Dopo 101 anni la storica struttura che attraversa il fiume verrà demolita. Anche l’associazione, ha deciso di sciogliersi.
Chi ha attraversato almeno una volta la strada che da Ponte Brolla porta fino a Bignasco, molto probabilmente avrà notato che, le sponde del fiume Maggia, sono costellate da varie passerelle. Molte di queste sono state risanate nel tempo; altre ancora invece sono state realizzate o per riappropriarsi e valorizzare parti del territorio o in seno a progetti legati alla viabilità. Un esempio? Le passerelle di Bignasco e Visletto (la prima costruita ‘da zero’, la seconda invece poggia sulle rotaie di quella che fu la Valmaggina) che oggi fungono da ponti per la strada ciclabile. E poi, per restare nello stesso Comune, vi è la passerella di Cevio, che collega il percorso adiacente allo stand di tiro alla sponda sinistra, dove si trovano i bersagli e un sentiero che porta alle spiaggette.
L’opera, di proprietà del Patriziato di Cevio-Linescio, è per motivi di sicurezza inagibile e chiusa al pubblico dal 2002. E da allora fino ai giorni nostri, vari sono stati i tentativi per cercare di sistemarla, ma senza esito. Manifestata a più riprese dal Patriziato anche la volontà di demolire la struttura. Volontà questa però frenata, grazie alla mobilizzazione di un gruppo di affezionati cittadini che si sono riuniti in un’associazione.
Ora però, dopo due anni di pandemia la situazione sembra sbloccarsi, ma in peggio per la passerella: verrà infatti probabilmente abbattuta. E anche l’Associazione restauro passerella di Cevio fra meno di un mese chiuderà i battenti.
«Durante l’ultima assemblea abbiamo deciso di sciogliere l’associazione. La mancanza di fondi unitamente alla situazione straordinaria attuale, in cui, a causa del Covid siamo stati fermi, non permette più di continuare – inizia a raccontare Paul Erzinger, presidente dell’Associazione restauro passerella di Cevio –. Da parte del patriziato poi è stata inviata la richiesta formale di demolizione. Ad oggi quindi per motivi di sicurezza, in caso di esondazioni, vi è il rischio che la passerella ceda. Molto probabilmente seguirà quindi una domanda di demolizione. La stessa sorte invece non toccherà ai cavi per l’alimentazione dello stand di tiro, che rimarranno per contro sospesi».
L’Associazione nasce nel 2006 con lo scopo di poter risanare la pontina, oltre a garantire nuovamente il sicuro attraversamento del fiume, permettendo così alla popolazione ma anche ai turisti di continuare a usufruire e godere di tutta la zona circostante. Un contributo fatto per salvaguardare un manufatto storico ma anche il paesaggio circostante.
Un progetto che fino alle prime battute aveva riscosso interesse nella comunità ceviese e valmaggese. Grazie all’impegno del gruppo e al contributo dell’Assemblea patriziale di Cevio-Linescio infatti nel 2012 si era anche riusciti sospendere provvisoriamente, la decisione di demolire l’esistente struttura. Ed era stato anche elaborato un progetto per la creazione di una nuova passerella la quale, rispettando il concetto strutturale, la geometria e la forma della struttura esistente, avrebbe permesso di riaprire il collegamento tra le due sponde del fiume.
«Avevamo depositato la domanda di costruzione agli uffici preposti. Mancavano però i fondi. Per la realizzazione servivano circa 300mila franchi, noi siamo riusciti a raccogliere 15mila. In più se i lavori sarebbero andati in porto Comune e stand di tiro avrebbero versato a testa 20mila franchi. Poi, tramite delle ditte della Valle, avremmo ricevuto promesse di materiali e manodopera per altri 30mila. Il progetto dal punto di vista tecnico è ben consolidato. Ora la proposta è quella di consegnare l’incarto al Municipio di Cevio con richiesta formale di valutare una possibile continuazione del progetto oppure di rinvestirli in opere che comunque interessano Cevio e questa parte del fiume», risponde Erzinger.
Costruita nel lontano 1921, la passerella di Cevio serviva un tempo agli abitanti della zona di attraversare il fiume Maggia nonché di raggiungere, col proprio bestiame, le selve poste sulla sponda sinistra del corso d’acqua.
«La struttura è lunga più di cento metri e inizialmente era fatta interamente in legno. Poi con l’evoluzione dell’ingegneria e dei materiali impiegati per la realizzazione di opere edili, i piloni e le assi sono state poi cambiate con l’acciaio – ci dice il presidente dell’associazione –. Da ingegnerie sono sempre rimasto molto affascinato da come, dal punto di vista tecnico, era stata costruita. Ma non è solo questo che mi lega alla passerella: molte estati le ho passate qui con la mia famiglia e conservo ricordi belli di questo luogo. Le lunghe passeggiate fatte coi figli, i bagni al fiume. Sono semplici momenti della mia vita ed è per questo che ho deciso d’impegnarmi per la sua salvaguardia. Purtroppo non siamo riusciti a realizzare ciò che volevamo, ma la speranza è sempre l’ultima a morire».