Oggi a Locarno, per la manifestazione pro Csoa luganese, si attendeva una fazione antagonista pronta ad affrontare i “criminali e degenerati”
Si è idealmente stemperata nel fruscio di due bandiere svizzere riarrotolate e riposte, la tensione che ha accompagnato a Locarno la manifestazione a sostegno dei molinari luganesi. Il contingente dei Giovani patrioti ticinesi atteso in stazione a Muralto dalle 18 per una contromanifestazione si è infatti fermato a due giovani elementi, che dopo una mezz'ora abbondante di attesa di rinforzi hanno reimpacchettato il loro scarno armamentario per tornarsene a casa. «Probabilmente – hanno spiegato alla “Regione” i due ragazzi, riconoscibili per la loro T-shirt nera con la sagoma del canton Ticino e l'effigie del gruppo – è stato a causa del preavviso troppo stretto dato agli altri». Il tam-tam d'invito al presidio è infatti scattato soltanto ieri sera, martedì, raccogliendo tutt'al più qualche “like”, ma nessun movimento spontaneo fin sulle rive del Verbano.
Nell'ottica di uno svolgimento pacifico dell'incontro fra e per i molinari, è stato meglio così. Questo, considerando che sotto il termine “Mobilitazione”, il volantino dei patrioti chiedeva ai simpatizzanti di “agire contro la violenza, la criminalità e il vandalismo dei molinari!”. Autogestiti che, avvisavano gli organizzatori della contromanifestazione, si sarebbero incontrati dalle 17 in zona Castello Visconteo. L'appello degli oppositori era quello di “scendere in piazza per dire stop alla degenerazione degli autogestiti”. Degenerati ma non solo, anche “criminali nelle strade” – così sono stati definiti i ragazzi vicini al Csoa il Molino – che farebbero della violenza e dell'intimidazione le loro armi.
Di degenerazione, violenza e intimidazione non s'è naturalmente vista l'ombra, in Piazzetta Remo Rossi. Sotto il Castello il centinaio abbondante di manifestanti pro Molino ha testimoniato la vicinanza agli amici orfani del centro sociale autogestito annientato sabato notte dalle ruspe, con canti, balli, qualche parola di circostanza e una lettura. L'unico neo, a volerlo cercare, stava nell'assenza pressoché generalizzata di mascherine...
Dovutamente protetti erano invece, in stazione, i due Giovani patrioti, i cui movimenti sono stati osservati da un discreto presidio di polizia (comunale e Polfer). Controllati all'arrivo, ricontrollati prima della partenza da due agenti in borghese, i ragazzi hanno infine desistito, mentre un chilometro a sud si continuava a bere e a ballare.