All’assemblea presentato lo sforzo del Gruppo ticinese di solidarietà con il Burkina Faso, che in due anni ha finanziato progetti per 335mila franchi
Non solo in Ucraina c’è guerra. Anche in Burkina Faso ci sono violenza, disperazione e guerra. Se n’è discusso di recente alle scuole comunali di Losone, nel corso dell’assemblea annuale di Beogo (Gruppo ticinese di solidarietà con il Burkina Faso).
Nel Nord e nell’Est del Paese africano i movimenti jihadisti fomentano latenti conflitti etnici, perpetuano attentati che terrorizzano le popolazioni, assoldano giovani disoccupati senza avvenire, abbandonati dallo Stato. Le popolazioni fuggono dalle loro case, terre e villaggi per riversarsi alle periferie delle città di Ouahigouya e della capitale Ouagadougou. I rifugiati interni sono più di due milioni: donne, bambini, anziani. Le scuole chiuse, nei villaggi invasi o occupati dai terroristi, sono 3’700. Gli studenti che non possono frequentare la scuola sono circa 600mila.
Niente terra, niente raccolto, niente cibo. Su una popolazione di poco più di 21 milioni, sono 3,5 milioni le persone che hanno bisogno di aiuto umanitario. Secondo la Fao e il World Food Programme delle Nazioni Unite, è necessaria un’azione urgente e continuata per far fronte al peggioramento dell’insicurezza alimentare in Burkina Faso, specie nel periodo che precede il raccolto di settembre.
Nel corso della serata, sono stati presentati i progetti di cooperazione finanziati e promossi nel 2021, in partenariato con le Ong locali. Tra gli altri, due nuove scuole primarie (per 800 allievi) e due pozzi profondi per l’acqua potabile a beneficio di ragazzi e famiglie rifugiati nei villaggi di Souli e Gourga, al Nord del Paese. Nel biennio 2020-21, grazie alla solidarietà dei privati e di Comuni ticinesi, Beogo ha finanziato progetti per un importo complessivo di circa 335mila franchi.