La terza tappa dei lavori sulla collina di Ascona prevede un investimento di oltre due milioni di franchi
Proseguirà con un investimento di 2,1 milioni di franchi il restauro del Monte Verità di Ascona. I lavori della prima tappa e della seconda tappa sono già stati eseguiti: tetto-terrazza dell’albergo, le case Anatta (museo), dei Russi e Selma, come pure il padiglione Elisarion. Ora, per la terza fase, tocca alle facciate dell’hotel, costruito in stile Bauhaus e annoverato fra i beni culturali d’interesse cantonale. La spesa che sarà sostenuta dalla Fondazione Monte Verità, beneficerà di sussidi cantonali (498mila franchi), federali (cifra non ancora resa nota) e comunali (200mila franchi). Il Municipio di Ascona chiederà il relativo credito al Consiglio comunale nel corso della prossima seduta.
Il messaggio del Municipio fornisce dettagli storici legati alla presenza dell’imponente hotel, utilizzato tuttora, anche per ospitare convegni e seminari. “Dal 1925 al 1964 la ‘Montagna della Verità’ appartenne al banchiere e collezionista d’arte germanico Eduard Von Der Heydt, che la acquistò su consiglio della pittrice russa Marianne von Werefkin. Egli incaricò l’architetto Emil Fahrenkamp di costruirvi un albergo in stile Bauhaus, che divenne un luogo d’incontro mondano, capace di richiamare prestigiose personalità, fra cui intellettuali, artisti, finanzieri e politici. Nel 1964 il barone donò la proprietà del Monte Verità, inclusa parte della sua collezione d’arte orientale, al Canton Ticino. Dal 1989, con la costituzione della Fondazione Monte Verità il centro ospita importanti congressi scientifici e umanistici”. Da oltre 100 anni la collina che sovrasta il borgo è uno dei più importanti centri culturali europei, consacrati alla ricerca filosofica e alla produzione artistica. Tra le figure più importanti che hanno frequentato Ascona si possono ricordare Hermann Hesse, Isadora Duncan, Jean Arp, Erich Maria Remarque e Marianne von Werefkin.
L’obiettivo del nuovo progetto di restauro è quello di ripristinare l’aspetto e le caratteristiche assunte dall’albergo dopo i lavori fatti eseguire dal barone Von Der Heydt negli anni 1935-1937, “coerentemente con quanto già eseguito nell’ambito della prima tappa, con il tetto-terrazza – indica il Municipio –. L’intervento sarà di tipo conservativo: verranno rifatti gli intonaci di finitura delle facciate e restituiti con le colorazioni originali”. Saranno adottate anche alcune soluzioni nascoste sotto la pavimentazione per ridurre i fenomeni di umidità e il conseguente degrado degli intonaci alla base delle pareti esterne.
Sono previsti pure altri interventi. Verranno ricostruite le finestre in legno degli uffici, delle camere e dei bagni della facciata ovest: quelle originali erano state sostituite negli anni Settanta con infissi in acciaio. Anche i serramenti sul lato nord, ormai irrimediabilmente rovinati, saranno sostituiti. Stessa sorte per le tapparelle: quelle moderne in Pvc lasceranno spazio a “rolladen” in legno, in linea con quelle che si usavano ai tempi della costruzione dell’albergo. E ancora: le originali mattonelle in gres rosso prenderanno il posto delle lastre di cemento che oggi pavimentano il terrazzo e delle piastrelle utilizzate per le logge “restituendo omogeneità e coerenza costruttiva pure a queste parti dell’edificio. Altre opere riguarderanno la ricomposizione parziale dell’atrio d’ingresso e il ripristino dei colori originali delle scale ai livelli 3 e 4, concludendo in parte i cicli di restauro precedenti, che all’interno avevano coinvolto i piani delle camere”. Il progetto, annota il Municipio, è stato condiviso con l’Ufficio dei beni culturali che dal canto suo lo ha già approvato.
“Riteniamo che l’importanza non solo culturale ma anche turistica del Monte Verità rappresenti per il Comune di Ascona, e non solo, un elemento molto importante che va salvaguardato e sostenuto – conclude l’esecutivo –. Anche per questi motivi consideriamo corretto sostenere il progetto di restauro dell’albergo Monte Verità, che renderà la struttura alberghiera più attrattiva e al passo con i tempi”. In sostanza, il Comune – seguendo le indicazioni della Legge sulla protezione dei beni culturali – parteciperà per il 10 per cento della spesa, fino a un massimo di 200mila franchi, versando il primo acconto (20mila franchi) al momento in cui inizieranno i lavori.