Opposizioni contro la concessione della licenza edilizia per gli stabili. ‘Non rispettano i valori storici e paesaggistici della zona’
Il nucleo storico di Maggia conserva i tratti della tradizione architettonica locale, con tanti esempi di costruzioni antiche in sasso e viottoli pavimentati in pietra. Molte abitazioni sono state ristrutturate con rispetto, permettendo di conservare un'atmosfera autentica. E l'autorità locale ha vigilato, imponendo regole e norme pianificatorie chiare.
Ma ora, su un sedime dello stesso nucleo, sono spuntate delle modine che lasciano intuire l'edificazione di nuovi stabili di una certa dimensione. Alcuni confinanti si sono informati e dopo aver visionato i progetti hanno deciso d'inoltrare opposizione. Li abbiamo incontrati di fronte al caminetto accesso della loro caratteristica casa in pietra, con tetto in piode. Sono contrariati per diverse ragioni: «L'intervento previsto, proprio sulla fascia di terreno che delimita il nucleo, a nostro avviso deturpa la zona. Le due nuove abitazioni prefabbricate non si conciliano per nulla con la tradizione architettonica locale».
Nella loro opposizione, che è attualmente sul tavolo del Municipio, chiamato a concedere la licenza edilizia, entrano nei dettagli di quella che definiscono una vera e propria speculazione: «Non vengono per nulla rispettati i valori storici e paesaggistici della zona e le nuove case nasconderanno alla vista gli edifici rurali del nucleo, alcuni dei quali risalgono al 1600 e al 1700. Non possiamo accettare passivamente». Dubbi vengono espressi anche per quanto riguarda l'allineamento dei nuovi stabili, messi in diagonale rispetto alle case esistenti, per sfruttare fino all'ultimo centimetro le possibilità edificatore del sedime.
Il fatto che le due case saranno prefabbricate suscita grandi perplessità. Gli intervistati, citando le “Linee guida cantonali: interventi nei nuclei storici. Criteri di valutazione paesaggistica nell'ambito della procedura edilizia” (Edizione Dipartimento del territorio, 2016), ricordano che “costruzioni prefabbricate o costruite in serie che presentano tipologie totalmente estranee all'identità e alla cultura del costruito locale, mal si adattano a essere parte di un tessuto edificato con caratteristiche precise e proprie”.
Di più: ci deve essere armonia con gli edifici attigui e l'inserimento deve riprendere “le regole di crescita tipiche del sistema aggregativo e gli allineamenti delle costruzioni storiche”.
«In verità il progetto propone due nuove abitazioni monofamiliari non parallele tra loro e che si toccano in un solo punto. Una contiguità che, così come viene proposta, appare discutibile e di difficile riscontro nei nuclei tradizionali. I tetti, con pendenza dell'80 per cento (eccessiva per una copertura in tegole), presentano sporgenze importanti su gronde e frontoni (84 centimetri) e non riscontrabili in nessuna altra costruzione del nucleo, se non in presenza di balconi tradizionali. Probabilmente si tratta di uno stratagemma per poter ottenere una maggior altezza, visto che questa viene misurata da terra al canale di gronda. Così, contrariamente a quanto si riscontra nelle case vicine, potrà essere sfruttato appieno il terzo piano, che sarà abitativo. In altre parole, l'operazione immobiliare si allinea con i parametri della zona residenziale di Maggia piuttosto che con quelli imposti per il nucleo».
L'opposizione elenca pure altri aspetti. I due prefabbricati nasconderanno de facto la vista di buona parte del nucleo storico da sud e andranno a intaccare pesantemente la fascia verde che oggi fa da cuscinetto tra l'agglomerato tradizionale e i quartieri più nuovi di Maggia.
Senza dimenticare la prevista demolizione del balcone di facciata dell'antica casa retrostante, che sparirà per garantire le distanze necessarie alla nuova edificazione. In questo caso gli opponenti si chiedono se esiste la relativa licenza edilizia, che sarebbe già stata concessa: ne hanno chiesto una copia, senza ottenere riscontro.
In conclusione, secondo loro il progetto appare ingombrante e al di fuori da qualsiasi criterio di edificazione tradizionale, senza presentare aspetti di particolare valore estetico. «Per ora – annunciano – ci appelliamo al Municipio, nella speranza che la nostra istanza serva a bloccare questa speculazione. Ma ovviamente siamo disposti ad andare avanti nella nostra battaglia a difesa del nucleo storico».