La piazza di raccolta da tempo accoglie scarti vegetali dalla regione. Valutate contromisure al problema, che determina costi maggiori per lo smaltimento
“L’erba del vicino è sempre più verde”. A Cugnasco-Gerra il proverbio suonerebbe un po’ diverso: “L’erba del vicino è oramai diventata troppa”. Negli ultimi anni il Comune si è trovato confrontato con “il turismo dello scarto vegetale”: alla piazza di raccolta infatti fanno capolino coi propri scarti non solo i domiciliati, bensì anche persone provenienti da altri comuni, anche al di là del fiume Maggia.
«Non si scopre nulla di nuovo. Il problema è reale e va avanti da anni, ma negli ultimi due, tre si è accentuato», ha confermato a ‘laRegione’ Nicola Pinchetti, capodicastero Ambiente e pianificazione del territorio. «Le misure attuate finora non hanno funzionato, abbiamo cercato di agire sulla sensibilizzazione e sulla gestione degli accessi, ma senza risultati». Il luogo di raccolta, va spiegato, è sito nei pressi dell’area agricola: «Il nostro non è un centro di compostaggio, ma solo di raccolta, è aperto e discosto. E c’è chi ne approfitta», ha ribadito.
«Ciò comporta costi di smaltimento enormi. La ditta cui è affidato, infatti, pesa la massa di scarto e stabilisce il prezzo del lavoro. Più ce n’è, più costa», ha quindi chiarito Pinchetti. Per comprendere ulteriormente l’entità della problematica e capire come agire, le autorità hanno disposto «controlli approfonditi effettuati fra ottobre e novembre dell’anno scorso». Continuando a monitorare la situazione, prossimamente, ha confermato il nostro interlocutore, verrà attuata una serie di contromisure – «ora in fase di valutazione, ma abbastanza definita» – per limitare e contrastare il problema e arginare quindi i costi di smaltimento sulle spalle dell’ente.