consiglio di Stato, mi chiedo perché sia stato portato in Consiglio comunale – dice Tommasini alla "Regione" –. Di solito, i crediti votati dal legislativo sono soggetti a ricorso. Questo, evidentemente, no. Una cosa strana che è da verificare». Una verifica che potrebbe portare l’ex vicesindaco a ricorrere al Consiglio di Stato, per rimettere in campo una palla che sembrava inesorabilmente persa. «Ma prima – avverte – dovrò far capo a chi ne capisce più di me per stabilire se in effetti la non referendabilità di quei 550mila franchi sia effettiva. Ho 30 giorni di tempo».
Qualora la "versione" del Municipio venisse confermata, Tommasini annuncia un gesto di responsabilità: «In quel caso non contesterei neppure i 342mila franchi per le opere di valorizzazione e di arredo stradale di via Verbano e via Remorino. Non avrebbe senso. A me, per tutta una serie di motivi, non va l’idea della fermata Ffs, ma se essa si farà non avrebbe senso oppormi a opere di arredo stradale che ne sono una conseguenza».