Il 2022 non farà registrare record ovunque, ma riporta il settore ai livelli pre-Covid. Volano le prenotazioni nelle strutture alberghiere e nei campeggi
Turismo estivo, per la Regione del Locarnese e della Vallemaggia è stato un successo. Anche se l’estate ancora non è finita, i dati in possesso degli operatori parlano di un evidente segno più. L’afflusso è stato da pienoni, anche se l’anno 2021 rimane irraggiungibile in termini di pernottamenti e risultati. Ma il confronto con quella realtà, come suggerisce Fabio Bonetti, direttore dell’Organizzazione turistica lago maggiore e valli non ha senso. «Quello è stato un anno eccezionale e come tale rimarrà ancora a lungo nella sua sfera. Il paragone, semmai, va fatto col 2019»; a quel punto ci si accorge che, accostando i dati di giugno, l’incremento dei pernottamenti negli alberghi è stato del 15%. Nei mesi seguenti, luglio e agosto (ancora non concluso), grazie ai grandi eventi (Festival del Film in primis) l’occupazione, è stata del 90%. Non si sono potuti esibire molti cartelli di ‘tutto esaurito’ ma poco ci è mancato, sia in città, sia nelle zone periferiche (campeggi compresi). Aspetto curioso, non si è registrata quella tipica flessione settimanale riscontrata, sovente, in passato, proprio durante il periodo festivaliero.
«Ora spazio a qualche settimana di relativa calma, poi si prepara il rush finale: settembre sarà un mese caldo per il turismo di casa nostra, con manifestazioni sportive e culturali a getto continuo (‘Settimane musicali’, ‘Concorso ippico’, Polo ecc...); fino a metà ottobre l’offerta di eventi sarà ancora ricca e variegata. La nostra destinazione avrà insomma ancora molto da offrire ai visitatori».
Il boom turistico non è stato fortunatamente minato dal caldo torrido di questi mesi: «No perché le temperature erano elevatissime in tutta Europa. L’afa non è dunque stata un fattore ‘killer’ per il locarnese. Anzi ha contribuito ad aumentare la frequentazione delle vallate e delle montagne, generando indotti. Temo comunque che anche in futuro il turismo dovrà sempre più fare i conti con la colonnina di mercurio impazzita. Per questo le strutture ricettive che ancora non dispongono di aria condizionata dovranno adeguarsi. Nella nostra regione siamo fortunatamente messi assai bene, dal momento che molti alberghi negli ultimi anni si sono aggiornati a livello d’infrastrutture».
Non è invece un fattore killer facile da eliminare il traffico veicolare: colonne da record sul Gottardo e sul Piano di Magadino. Un déjà- vu. «Quest’estate abbiamo toccato dei picchi impressionanti. Siamo una destinazione per famiglie e quelle che scelgono la nostra regione per un breve soggiorno o una lunga vacanza vi giungono solitamente in automobile. Riscontriamo un incremento di coloro che utilizzano il treno, ma la parte del leone la fanno ancora le quattro ruote. Purtroppo temo dovremo convivere ancora per parecchio tempo con i disagi e le disavventure legate alla mobilità. Una soluzione a breve termine non la si intravvede ancora. Fa comunque piacere vedere come, una volta raggiunta la destinazione, sempre più gente utilizzi le bici (grazie all’importante offerta di ciclopiste) o i mezzi pubblici per spostarsi all’interno del territorio. Ciò contribuisce a sicuramente a ridurre il traffico e a decongestionare le nostre strade».
Il bilancio ‘super positivo’ per quanto riguarda il nostro turismo tocca anche la montagna: «Abbiamo avuto un inverno mite e una stagione calda iniziata molto presto. Condizioni ideali per l’outdoor. La natura (sulla scia del Covid free) l’ha fatta da padrona e in quota, con un’aria più respirabile, i sentieri e le capanne hanno richiamato molti appassionati di trekking e passeggiate. Davvero interessanti come richiamo anche le vie alte alpine (Vallemaggia, Verzasca e, prossimamente, quella dell’Onsernone). Uno degli atout della nostra destinazione è proprio quello di poter offrire un’ampia paletta di scelte, dalle cime alle rive lacustri. Un buon equilibrio che è alla base del successo».
Particolare curioso: «Negli ultimi tempi sta prendendo piede una nuova tendenza, quella della workation, scoperto durante la pandemia di Covid ma che potrebbe essere una pista da seguire in futuro. Il termine deriva dall’unione delle parole work e vacation, lavoro (in un ambiente confortevole) e vacanza. Seguiamo con interesse questa nuova proposta lavorativa che permette non solo di lavorare fuori dall’ufficio, ma facendolo da qualunque posto offra una connessione stabile, anche a centinaia di km da casa, in una località turistica. Questa enorme libertà è un privilegio che ancora non hanno provato in molti, ma che potrebbe esplodere nel corso di questa estate. Al tema sarà dedicato un seminario che ci permetterà di meglio capire se questa tendenza potrà esplodere nei prossimi anni».