Locarnese

Locarno, 'il problema burkini non è di nostra competenza'

Sulla mozione di D'Errico-Caldara chiedente il divieto di questo indumento negli stabilimenti balneari comunali e nelle spiagge il Municipio è contrario

3 marzo 2021
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Divieto di burkini, il Municipio di Locarno risponde picche alla delicata mozione del 6 aprile 2017 presentata dal già consigliere comunale Aron D’Errico e in seguito ripresa da Omar Caldara e cofirmatari. Secondo l'esecutivo di Palazzo Marcacci, il costume da bagno indossato dalle donne di religione musulmana, legato a un'idea di pudore, consente alla donna che lo porta di sentirsi spesso comunque più libera di andare in spiaggia, cosa che altrimenti non farebbe o non potrebbe fare. Di parere opposto i mozionanti, a detta dei quali il burkini sarebbe esclusivamente un “indumento ideologico fondamentalista, retrogrado e barbaro... incompatibile con i valori fondamentali della Svizzera”.
Indipendentemente dalla fondatezza o meno di queste preoccupazioni sollevate dai mozionanti, secondo l'autorità cittadina il Municipio non dispone di ampi margini di manovra, in quanto all’ente comunale competono soltanto funzioni di polizia locale sulla base di disposizioni di leggi cantonali di polizia e ordine pubblico, prevedenti se del caso delle esplicite deleghe. “Ricordiamo che, a livello cantonale, si è legiferato per quanto riguarda la dissimulazione del volto negli spazi pubblici, ciò che è altra cosa che l’indossare un indumento come nel presente caso. Non rappresentando con tutta evidenza un problema di ordine pubblico, un divieto dell’indumento burkini non rientra e non rientrerebbe anche in futuro nelle competenze del Comune di Locarno. Dubitiamo d’altra parte che una simile regolamentazione, da adottare a livello cantonale,  potrebbe essere conforme alle nostre costituzioni federale e cantonale, nella misura in cui un tale divieto non prevarrebbe, tra l’altro, sul diritto costituzionale alla libertà che dev’essere garantita a ogni cittadino”.

Libertà di scelta sull'abbigliamento da indossare, nessun rischio per la sicurezza pubblica

Sempre secondo il Municipio cittadino, “dubitiamo che possa prevalere un interesse pubblico, né stentiamo a ravvisarne uno, rispetto alla libertà che deve essere garantita a ogni persona di poter scegliere l’abbigliamento che più le aggrada. Un divieto come quello richiesto dai mozionanti potrebbe anche non portare ad alcun miglioramento per quanto riguarda l’ordine e la sicurezza ma piuttosto alimentare delle intolleranze e discriminazioni legate soltanto a chi non si conforma a vestirsi come la maggioranza della nostra popolazione. Se la preoccupazione dei mozionanti è effettivamente quella di combattere la sottomissione della donna, a volte costretta anche a vestirsi in un certo modo, la problematica non può essere risolta alla radice con un divieto di indossare uno specifico tipo d'indumento. Non dimentichiamoci che ci sono donne, non sottomesse a nessuno, che preferiscono indossare degli indumenti meno succinti di quelli che la nostra società occidentale veicola come più adatti
per andare in spiaggia”.

Alla luce di queste considerazioni il Municipio invita il legislativo a respingere la mozione.