Dopo l’abbandono del progetto contemplato dal Parco nazionale, i Municipi di Terre di Pedemonte e Onsernone e il Patriziato ne studiano il rilancio
Il 12 giugno 2018, con il “no” pronunciato in consultazione popolare nei Comuni toccati dalla proposta, veniva definitivamente a cadere il Progetto del Parco Nazionale del Locarnese. E, con esso, di fatto, caddero come pedine di un domino tutti quelle iniziative e quei progetti in esso contenuti. Molti in maniera definitiva. Molti, ma non tutti. Perché grazie all’interessamento di alcuni enti pubblici, qualcosa ha potuto essere salvato. È il caso del progetto di una capanna alpina sul Monte Salmone, cima a 1’560 metri di quota posta sullo spartiacque tra Vallemaggia e Valle Onsernone, con un’appendice verso le Terre di Pedemonte. Un’idea sicuramente interessante e valida, quella del rifugio, dal momento che la zona è meta ambita di molti appassionati di montagna ed escursionisti che vi potrebbero così trovare un posto caldo per la notte e un riparo in caso di bizze meteo. Rafforzata, negli ultimi tempi, dalla realizzazione della Via alta della Vallemaggia e, di quella in fase di pianificazione, dell’Onsernone, per le quali una capanna in questa zona “capolinea” dei rispettivi tracciati potrebbe tornare sicuramente utile. I rifugi in Ticino, si sa, sono dei punti di ristoro frequentati da escursionisti di passaggio, punto di partenza per gite e passeggiate e come collegamento tra diversi percorsi di montagna. Ma sono anche delle vere e proprie destinazioni per chi desidera trascorrere una notte in quota, in piena tranquillità.
A coordinare il lavoro degli enti coinvolti (Comune di Onsernone, Comune delle Terre di Pedemonte e, come detto, Patriziato generale delle Terre di Pedemonte e Auressio) è Elia Gamboni (responsabile dell’Antenna subregionale Ers Centovalli-Onsernone-Terre di Pedemonte). «Caduto il progetto del Parco, Comuni e Patriziato si sono interrogati sulla necessità di trovare una soluzione alternativa a questa idea, spiega. In pratica si tratta di ripartire con un progetto ex novo alternativo a quello a suo tempo elaborato, che era ben più oneroso e corposo. Dopo un sopralluogo che ci ha permesso di meglio inquadrare il contesto, ci sarà ora da stabilire, coinvolgendo ovviamente anche l’architetto, come proseguire».
A credere nella capanna alpina sul Monte Salmone è anche il Patriziato, conferma Paolo Monotti, presidente: «Uno dei temi sul tavolo del recente incontro col Municipio delle Terre di Pedemonte è proprio questo. Come Patriziato posso dire che noi ci siamo. Di principio vediamo di buon occhio quest’opera. Sono sorti, negli ultimi tempi, diversi percorsi di trekking e sono sicuro che l’appoggio al progetto, dall’esterno, non mancherà. Ricordo, non da ultimo, che la scorsa primavera è stata anche ricostituita la Società escursionistica onsernonese, decisa a promuovere i sentieri e, in generale, questo tipo di attività. Ritengo che sia un buon esempio di lavoro svolto in accordo e con la collaborazione di enti che operano a favore di uno stesso territorio», conclude Monotti.
Gli fa eco Stephan Chiesa, sindaco di Onsernone, il quale ribadisce che «come Comune sosterremo il progetto anche se non riguarda direttamente fondi di nostra proprietà. Occorrerà un elaborato nuovo e la messa in campo delle necessarie sinergie. La Società escursionistica onsernonese, che in novembre terrà la propria assemblea costitutiva, intende occuparsi anche del rilancio delle capanne Arena e del rifugio Ribia, in alta valle. C’è dunque molta carne al fuoco per i mesi a venire».
«Designare un architetto-progettista, con esperienza in materia di capanne alpine, che ci possa accompagnare nella realizzazione di questa struttura è stata la riflessione dalla quale siamo partiti, dopo l’incontro con il Patriziato – afferma Fabrizio Garbani Nerini, sindaco di Terre di Pedemonte. «A livello di contenuti, ci siamo resi conto che non potremo recuperare i vecchi diroccati (o gli edifici) presenti, dal momento che le trattative con i privati non hanno portato ai frutti sperati. L’idea è quindi quella di chiedere al Cantone di far capo a un’ubicazione vincolata, per la costruzione di un edificio ex novo. Fondamentale, a tal riguardo, sarà entrare in rete con le vie alte della Vallemaggia e della Valle Onsernone – prosegue il sindaco –. Infatti solo se il rifugio entrerà a far parte di un discorso più ampio di percorsi di più giorni potremo ottenere il permesso».
Per quanto attiene i contenuti, «ci ispiriamo alle capanne già presenti su questi itinerari alpini, dotate mediamente di un 20-25 posti letto, per evitare che Salmone diventi un collo di bottiglia. La nuova costruzione dovrà sorgere su un fondo patriziale, in modo da evitare lunghe (e spesso complicate) trattative con i privati. Importanti saranno anche i contatti preliminari con il Cantone. Dovremo essere certi di muoverci nella giusta direzione sin dall’inizio» – conclude il nostro interlocutore.