Vallemaggia, dopo decenni finalmente il via ai lavori di riordino e riqualifica del territorio golenale. Richiederanno 5 anni e costeranno 7,35 milioni
Nuova vita per le sponde e l'area golenale del fiume Maggia in territorio di Riveo grazie all'avvio, nei prossimi giorni, del corposo programma di lavori di arginatura e riqualifica ambientale. A suggellare questo storico momento – si tratta di un piano d’invertenti tra i più importanti dal profilo ambientale e paesaggistico eseguiti in Ticino negli ultimi decenni, con un investimento pubblico che, nel complesso, raggiunge i 7,35 milioni di franchi – oggi è stato organizzato, a Riveo, un incontro con i media. Presenti autorità comunali, patriziali e cantonali, oltre che i rappresentanti delle ditte interessate. Nello specifico il progetto riguarda la realizzazione di un'area di espansione naturale sulla sponda sinistra del corso d'acqua, la bonifica di vaste superfici fino a qualche anno fa sfruttate a fini produttivi da alcune imprese e la messa a disposizione di fondi per piccole imprese artigianali locali. Il tutto, ovviamente, al riparo da esondazioni, grazie alla costruzione del nuovo argine che servirà a tutelare il comparto e gli abitati a valle. Previste anche nuove piantumazioni di essenze arboree che contribuiranno al miglioramento degli aspetti ambientali, facilitandone la fruizione. L'intervento è condotto in maniera sinergica e coinvolge, oltre ai Comuni di Maggia (capofila, rappresentato ieri dal sindaco Andrea Sartori e dal collega Danilo Tormen, capodicastero Arginature e Pianificazione) e Cevio (sindaca Moira Medici, accompagnata da Remy Dalessi), i Patriziati di Cevio Linescio (presente Luca Moretti) e Someo (Luca Invernizzi in qualità di responsabile del progetto per conto dell'ente), dall'Ufficio corsi d'acqua del Cantone (Laurent Filippini e Daniela Fontana), la Spaas (Sezione della protezione dell'aria, dell'acqua e del suolo con Giovanni Bernasconi e Simone Regazzi); lo Studio Dionea (con i progettisti Gabriele Carraro e Ilaria Mignola), lo Studio Antonio Mignami ingegneria, lo Studio Andreotti & Partners (progettisti arginatura, con Pietro Beffa e Antonio Fracasso) il Consorzio Poncetta Sa /Ennio Ferrari Sa/Coompul Sa e Afor Avegno (con Luca Giovanettina ed Emilio Cristina) e i consulenti dei due Comuni valmaggesi (Giorgio Felder e Matthias Janner). Non da ultimo, in veste di rappresentante delle istituzioni politiche cantonali, è intervenuto il granconsigliere Plr, Aron Piezzi.
«Grazie al grande lavoro di tutti i presenti – ha esordito il municipale Tormen –, ai problemi tecnici incontrati abbiamo reagito proponendo soluzioni, a quelli finanziari facendo chiarezza laddove andava fatta. Siamo riusciti a ottenere importantissimi e ulteriori sussidi fondamentali da Confederazione e Cantone e, dai legislativi che reclamavano informazione e trasparenza, la fiducia necessaria a sbloccare i crediti. Siamo consapevoli che non abbiamo ancora costruito niente, che ci saranno delle difficoltà, ma con la determinazione che ci ha condotti sin qui porteremo a termine i lavori». Sindaco di Maggia all'epoca delle prime tappe del progetto, il parlamentare Aron Piezzi ha spiegato il perché di una tempistica così dilatata nel tempo (le lungaggini derivanti dalla pianificazione e i problemi emersi negli anni); l'ex sindaco ha poi ribadito la necessità di lavorare in modo coeso per poter fare i necessari passi avanti; ha pure sottolineato come al tema della sicurezza del comparto contro le piene del fiume si sia affiancato l'aspetto estetico, per dare lustro all'area. È poi toccato ai due sindaci prendere brevemente la parola. Moira Medici, per Cevio, non nascondendo le difficoltà del suo esecutivo nell'affrontare una questione così tecnica, ha lodato la volontà di tutti gli enti di lavorare assieme e definito il progetto «una tappa fondamentale per l'economia della Vallemaggia». Di collaborazione ha parlato anche il suo omologo di Maggia, Andrea Sartori, il quale ha ribadito la necessità di avere un comparto ordinato quale presupposto per lo sviluppo del territorio («saremo orgogliosi, tra 3-4 anni, di quanto fatto»).
Il progetto di ridare una seconda vita alla zona fluviale e golenale di Riveo inizia, ‘ufficialmente’, nel 2014, quando i legislativi di Maggia e Cevio approvano il progetto di arginatura del fiume Maggia e di valorizzazione ambientale per un totale di circa 5,19 milioni (con un importo rilevante di sussidio da parte di Cantone e Confederazione). Per una lunga serie di motivi (inoltro della domanda di costruzione preliminare e successiva integrazione dei riscontri cantonali, inoltro della domanda di costruzione, trattative con privati e affittuari dei sedimi, evasione delle opposizioni ecc.) è stato tuttavia possibile svolgere la procedura d'appalto solo nel 2020. Un lasso di tempo che, ovviamente, ha cambiato un po’ le carte in tavola dal profilo economico; sono mutate alcune condizioni quadro del progetto come pure il mercato degli inerti e sono emersi nuovi importanti inquinamenti nel comparto. Ci si è quindi trovati confrontati con un aumento del preventivo. Ma non è tuttavia stato tutto tempo inutile, quello trascorso prima del via ai lavori. Lo ha ribadito Laurent Filippini (Ufficio corsi d'acqua): «In origine si parlava unicamente di creare un argine di protezione dalle piene del fiume. Abbiamo atteso tanto ma questo ha fatto sì che il progetto andasse ben oltre la semplice arginatura, per giungere a una riqualifica totale. Direi che il tempo ha permesso una maturazione ottimale del dossier, con una riqualifica che sarà a beneficio di tutti». Ha espresso l'auspicio di poter procedere spediti il consulente tecnico comunale Giorgio Felder, mentre Luca Moretti, alla testa del Patriziato di Cevio-Linescio, ha riferito dei contatti con i locatari dei fondi interessati dal cantiere, che sin qui avevano atteso, invano, l'avvio dei lavori e che ora potranno vedere il cambiamento che porterà alla creazione di una zona artigianale al passo coi tempi. Da Luca Invernizzi (per il Patriziato di Someo) è invece partito un monito: «Finalmente vediamo qualcosa di concreto, al quale dovrà corrispondere un vero cambio di mentalità. Non si potrà più pensare che questa sia una zona di scarso pregio!». Sugli aspetti tecnici e le sfide da affrontare si è espresso Pietro Beffa (Studio Andreotti&Partners) che ha ricordato la costruzione di un argine morfologicamente diversificato e non lineare di circa 700 metri e dello spostamento di circa 300mila metri cubi di materiale.
Di ambiente (ferito) ha parlato Gabriele Carraro (Dionea), soffermandosi brevemente sul fiume, «in grave crisi», della Maggia, che fino agli anni 50 scorreva libero, prima di essere incanalato e spostato. Il cambiamento previsto gli restituirà dignità e la gente del posto potrà in un certo senso riappropriarsene. Gli ha fatto eco Antonio Mignami, ricordando come la gestione industriale priva di sensibilità ambientale degli anni 50-60 abbia contribuito anche all'inquinamento dei fondi. «Su un territorio così vasto, vedere tutto è impossibile. Non possiamo escludere che saltino fuori altri scheletri scavando». Chiara l'allusione all'episodio della ditta ex Bionda Sa. Infine è toccato a Luca Giovanettina, a nome del consorzio vincitore dell'appalto, evidenziare la grandissima sfida che attende tutti quanti per la ricreazione e conservazione dell’habitat come polmone di un territorio. Si mette dunque la parola fine al depauperamento ambientale, territoriale e paesistico caratterizzante il sistema fluviale; e il via al concetto di sviluppo sostenibile per raggiungere e mantenere un valido assetto eco-sistemico del territorio e recuperare le qualità del paesaggio.