L’associazione riprende l’idea, questa volta senza lago turistico, bocciata 12 anni fa da Comune e Cantone: ‘Da allora molte cose sono cambiate’
In linea con lo spirito propositivo che l’ha sempre caratterizzata, l’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica) torna a caldeggiare la realizzazione di una piccola diga idroelettrica regolabile sul fiume Ticino da posizionare nel tratto compreso fra le rapide di Molinazzo e il ponte di Gorduno, al confine fra Arbedo-Castione e Bellinzona. Lo fa dodici anni dopo la doccia fredda riservata dal Municipio arbedese, dall’Azienda elettrica ticinese (Aet) e dalle autorità cantonali a un’analoga proposta comprensiva anche di lago turistico che avrebbe invaso parte della zona industriale di Castione situata a sud della ferrovia e in quel momento destinata ad accogliere la Città Mercato e il nuovo stadio dell’Acb infine mai realizzati. Proposta allora elaborata dall’ingegnere e urbanista arbedese Geo Rathey, sostenuta da Amica e da una mozione firmata da diversi consiglieri comunali. Nel punto indicato nel 2010 per inserire la diga, il dislivello fra la quota più alta e quella più bassa era di 6 metri e mezzo; la produzione idroelettrica di 22 GWh annui avrebbe soddisfatto il fabbisogno energetico di 4’500 economie domestiche, ossia i paesi di Arbedo-Castione e Lumino messi insieme. A titolo di paragone, l’imponente parco eolico realizzato due anni fa sul passo del Gottardo fornisce 16-20 GWh equivalenti al fabbisogno di 4’000 economie domestiche, come tutta la Leventina.
Ti-Press
Alberto Robustelli, presidente di Amica
Ora, in una lettera inviata lunedì al Municipio di Arbedo-Castione con allegati e istoriato, il comitato dell’Amica torna alla carica ripercorrendo gli approfondimenti eseguiti durante gli ultimi 60 anni che hanno sempre indotto le autorità a ritenere sì interessante l’idea, ma infine scartandola perché caratterizzata da troppi problemi pianificatori, ambientali, territoriali, giuridici e tecnici. «Ma oggi è diverso – riassume alla ‘Regione’ il presidente Alberto Robustelli – visto che negli ultimi due anni la situazione energetica è radicalmente cambiata sul piano internazionale, nazionale e cantonale. Diventato più critico l’approvvigionamento, la strategia della Confederazione si apre adesso a soluzioni cantonali fino a poco tempo fa immaginabili ma non sostenibili».
"Il senso di un lago a Castione – ricorda Amica nella nuova lettera – si basava su due aspetti principali: creare uno sbarramento per ottenere una zona con potenziale turistico ed energetico. L’idea si scontrava però con le varianti di Piano regolatore comunale: in quel periodo Città Mercato e stadio, con investimenti faraonici, imperversavano tra le opzioni dei politici. Ipotesi svanite come la poca neve invernale". Quanto ad Aet e Dipartimento finanze ed economia (Dfe), nelle rispettive riflessioni dell’aprile 2011 "non avevano risposto in modo negativo, segnalando però alcune problematiche tra cui il Pr inadatto per una simile scelta". A fine 2011 il Municipio escludeva poi tale opzione perché la pianificazione prevedeva la variante stadio. "Al suo posto oggi c’è invece una preoccupante penuria di energia elettrica rinnovabile prodotta in loco senza scompensi dovuti a speculatori canaglia", evidenzia Amica rilevando che la creazione di una diga regolabile "offre diversi altri vantaggi quali il controllo dei deflussi minimi a sud di Molinazzo e delle piene in caso di maltempo".
Da qui la richiesta al Municipio di adattare il Pr del comparto industriale di Castione, nel frattempo dotato di nuovi argini, e della zona golenale per insediare uno sbarramento idroelettrico "senza giungere alla formazione di un lago turistico", ma un bacino di dimensioni contenute. Amica si dice anche pronta a collaborare per eseguire un masterplan tecnico e finanziario e per "rivedere, modificare e adattare il progetto diga alla nuova situazione della zona con una visione politica energetica avveduta". Ed è proprio questo punto, secondo l’associazione, a fare le differenza rispetto a dieci anni fa: "La Confederazione ha elaborato diversi scenari di crisi, modificando così la strategia energetica, permettendo importanti deroghe alla pianificazione del territorio, chiedendo alla popolazione risparmi e atteggiamenti più adeguati ad affrontare la penuria di elettricità e cercando in tutti i modi di produrre sul proprio territorio energia indigena, libera da speculazione e dalla dipendenza estera. La Svizzera e il Ticino dovranno quindi prevedere in tal senso nuove soluzioni".
Ecco perché l’opzione diga "si ripresenta in tutta la sua importanza. Le strategie federali in materia di produzione e approvvigionamento energetico pongono il Cantone di fronte a possibili e diversificate scelte. E alla pianificazione è richiesto un contributo per raggiungere tali obiettivi. Se in passato realizzare il lago risultava conflittuale poiché incoerente con la pianificazione e gli intendimenti acquisiti e ancorati al Piano direttore cantonale, oggi la modifica federale nei confronti della pianificazione energetica permette nuove e importanti modifiche di strategia – sottolinea e conclude Amica – anche di pianificazione territoriale".
Ma quali riflessioni avevano indotto Aet e Municipio a rigettare nel 2011 la proposta Amica-Rathey? Aet rilevava che "i principali aspetti da chiarire non sono legati alla tecnica che presenta problemi comunque risolvibili. Sono piuttosto da affrontare argomenti di tipo ambientale e pianificatorio". Ad esempio: "Il trasporto solido del fiume viene interrotto e compromesso; l’impatto sulla fauna ittica è importante e da approfondire; vengono allagate aree incluse a livello federale in un settore di protezione delle acque; per non compromettere le acque di falda sono necessari approfondimenti". A queste prime criticità si aggiungevano quelle relative al lago turistico che cozzavano contro "importanti interessi economici, lo svincolo autostradale e la stazione ferroviaria di Castione". Segnalata quindi la necessità di misure tecniche per garantire la sicurezza della zona in caso di piene.
Aet concludeva affermando che "con queste premesse il progetto sembra essere economicamente non sostenibile. Da chiarire se dal profilo pianificatorio e ambientale lo stesso possa essere realizzato". Limitando la nuova proposta alla sola produzione idroelettrica con un bacino limitato, molte vecchie criticità potrebbero forse oggi cadere. Ancora più chiaro era stato il comunicato riassuntivo rilasciato il 16 dicembre 2011 dal Municipio – al termine di un incontro avuto con Aet e autorità cantonali – che evidenziava le rispettive criticità. In ottica Aet, oltre ai costi complessivi si aggiungevano i tempi di realizzazione particolarmente lunghi (stimati 10-20 anni). Andrebbero inoltre affrontati alcuni importanti temi di carattere tecnico, ambientale e giuridico di risoluzione assai difficile, per non dire improbabile". Sul fronte Cantone, le maggiori critiche riguardavano il lago artificiale, senza entrare nel merito della produzione idroelettrica cui mira oggi Amica.