Locarno, nuova interrogazione al governo sulle lungaggini riguardanti la sistemazione delle infrastrutture. Chiesti lumi anche sui rapporti con gli investitori privati
Ormai all'Aeroporto cantonale di Locarno, interpellanze e interrogazioni al governo hanno superato, di gran lunga, i movimenti aerei annui. L'ultimo atto parlamentare al riguardo, in ordine di tempo, arriva da Maura Mossi Nembrini, granconsigliera del gruppo “Più donne”. Nella sua interrogazione, che segue di circa due mesi la tromba d'aria che ha in pratica demolito totalmente il vetusto hangar 1 dell'aerodromo, la parlamentare bellinzonese ripercorre, brevemente, le principali tappe della storia di questa importante infrastruttura aerea civile e militare. “L'Aeroporto – annota – ha contribuito allo sviluppo di una vera e propria cultura aeronautica e una notevole competenza in questo specifico settore. Senza scordare l’indotto in posti di lavoro e formazione, soprattutto qualificati, e in ricadute sull’economia, che queste presenze hanno significato e significano. L’Aeroporto cantonale di Locarno dà oggi lavoro a più di duecento collaboratori (una mini Officina Ffs di Bellinzona) come confermato dallo stesso Consiglio di Stato”.
Ma il motivo dell'interrogazione non è ovviamente quello di ripercorrere le pagine ingiallite del passato, bensì di richiamare, una volta ancora, l'attenzione del Consiglio di Stato sui ritardi accumulati nell'aggiornamento delle infrastrutture civili. “La Direzione dell’Aeroporto cantonale di Locarno, del Dipartimento del territorio e la Sezione della logistica del Dfe, in collaborazione con la Confederazione (Base aerea Locarno ed Armasuisse di Berna), Skyguide SA, le associazioni basate nell’aeroporto (Aero Club svizzero e l’Associazione Locarnese e Bellinzonese per l’aeroporto Alba) hanno elaborato un Masterplan urbanistico che ha definito il riordino necessario per dare funzionalità alle infrastrutture (civili e militari). Il Consiglio di Stato nell’ottobre 2017 ha chiesto al Gran Consiglio un credito per la progettazione del rifacimento dell’aviorimessa numero uno e per un contributo alla realizzazione della nuova centrale energetica a legna della Base aerea di Locarno. Il Gran Consiglio ha approvato il credito nel febbraio 2018” – ricorda la parlamentare. Sulla base di queste considerazioni, chiede se il Consiglio di Stato intenda perseguire la strategia cantonale di gestione delle infrastrutture logistiche aeroportuali di Locarno, in cui lavorano più di 200 persone, definite nel Masterplan urbanistico, consolidato con la Confederazione, e base del progetto di rifacimento dell’Aviorimessa numero uno approvato dal Gran Consiglio nel febbraio; in caso di risposta affermativa quali saranno i prossimi passi; se è stata paventata l’intenzione di affidare a privati l’ammodernamento delle vetuste infrastrutture logistiche civili, in controtendenza con le strategie cantonali dell’aeroporto di Sion (in fase di passaggio al Cantone), di Berna (dove il Cantone ha svolto un ruolo centrale nello spostamento di una strada cantonale e nell’allungamento della pista), di Payerne (apertura all’aviazione civile promossa dai due Cantoni-sede), di Buochs/Stans (progetto cantonale che assicura, per ora, tremila posti di lavoro qualificati) e Samedan (privatizzazione abbandonata a favore di un sostanziale intervento degli enti pubblici)”. Anche in questo caso, se la risposta del governo sarà positiva, la firmataria vuole sapere se essa rientri nelle competenze del governo o debba essere sottoposta a pubblico concorso e al Gran Consiglio.
Ulteriori domande riguardano la strategia cantonale in materia d'infrastrutture aeronautiche civili (“essa ha comportato investimenti a fondo perso per l’aeroporto Lugano/Agno e per la prima fase di civilizzazione dell’ex aerodromo militare di Lodrino?”) e la disponibilità, del Cantone, a investire per l'Aeroporto cantonale in modo da assicurare una corretta gestione a medio e lungo termine a tutela degli oltre attuali 200 posti di lavoro, compresa una decorosa sede alla direzione aeroportuale che dagli anni Sessanta, in attesa dei vari progetti mai realizzati, è collocata transitoriamente in edifici prefabbricati”.
Non mancano, in conclusione, gli accenni specifici ai danni del maltempo dello scorso mese di luglio. In particolare la necessità d'intervenire col rifacimento dell'aviorimessa distrutta, così da assicurare le necessarie, idonee, condizioni di lavoro ai dipendenti della ditta affittuaria.