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Quella richiesta di risarcimento milionario al Cantone...

Una sentenza del Tribunale federale riporta d'attualità il caso del buco in una cassa pensione che aveva sede a Gordola

Una vicenda intricata che si trascina da anni (Ti-Press)
24 marzo 2021
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Tutto, o quasi, da rifare. Recentemente il Tribunale federale di Losanna si è espresso su una vecchia vicenda che vede contrapposti una Fondazione di previdenza (Lpp) e il Cantone Ticino. La prima chiede al secondo un risarcimento di oltre 15 milioni di franchi. Stando alla Fondazione, anni fa – quando svolgeva il compito di vigilare sulle fondazioni Lpp – il Cantone si sarebbe accorto “con colposo ritardo” delle irregolarità nella gestione dei conti della cassa pensione e per lungo tempo non avrebbe “adottato i provvedimenti necessari”.

A un certo punto del lungo iter legale, la Pretura di Bellinzona aveva deciso che la richiesta di risarcimento era giunta fuori tempo massimo. La Fondazione si era perciò rivolta dapprima alla Seconda camera civile del Tribunale d’appello (che ha respinto la richiesta) e quindi al Tribunale federale, che invece le ha dato ragione. In sostanza il Cantone aveva ritardato – a causa della complessità del caso – le risposte alle istanze della Fondazione e quindi per quest’ultima non era stato possibile presentare la domanda di risarcimento nei tempi previsti dalla Legge. Un ritardo plausibile e accettabile. Per i giudici di Losanna il ricorso è quindi accolto e la sentenza del 12 marzo 2018 della Seconda camera civile del Tribunale d’appello viene annullata. La causa torna alla Pretura del Distretto di Bellinzona “affinché statuisca nuovamente ai sensi dei considerandi dopo aver esperito gli atti istruttori mancanti”.
Le spese giudiziarie di 40mila franchi sono poste a carico del Cantone Ticino, il quale dovrà pure rifondere alla ricorrente, un importo di 20mila franchi a titolo di ripetibili per la sede federale.

Fin qui la sentenza più recente, che rimanda tutti alla casella di partenza. Cioè alla richiesta di risarcimento milionaria del 24 dicembre 2015.

Fondata nel 2007, ma subito i dubbi sui conti

Per chiarire i contorni, occorre scavare in un passato ancora più remoto. Nel 2007 viene fondata una cassa pensione con sede a Gordola, ma attiva in Svizzera interna: la Fortius Pension Found. A vigilare sul suo operato è l’autorità cantonale, che svolge questo compito fino al 2012, quando cambia la legge; da lì in poi entra in gioco la Vigilanza sulle fondazioni e Lpp della svizzera orientale, con sede a San Gallo.

Proprio nel 2012 emergono sospetti di gravi irregolarità. La nuova autorità di vigilanza sospende un membro del Cdf e ne destituisce altri due. Viene designato un amministratore/commissario e la sede è spostata d’ufficio a San Gallo. Emerge un buco di alcuni milioni di franchi e la Fortius viene sciolta qualche anno dopo. Danneggiati circa quattromila affiliati, dipendenti di un’ottantina di ditte nella Svizzera interna.

La stampa svizzero tedesca all’epoca ha dato risalto all’episodio, che dimostrava ulteriormente la mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi delle casse pensioni. Lacune poi colmate con l’entrata in vigore nell’agosto del 2011 di normative più severe per i fondi pensione.

Nel caso in questione i due dirigenti, finiti sotto inchiesta a Zurigo, tramite una rete di una mezza dozzina di società avevano fatto uso dei soldi dei pensionati per onorari principeschi e speculazioni immobiliari. Il procuratore generale zurighese rinfaccia loro delitti patrimoniali e amministrazione infedele per un importo di alcuni milioni di franchi.

A questo punto resta aperta la questione della vigilanza. Il Cantone Ticino che ha svolto questa funzione fino al 2011 non si era accorto di nulla? Alcune informazioni emergono dalla risposta a un’interrogazione parlamentare di Carlo Lepori e Pelin Kandemir Bordoli del 2013. Il Consiglio di Stato allora scriveva che già nei primi anni dopo la costituzione della Fondazione aveva chiesto delucidazioni su aspetti non chiari della documentazione finanziaria. Di più: non aveva approvato i conti annuali della stessa cassa pensione. Erano state rilevate irregolarità negli investimenti immobiliari, eccessivi rispetto alle disposizioni di legge. Nel 2010 l’ufficio di revisione della Fortius aveva invece definito conforme il conto annuale e una perizia aveva stabilito che le lacune riscontrate non compromettevano l’andamento del fondo. I conti degli anni successivi passano al vaglio della Vigilanza sulle fondazioni di San Gallo e lì le questioni amministrative si trasformano in un caso penale. Nel 2013 il Consiglio di Stato aveva affermato, nero su bianco, che “al momento non emergono elementi concreti di una responsabilità del Cantone”. Ora, però, come richiesto dal Tribunale federale, la palla torna nel campo della Pretura distrettuale di Bellinzona che dovrà esaminare l’intera vicenda ed entrare nel merito della richiesta di risarcimento a sei zeri.