Per la centrale a cippato, il bilancio 2019 è in attivo. Ma il risultato è frutto dell'impiego dei fondi per le energie rinnovabili versato alla SA dal Comune.
Un utile ben augurante ma che non deve, al momento, illudere. Perché senza il contributo comunale prelevato dal Fondo per le energie rinnovabili (Fer) e riversato sul conto della Centovalli E più SA, il bilancio 2019 avrebbe presentato numeri in rosso. Così, invece, non è poiché per la prima volta dalla sua messa in funzione nel marzo del 2016, la Centrale a cippato di quartiere di Intragna chiude con un utile d'esercizio. Un leggero avanzo di 2640 franchi per la precisione. Il rendiconto finanziario giunge con alcuni mesi di ritardo a seguito della situazione pandemica che ha prorogato i consueti tempi di revisione dei conti.
Centovalli, Comune che detiene la maggioranza delle azioni di questo innovativo impianto, ha infatti deciso di versare un contributo significativo di 60mila franchi nelle caldaie. Questa somma, assieme alla rinuncia del prestito postergato di mezzo milione, è una delle misure di risanamento dei conti proposte, a suo tempo, dal CdA e poi avvallate sia dall’assemblea degli azionisti, sia dal Consiglio comunale. Sul fronte entrate, si è registrato un aumento dei ricavi derivanti dalla vendita di energia, mentre quelli della locazione dei posteggi a lato della centrale, in zona Vallare, è in continua diminuzione. Dal 2020 questi stalli sono stati messi a disposizione con un sistema a parchimetro digitale (parkingpay). “Verosimilmente, si legge nel rapporto di gestione 2019, si sarebbero potuti affittare a ditte che occupano frontalieri – come in passato il posteggio in zona Cisüra – Tuttavia il CdA ritiene che con la costruzione della nuova funivia Intragna-Pila-Costa e del terzo binario presso la stazione della Fart di Intragna, questi posteggi potranno divenire importanti per la gestione del traffico locale, che, si spera, potrà far recuperare alla SA parte di questi introiti nei prossimi anni”.
Per quanto riguarda i costi, in generale sono rimasti stabili; da evidenziare che nel 2019 è stata necessaria una riparazione del sistema ventilazione della “grande stufa”, che ha causato una spesa non prevista di poco superiore agli 11mila franchi. Altra nota riportata nel rapporto di revisione è la registrazione, nel 2019, di circa 10mila franchi di fatture arretrate, giunte dunque tardi per il precedente conteggio. Per migliorare la redditività dell’impianto si sono intrapresi, lo scorso autunno, alcuni accorgimenti tecnici e informatici sia in centrale, sia presso la casa anziani San Donato, il maggior utente beneficiario del teleriscaldamento. I risultati di queste modifiche si potranno tuttavia vedere unicamente nei prossimi bilanci. Secondo le stime fornite, dovrebbero portare a un risparmio quantificato tra i 5 e i 10mila franchi annui.
Nel frattempo, è stata data la disdetta del contratto di fornitura di cippato alla ditta incaricata, in modo tale che si possa aprire un nuovo concorso per la fornitura a partire dal 2022. Anche in questo caso l'auspicio dei vertici della SA è quello di poter strappare dei prezzi leggermente più bassi degli attuali.
Allo scopo di aumentare ulteriormente la sostenibilità del teleriscaldamento, la Centovalli E Più SA ha deciso di coniugare le fonti di energia rinnovabili con tecnologie innovative. Altra misura che consentirà di ridurre la voce dei costi e incrementare gli introiti è infatti la recente posa di un impianto fotovoltaico sul tetto della centrale, finanziato grazie ai sussidi. Secondo gli ingegneri progettisti, il possibile risparmio annuo si attesterà mediamente sui 4mila franchi. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso l'aumento della quota di energia da fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di CO2.
Due parole, infine, sul 2020 della centrale termica; un anno condizionato, come noto, dalla pandemia che, tuttavia, non dovrebbe avere ripercussioni particolari sull'andamento congiunturale della struttura. Evidentemente i vertici della SA seguono con attenzione gli sviluppi della situazione sanitaria. Appare comunque certo che il Covid-19 non metterà in discussione la continuità dell'attività aziendale. A condizionare i risultati d'esercizio è, più che altro, l'andamento climatico. Inverni lunghi e rigidi possono portare a un trend di crescita dei consumi di vettori energetici sicuramente rilevante. Il clima mite, al contrario, non favorisce la domanda di energia termica, condizionandone i ricavi dalla vendita.
La centrale termica di 1'650 kW è formata da due caldaie a cippato di legna di, rispettivamente, 1'200 kW e 450 kW di potenza. Questa combinazione permette di gestire, in modo ottimale, la combustione anche nei periodi con bassa richiesta di calore. È il caso dell'estate, quando rimane in funzione unicamente la caldaia più piccola per garantire il fabbisogno di acqua calda sanitaria strettamente necessario; nelle mezze stagioni, invece, è in funzione quella più grande e nei periodi più freddi, infine, entrambe. La costruzione comprende inoltre due depositi di cippato con una capienza totale di 300 metri cubi, che garantiscono un’autonomia di una decina di giorni all'impianto. In caso di emergenza o durante i periodi di manutenzione delle caldaie a legna, la centrale è dotata di una caldaia di supporto a olio combustibile di 430 kW di potenza.