Si torna a viaggiare e i piloti di linea scarseggiano. La formazione richiama molti giovani, serve una seconda sede operativa oltre all’attuale
Lo avevamo lasciato nella primavera dello scorso anno sulla pista dell’Aeroporto di Locarno impegnato tra libri di teoria e comandi, deciso a realizzare il suo sogno: quello di diventare pilota di linea. Ora, un anno e tre mesi dopo aver avviato il suo percorso formativo, Niccolò Frigerio è il primo candidato ticinese ad aver ultimato il suo curriculum presso la nuova Aerolocarno e ad aver strappato la licenza di pilota commerciale multimotore proprio alle nostre latitudini. Grazie alla scuola dell’Aero Locarno, tra le poche in Svizzera a offrire questa possibilità a chi sogna di sedere, un giorno, nella cabina di pilotaggio dei giganti dell’aria.
Niccolò Frigerio, originario di Mendrisio, ha ultimato il suo cammino attraverso un corso modulare (l’alternativa è il modulo integrato) che gli ha consentito di svolgere un lavoro presso una ditta della Svizzera interna e, nel contempo, di seguire le lezioni di pilotaggio. Ora, per finire il suo ciclo e potersi presentare sul mercato dell’aviazione in veste di candidato, deve passare da un corso "multi crew" che gli insegnerà l’impiego di una macchina complessa a due, vale a dire con un collega di cabina, per gestire il lavoro di squadra. Lo farà sfruttando il simulatore che la scuola possiede proprio a Mendrisio, sulla porta di casa. Ciò che gli risparmierà lunghe trasferte oltre Gottardo. «Dopodiché potrò cercarmi un lavoro. Il mio desiderio era di poter volare per una compagnia svizzera o, almeno, europea. Molte di esse sono alla ricerca di piloti di linea. Nel frattempo ho un lavoro temporaneo che mi garantisce un’entrata, dal momento che devo comunque mantenere le licenze. Vedremo se nei prossimi mesi riceverò una richiesta per essere selezionato. Sono grato all’Aero Locarno che mi ha permesso di coronare il mio sogno. È stata un’esperienza arricchente anche dal profilo umano, perché ho conosciuto candidati piloti da tutta Europa. È stata dura ma se uno ci mette l’impegno, alla fine ci arriva. A coloro che sognano di entrare nel mondo dell’aviazione raccomando comunque di sempre avere un piano B, nel caso non funzionasse».
Aleardo Ercolani, comandante istruttore di Swiss sull’Airbus A320, capo esaminatore per la regione Ticino, con la sua esperienza ha contribuito a far nascere e crescere, con gli amici Stefano Buratti e Daniele Dellea, questa istituzione. «Inizialmente mi sembrava una sfida difficile. La scuola preesistente non era a tutti gli effetti una scuola di volo e aveva un margine di crescita limitato. Per prima cosa era necessario farle compiere un balzo in avanti e assicurarle la certificazione ATO per lo svolgimento dell’attività di addestramento. Cosa che abbiamo fatto, superando non poche difficoltà cartacee. Nel campo dell’aviazione nulla si improvvisa e oggi posso dire che abbiamo raggiunto un eccellente grado di professionalità e assoluti standard qualitativi. Prova ne è che molti operatori del settore aeronautico guardano con ammirazione al lavoro formativo svolto qui da noi. Siamo tra le prime 3/4 scuole svizzere di volo per volume e una della poche a mettere a disposizione dei candidati un corso di pilota di linea integrato».
Si fa un gran parlare di risveglio dell’aviazione di linea dopo la pandemia; un settore che aveva pagato a caro prezzo lo stop dell’attività. Compagnie fallite, piloti, assistenti di volo, tecnici della manutenzione rimasti senza lavoro o che hanno scelto di dedicarsi ad altro. «Ora l’aviazione si sta rialzando e presto sarà in condizione di ripartire. Al momento la carenza di professionisti del volo (nel computo vanno tenuti presente anche quelli prossimi al pensionamento) si riscontra addirittura su scala globale. Il mercato dei piloti di linea (compresi i piloti del comparto cargo) è in fermento ed è ipotizzabile esploderà tra qualche anno, con migliaia di nuove assunzioni necessarie. La richiesta non farà altro che aumentare. Purtroppo di piloti svizzeri ne vengono formati troppo pochi. I candidati confederati che bussano alle porte delle varie compagnie presenti sul territorio nazionale non sono molti. Tanti giovani, per motivi anche di poca dimestichezza col tedesco, preferiscono orientarsi su mercati esteri, dove chiedono unicamente l’inglese, la lingua dell’aviazione. Il problema delle barriere linguistiche nel nostro Paese è sempre presente e questo è davvero un peccato».
Facciamo un appello a tutti i giovani ticinesi: per chi avesse questo sogno nel cassetto ora è il momento propizio. Fatevi avanti e venite a conoscere la scuola.
Lugano, il Municipio non concede una sede sullo scalo
Nelle sale di teoria dell’Aero Locarno, intanto, le richieste di aspiranti piloti continuano ad aumentare e anche i responsabili della scuola hanno dovuto adeguarsi. «Le richieste non mancano certo – spiega Daniele Dellea, capo istruttore di volo − Abbiamo oggi tra i 120 e i 150 allievi in formazione di certificazione, pronti a giostrarsi tra i display, le leve e i bottoni del simulatore di volo di un Boeing 737. Siccome per rispondere al meglio alle accresciute esigenze dovremo per forza di cose appoggiarci su altri scali, abbiamo bussato alla porta di Lugano Airport. Purtroppo l’incontro con il Municipio non ha dato i frutti sperati. Ci hanno risposto picche. Peccato perché quando siamo stati accolti dall’autorità luganese per esporre la nostra proposta, l’Aeroporto di Lugano era ancora in piena crisi e sono certo che il nostro progetto di aprire una sede ad Agno avrebbe contribuito ad animarlo. A questo punto, non potendo contare su una soluzione oltre Gottardo, dovremo giocoforza guardare all’estero, alla ricerca di un aeroporto abbastanza grande e in grado di rispondere alle esigenze formative di una scuola di pilotaggio come la nostra».
Naturalmente per poter soddisfare al meglio le richieste di un così elevato numero di allievi a Locarno si è dovuto accrescere anche il numero degli istruttori: «Abbiamo aggiunto al nostro staff diversi piloti professionisti. La qualità dell’insegnamento è il nostro principale credo. Abbiamo dunque a disposizione istruttori svizzeri ed esteri di provata esperienza, quasi tutti piloti di linea o di jet privati. Il nostro focus è la formazione di piloti di linea e recenti audit da parte di grosse compagnie estere confermano la bontà del lavoro che stiamo portando avanti». Una quarantina i collaboratori di questa realtà, con una dozzina di velivoli scuola moderni e dotati di strumenti elettronici identici a quelli dei grandi jet. Tra questi, caso unico in Svizzera, anche un aereo da acrobazie. Di quelli, per intenderci, che si vedono all’opera nelle famose Red Bull Air Race, capaci di sopportare sollecitazioni mostruose, con i piloti sottoposti a repentine accelerazioni della forza di gravità (G positivi e negativi). Il motivo di un simile investimento? «Dal tragico incidente del volo Air France 447 precipitato nel 2009 nell’Atlantico, la formazione UPRT (assetti inusuali) è diventata obbligatoria per gli aspiranti piloti. Un tempo si ricorreva ad aerei non specifici per l’acrobazia. Grazie a questo modello siamo in grado di offrire anche questa specifica formazione».
Non è comunque solamente al mondo dell’aviazione professionale che volge lo sguardo alla scuola di volo locarnese. La pandemia ha infatti portato numerosi interessati ad avvicinarsi al volo da diporto e al conseguimento della licenza di pilota privato (PPL). Sempre più persone si rivolgono a noi per raggiungere il loro obbiettivo e soddisfare una passione.