Il Gruppo Artisa ha portato a termine le pratiche per la definitiva acquisizione dell’edificio
"Il Gruppo Artisa ha portato a termine le pratiche per la definitiva acquisizione del Grand Hotel Locarno. Il diritto di compera, acquisito sul finire del 2021, è stato esercitato". La conferma giunge dallo stesso gruppo, tramite un comunicato stampa.
Nei prossimi giorni verrà formalmente depositata la domanda di costruzione per il recupero e il rilancio della struttura. La neocostituita Ghl Sa, società facente parte del gruppo, si occuperà del progetto Grand Hotel Locarno seguendone ogni minimo dettaglio.
"Il progetto prevede il recupero del Grand Hotel quale moderna struttura alberghiera che sia in grado di essere attrattiva durante tutto il periodo dell’anno", si legge ancora. È stata pensata come "una struttura ricettiva all’avanguardia che possa ricoprire un ruolo di rilievo sul territorio cantonale, generando oltre un centinaio di nuovi posti di lavoro". I contenuti dell’albergo verranno quindi rinnovati, con la realizzazione anche di "un centro spa rigenerativo". Peculiarità sarà la proposta "un’offerta eno-gastronomica di qualità che promuova il territorio locale".
Nella ristrutturazione verranno conservati e valorizzati gli elementi di pregio (come gli affreschi interni) che hanno fatto e fanno del Grand Hotel "un bene culturale protetto di interesse cantonale" con patrimonio storico, artistico e architettonico. "Il grande parco verrà recuperato come spazio verde di qualità".
"È con piena soddisfazione che proseguiamo il percorso iniziato con la sottoscrizione del diritto di compera. L’esercizio del suddetto diritto mediante l’avvenuto pagamento della somma pattuita è la dimostrazione della ferma volontà e del desiderio di rilanciare questa struttura storica, dal grande valore per l’area del Locarnese, il Ticino e non solo. L’ottenimento della licenza edilizia è il prossimo passo per una rinascita concreta del Grand Hotel", ha dichiarato dal canto suo Stefano Artioli, alla testa del gruppo.
Il passaggio dell’albergo ad Artisa era attesa anche dagli ormai ex comproprietari. Per uno di loro, l’avvocato Franco Gianoni, il momento è propizio per un bilancio. Ci ricorda in sommi capi la storia di questa prestigiosa struttura ricettiva, aperta nel 1876, in funzione dell’inaugurazione della Galleria ferroviaria del San Gottardo (1880). «Nel 1925, ha accolto la Conferenza della pace (il "Patto di Locarno", all’insegna del famoso motto "mai più la guerra"), grazie alla quale i rapporti tra gli Stati europei si sono distesi fino all’avvento di Hitler. Però, "lo spirito di Locarno permane", lo ha detto il giornale "Le Monde" e il Grand Hotel continua a esserne la culla. Nessuna meraviglia quindi se, nel 1946, vi è nato e, per anni, si è svolto il "Locarno Film Festival" – racconta Gianoni –. Nel 1984, necessitante di interventi di manutenzione, il Grand Hotel era caduto quasi in disuso, per cui il proprietario di allora intendeva demolirlo, per disporre del suo sedime e del vasto giardino, di complessivi, 9’691 metri quadrati edificabili a pochi metri dall’abitato di Locarno, un colossale affare. Allora sono intervenuti i comproprietari, i quali, nell’intento di salvare la preziosa Istituzione, l’hanno acquistata e vi hanno effettuato investimenti per più di un milione di franchi di allora (le riparazioni delle strutture murarie e degli impianti, il nuovo arredamento del ristorante e di parte delle 200 camere, la nuova cucina, il riordino del giardino, la nuova piscina, i nuovi campi di tennis). L’ambizione era di farne un albergo a cinque stelle». Impresa non facile, per cui, «in attesa dell’occasione propizia, si è continuato per anni a far fronte a una gestione passiva».
L’occasione propizia era stata quella della creazione di un Casinò, nel 2002. Ma poi «l’establishement gravitante nel e attorno al Kursaal (scartato quale concorrente dal Consiglio federale perché non realizzava le condizioni poste per il concorso), riuscì a intercedere presso il presidente della Confederazione, Pascal Couchepin, affinché, a sua volta, convincesse la sua collega Ruth Metzler, titolare del Dipartimento competente, a trasferire la licenza dal Grand Hotel al Kursaal – ricorda con amarezza l’intervistato –. L’impresa appariva impossibile perché illegale, tanto è vero che, poco prima, il "gruppo" vincente, non era stato autorizzato a gestire il Casinò nel Kursaal, seppur limitatamente al tempo necessario per ultimare i lavori di adeguamento della struttura. Da allora sono trascorsi ulteriori 19 anni, durante i quali la "preziosa Istituzione", fatalmente in disuso, ha cagionato ai comproprietari ingenti spese (interessi passivi e attivi persi, manutenzione, sorveglianza, assicurazioni, amministrazione, persino le tasse base relative all’acqua potabile e alla forza elettrica, benché non vi fosse nessun consumo, hanno preteso le rispettive alle Aziende comunali, senza contare l’enorme perdita di tempo), spese che le due pene di recesso percepite sono ben lungi dal compensare».
Ma la storia travagliata ha un lieto fine e Gianoni rende onore a Stefano Artioli «il quale ha dimostrato concretamente di essere, non solo un brillante imprenditore, ma anche uomo di cultura, con fatti e non con parole, per cui Locarno trarrà pure un grande impulso». Insomma, il rilancio è dietro l’angolo e forse questa è pure l’occasione per menzionare il fatto che i comproprietari hanno avuto il merito di conservare e tramandare un bene che per la regione è davvero una "preziosa istituzione".