Il progetto amico dell’ambiente e a chilometro zero è legato alla tradizione. A lanciarlo l’Associazione farina bóna e Pagliarte
Della segale, del mais e di altri cerali non si butta via nulla. Lo sanno bene gli onsernonesi, famosi per la coltivazione, nonché per la lavorazione artigianale, delle graminacee. Infatti, se dalla spiga si può estrarre la granella che poi diverrà farina (bóna), dal culmo (o, più volgarmente, canna) si ottiene la paglia, con cui si realizzano cappelli, vasi, sedie e – adesso – pure cannucce.
A lanciare il nuovo prodotto le associazioni Pagliarte e Farina bóna d’Onsernone, in collaborazione con la locale Antenna dell’Ente regionale di sviluppo (Erslvm). Lo scopo? Quello di rilanciare e di valorizzare un’antica tradizione, accostandola a tematiche di stretta attualità, come la cura dell’ambiente e il commercio di prossimità.
«Le cannucce di plastica sono molto inquinanti. Per questo, a partire dall’anno prossimo, non saranno più vendute. Diverse aziende internazionali si sono mosse alla ricerca di una soluzione più ecosostenibile e noi abbiamo deciso di bruciarle sul tempo con la nostra proposta», afferma Laura Blumer, presidente di Pagliarte e ideatrice del progetto. Progetto che, lo ricordiamo, nel 2018 è rientrato fra quelli sostenuti dall’Ufficio federale della cultura nell’ambito del concorso ‘Patrimonio per tutti’.
Le cannucce di paglia sono idrorepellenti, biodegradabili e possono essere riutilizzate più volte. Il costo rispetto a quelle "comuni" è leggermente più alto: 30-50 centesimi al pezzo, contro i 5 di quelle in plastica.
L’idea nasce dal basso e, come trampolino di lancio, vuole presentarsi e trovare positivo riscontro all’interno della comunità locale, spiega Ilario Garbani, presidente dell’Associazione farina bóna d’Onsernone: «Per il momento il nostro progetto è ancora in fase "sperimentale". Abbiamo deciso di promuoverle in valle, presso i nostri atelier, siti internet e negozi regionali. Il riscontro per il momento è buono. Vedremo in futuro come evolverà e se, di conseguenza, espandere il mercato».
Ma anche bar e ristoranti giocano la loro parte: «Gli esercenti sono stati coinvolti: l’anno scorso con il concorso dei cocktail per "Onsernone in festa", pretesto per valorizzare le cannucce, ma anche ora con l’utilizzo e la vendita di queste ultime», ha concluso Elia Gamboni, responsabile Erslvm per le Centovalli, la Val Onsernone e le Terre di Pedemonte.