Tutta colpa dei cinghiali, che stanno nuovamente assediando molte località di montagna. Il caso di Comino, dove prolificano e arrecano danni
I cinghiali, si sa, rappresentano ormai da oltre un decennio un'emergenza cronica e gli effetti delle loro scorribande si vedono, in maniera eloquente, nelle immagini scattate da una nostra lettrice sul Monte Comino, nelle Centovalli, dove la situazione sembra peggiorata in questi ultimi tempi. I prati della località sono sempre piu danneggiati dalle visite notturne dei suidi, il cui numero sembra crescere costantemente.
Il fenomeno, come detto, non è nuovo. Malgrado le ripetute lamentele e le segnalazioni al riguardo inoltrate allUfficio caccia e pesca, il quadro resta preoccupante. In molte località di montagna della regione, infatti, gli sforzi per curare il territorio (sfalcio regolare, interventi puntuali per rallentare l'avanzata del bosco e mantenere la biodiversità) sono vanificati dagli ungulati. Soprattutto l'attività di taglio del fieno diventa problematica. I pendii "arati" dai musi grufolanti di decine di cinghiali, a causa dei buchi e dei sassi che riaffiorano in superficie, ostacolano il lavoro, rovinano le lame dei macchinari e creano anche situazioni di potenziale pericolo. Per gli agricoltori, inoltre, parte del raccolto risulta, così, spesso compromesso e l'utilizzo del prodotto, per le finalità dell'azienda, notevolmente ridotto. I prati delle località in quota sono quasi sempre della radure circondate da boschi di latifoglie. Ciò che rappresenta l'ambiente ideale per il proliferare dei cinghiali. Di giorno essi vivono nascosti nel folto del bosco e di notte escono nelle radure dedicandosi con più solerzia allo scavo sui terreni coltivati a prato, alla ricerca di nutrimento.