Scampato a una richiesta di rinvio del messaggio, il Municipio ottiene il via libera alla convenzione transitoria con Gordola
Tre anni dopo il divorzio da Muralto, ecco le seconde nozze: sul Piano di Magadino, con il Corpo intercomunale capitanato dal Comune di Gordola. Lo ha deciso lunedì sera il Consiglio comunale di Minusio, che si è fatto “testimone” della sua polcomunale, in cerca di una nuova relazione dopo quella “tribolata” precedente, sfociata appunto nell’“ognuno per conto suo” (che da parte muraltese ha portato a una convenzione con Locarno).
I punti a favore della proposta intercomunale erano già stati sottolineati dalla maggioranza della commissione della Gestione. Il relatore Dante Pollini, prendendo la parola in sala anche a nome del Plr, ha in pratica ribadito i temi sollevati in commissione, partendo dalla questione finanziaria (la polcomunale attuale costa chiaramente troppo rispetto alla media cantonale: 220 franchi contro 160), anche tenendo presenti gli scenari cantonali che potrebbero rendere necessario un ulteriore potenziamento del Corpo (dagli attuali 10 a 15 agenti).
Confrontate le due opzioni esplorate dal Municipio – con Locarno oppure con il Piano (con sedi a Gordola e anche a Minusio) – la Gestione era giunta alla conclusione che la seconda fosse migliore sotto diversi punti di vista. Il primo è quello, appunto, finanziario, visto che andare con il Piano significherà sostenere un costo pro capite di 134 franchi nella fase transitoria e di 121 dopo (mentre sarebbero stati 170 sotto il Comune polo). Un altro elemento decisivo è la possibilità di mantenere a Minusio una sede (quella operativa-territoriale e di prossimità, con 9 agenti, 2 assistenti e una segretaria per tutto il comprensorio, contro i 4-5 agenti di prossimità dedicati a Minusio, qualora si fosse andati con Locarno). Vantaggi emergono anche a livello di incasso fra contravvenzioni e segretariato. Più in generale – e non è un caso che nello specchietto contenuto nel rapporto la cifra sia stata scritta in neretto – il risparmio complessivo annuo rispetto al consuntivo 2020 sarebbe (sarà) di 600mila franchi con l’Intercomunale del Piano, contro i “soli” 350mila franchi che sarebbero stati contabilizzati unendosi a Locarno.
La Gestione aveva “partorito” anche un rapporto di minoranza, redatto da Aldo Daniele Zwikirsch (Usi), il quale lunedì ha cercato di portare il legislativo a riflettere sulla maggior vicinanza di Minusio con il centro del polo urbano, anche in relazione – aveva scritto nel rapporto – alla tematica del disagio giovanile, “che coinvolge anche i nostri cittadini, che generalmente si spostano verso la Città di Locarno”. Un argomento, questo, comunque doverosamente trattato da un messaggio municipale separato riguardante il progetto Prossimità nel Locarnese, cui Minusio intende aderire. La minoranza commissionale faceva poi un confronto fra le due proposte, rilevando che mentre “il territorio del Piano è sì più piccolo, ma anche più dispersivo”, quello coperto dalla polcom di Locarno “avrebbe (con Minusio, ndr.) un territorio più grande, ma gestito con un numero doppio di agenti”. Polizia di Locarno che tra l’altro già sperimenta con successo da anni il modello di suddivisione in due parti – operativa-interventistica e operativa-territoriale – che invece sul Piano, proprio con l’arrivo di Minusio, si delinea come novità. Minusio, stando a Zwikirsch, rischia inoltre di perderci quanto a servizio di prossimità; senza dimenticare che i risparmi operati con il Piano sarebbero, per la minoranza, tutti da dimostrare a posteriori. In estrema sintesi, “la minoranza non riesce a togliersi il dubbio che con la soluzione proposta dal Municipio si finisca col rafforzare la Polizia del Piano a discapito del nostro Comune”.
Tutti argomenti che il Consiglio comunale non ha reputato sufficientemente pesanti per frenare la corsa verso il Piano e attendere, come richiesto dall’Usi, un approfondimento dell’opzione con Locarno. Raccogliendo anche l’invito di Lorenzo Tomasetti (Uniti x Minusio), secondo cui «il Municipio ha fatto i compiti ed è ora di avere il coraggio di decidere di fare qualcosa», la convenzione transitoria con Gordola (Comune sede) è infine stata approvata con 24 sì, 5 no (tutta la Sinistra) e un’astensione. Da notare che in apertura di serata la stessa Usi – spalleggiata al voto da Uniti x Minusio – aveva chiesto in rinvio del messaggio poiché mancavano i rapporti delle Petizioni. Bocciata di misura questa eventualità, per altro, Uniti x Minusio ha votato compatto a favore della convenzione, la cui nascita è dovuta al lavoro preventivo svolto dai due capidicastero incaricati, ovvero sia Renato Mondada per Minusio e René Grossi per Gordola.
Nella “seratona” dei messaggi che contano – fra i quali il preventivo 2022, con un moltiplicatore mantenuto al 78% – il legislativo ha pure approvato il credito di 550mila franchi quale partecipazione del Comune al progetto di fermata Tilo a Minusio – sorgerà fra via Verbano e il passaggio a livello di via San Quirico – più altri 324mila per le opere annesse di valorizzazione e di arredo stradale di via Verbano e via Remorino. L’inizio dei lavori, ricordiamo, è previsto entro l’autunno del 2022, mentre la messa in servizio avverrà nel dicembre del 2023.
Stando al Municipio, la fermata Tilo con annessi e connessi “modificherà sensibilmente l’offerta del trasporto pubblico e fungerà da nuova porta alla zona lago”. Da qui la proposta, inserita nel messaggio, del progetto di sviluppo territoriale del comparto in prossimità della fermata, alla quale potrà tra l’altro anche fare riferimento un servizio di trasporto pubblico interno nella zona bassa di Minusio. In concreto, sarà raddoppiata la linea ferroviaria per un tratto di circa 530 metri, saranno posati due scambi e realizzati due marciapiedi fra il ponte Remorino e via San Quirico, collegati tra loro tramite l’esistente sottopasso Remorino. Sono previsti anche delle aree “Bike&Ride” (di cui una coperta all’interno del parcheggio pubblico dell’ecocentro) e 5 accessi pedonali da e per la fermata. Il tutto costerà 5,7 milioni, di cui il 60% finanziato dall’agglomerato e il rimanente 40% dalla Confederazione. I 550mila franchi votati dal Consiglio comunale corrispondono al contributo massimo a carico di Minusio.
In tema di fermata Tilo, da segnalare l’intervento quasi “lirico” di Valentina Aricò-Respini (Plr), favorevole a «una fermata di prossimità, dotata di stazionamento “bike sharing” e abbinata a una riqualifica del comparto». Pure a sostegno si è espresso Andrea Branca, a nome di Uniti x Minusio, mentre dagli stessi banchi si è levata la voce di Ignazio Maria Clemente, che a monte di un sì «sofferto e ragionato» al messaggio non ha nascosto le sue preoccupazioni riguardanti la sicurezza (messa a rischio dall’afflusso e dalla concentrazione di persone) e l’impatto della fermata sulla zona a livello naturalistico, nonché le perplessità «sulla reale messa in funzione delle misure di accompagnamento per realmente collegare la collina alla nuova fermata».