Malgrado le restrizioni imposte dalla pandemia, al Centro di pronto intervento si è lavorato con dedizione e coraggio per garantire la prontezza d'intervento
Lockdown e pandemia hanno avuto ripercussioni, lo scorso anno, sul lavoro dei Civici pompieri di Locarno. L'organizzazione, tuttavia, grazie ai suoi militi, quadri e ufficiali ha potuto mantenere la rotta in questi momenti tumultuosi, caratterizzati da un’anomala “calma piatta”.
Lo afferma il comandante, Alain Zamboni, nella "prefazione" al bilancio 2020 trasmesso ai media. Malgrado il numero inferiore di spostamenti sul territorio e le persone costrette a casa dalla chiusura di quasi tutte le attività, in caserma l'impegno non è mi venuto meno. I pompieri cittadini hanno sempre garantito la dovuta prontezza d'intervento. Risparmiata dal covid-19, grazie all'adozione di tutte le misure preventive, l'unità, composta in buona parte da volontari, ha svolto come ogni anno una costante formazione antincendio e di aggiornamento all'uso del materiale in dotazione. Un'istruzione rivista nei numeri, indispensabile per assicurare una prontezza d'intervento qualitativamente efficace. “Ebbene – rileva Alain Zamboni – negli ultimi mesi i miei militi hanno dimostrato di essere uomini, assicurando a tutta la popolazione un servizio infaticabile e assumendosi a volte anche dei rischi, ma non venendo mai a meno alla loro missione”.
Incuranti dell'epidemia, padri di famiglia, mariti, fratelli e figli in divisa hanno dunque continuato a mettersi a disposizione della cittadinanza, lasciando da parte preoccupazioni e stanchezza per servire la popolazione 24/24, tutto l'anno. Con umanità e passione sono stati superati i momenti difficili. Da segnalare che in termini di risorse umane, il 2020 ha consentito di risolvere al meglio il problema della disponibilità di militi per il picchetto diurno-feriale (“un ulteriore passo in direzione di un graduale alleggerimento dei nostri volontari in questa fascia lavorativa”).
L’organico complessivo dell'unità fa stato, a fine 2020, di 135 uomini, 97 dei quali pompieri urbani, 38, invece, quelli della sezione di montagna.
Sul fronte della casistica, il 2020 va considerato in norma con gli altri anni. Da evidenziare due momenti d'intensa attività a seguito del maltempo di fine agosto e inizio ottobre e in occasione dell’incendio alla sommità del Pizzo Trosa, che ha impegnato per diversi giorni i militi della Sezione montagna (imponente anche l'apporto assicurato dagli elicotteri).
Per gli amanti delle statistiche segnaliamo che i veicoli sono accorsi 297 volte per incendi di edifici, 49 per casi d'inquinamento, 95 per allagamenti e 24 per domare incendi boschivi. Di giorno le sirene hanno suonato 263 volte, 109 la notte; agosto il mese più caldo per i pompieri, con 66 interventi; al venerdì spetta invece il primato di richieste d'aiuto tra i giorni della settimana. Infine le località: i Civici pompieri sono accorsi 148 volte nel comparto cittadino; seguono i Comuni di Ascona e Brione s/Minusio.
L'anno “indimenticabile” appena trascorso ha visto concretizzarsi anche l'ammodernamento della sede del Centro di pronto intervento. A partire dal “rifacimento della pavimentazione e della pensilina del nostro deposito (volevo scrivere caserma, ma poi consultando il vocabolario Treccani, ho avuto la conferma di come questo termine sia ampiamente abusato in Ticino e ho lasciato il termine “deposito”), in quei pochi mesi di cantiere, con qualche trambusto, siamo riusciti lo stesso a mantenere il nostro servizio di primo intervento; di questi lavori siamo grati al Municipio e ai servizi comunali competenti, come pure a tutte le maestranze che le hanno concretizzate”.
Su scala cantonale, lo scorso anno è stato caratterizzato da importanti sviluppi. In piena pandemia sono stati modificati significativamente gli statuti della Federazione. Degni di nota di questi cambiamenti sono: la denominazione che passa da Federazione cantonale ticinese dei corpi pompieri (FCTCP) a semplicemente Federazione pompieri ticino (FPT); la riduzione del numero dei membri del Consiglio direttivo, da 11 a 5 in rappresentanza delle 5 regioni del cantone; l’istituzione del Consiglio dei comandanti (CdC) e della Conferenza regionale dei comandanti. Una “governance” moderna, flessibile e che assegna il primato delle scelte ai comandanti dei diversi corpi pompieri, i quali nell’ambito dei lavori del CdC potranno essere parte attiva delle future scelte della nostra organizzazione capello.