L'Alba, Associazione che si batte a difesa degli interessi dell'aerodromo, ha pubblicato uno studio che ne evidenzia gli aspetti economici e imprenditoriali
Ben 193 posti di lavoro, in gran parte occupati da residenti; 15 aziende attive in permanenza per un fatturato annuo, complessivo, di 18,4 milioni e una massa salariale di 10,5 milioni; 124 velivoli basati a Locarno, per un valore degli aeromobili (civili) che si attesta sui 27 milioni di franchi. Un patrimonio immobiliare che supera i 100 milioni di franchi.
Sono, queste, solo alcune delle cifre dell'analisi micro-economica dell'Aeroporto cantonale (parte civile e militare) svolta dall'Alba, l'Associazione locarnese e bellinzonese per l'aeroporto. Numeri che testimoniano di quanto sia prezioso, per l'economia ticinese, il distretto aeroportuale in questione. Lo studio di questa realtà commerciale e dei suoi indotti è stato presentato mercoledì, alla stampa, dai suoi promotori. Servirà, ovviamente, nelle trattative future con il mondo istituzionale. Tra questi, Damiano Gianella, segretario e cassiere del Consiglio direttivo dell'Alba: «Si tratta di cifre importanti che spesso passano in secondo piano ma che dimostrano il ruolo chiave di questa infrastruttura per il nostro tessuto economico - ha esordito - Lo sappiamo che ci sono dei problemi di convivenza con le associazioni ambientaliste, non lo neghiamo. Tuttavia non dimentichiamo che l'Aeroporto dà lavoro a tanta gente».
Una prima radiografia di questa dinamica realtà imprenditoriale era stata allestita nel 2014. A distanza di 6 anni e malgrado i grandi cambiamenti intervenuti, a livello mondiale, nel mondo dell'aviazione (senza dimenticare le attuali difficoltà legate alla pandemia), la solidità di questo piccolo polo strategico (e di competenze industriali) non è mai stata intaccata. René Grossi, co-presidente dell'Alba e responsabile settore comunicazione, rende attenti sul fatto che «molte delle aziende installate a Locarno hanno qui non solo la loro base operativa, bensì pure la sede principale».
Con i suoi 40mila movimenti annui (10 mila dei quali delle Forze Aeree), la pista di Locarno attende, intanto, la realizzazione del progetto di aggiornamento delle infrastrutture operative e il mini allungamento di 150 metri, in direzione di Bellinzona. Un passo decisivo per consolidare la sua posizione e per gettare le basi di uno sviluppo, sostenibile, a medio-lungo termine. Davide Pedrioli, già delegato cantonale per l'aviazione civile, non ha dubbi al riguardo: «Abbiamo bisogno di questo intervento perché ci sono ditte che investono qui a Locarno (e a Lodrino, aerodromo partner, dove lavorano circa 130 persone, ndr.), che credono in questo piccolo polo e che potrebbero portare ulteriori impieghi in ambito civile. Si tratta, lo ripeto, di offrire sicurezza operativa e infrastrutture logistiche idonee ai nostri inquilini e non di portare maggiori movimenti aerei e disturbo fonico al comparto». Gli investimenti compiuti dalle Forze Aeree e dalla Rega negli anni passati hanno dato lustro all'aerodromo, accrescendone l'importanza, rileva lo studio dell'Alba. Le maestranze impiegate ci credono, a livello di pianificazione i dadi sono tratti. Ora tocca alla politica fare il suo verso. Un eventuale disimpegno da parte del Cantone, ovviamente, rischierebbe di mandare all'aria e precludere la concretizzazione dei progetti di pertinenza di promotori privati. Per dare continuità agli operatori e assicurare indotti di questa portata anche in futuro, è dunque fondamentale spingere in questa direzione. Non comprenderne il valore e le potenzialità, secondo l'Alba, significa far venir meno linfa vitale all'economia di una regione che deve, invece, valorizzare tutte le peculiarità del suo splendido territorio.