Stando al Municipio cittadino, per le questioni foniche occorre uno studio specialistico. Forse la soluzione nel 2024
Lavori in vista al poligono di tiro di Ponte Brolla. Ma per ora, per tenere sotto controllo il rumore generato dall'attività dello stand, verrà fatto poco o nulla. Il risanamento fonico, tanto auspicato da chi nella zona subisce da anni il fragore degli spari nelle giornate di tiro, slitta ai prossimi anni. Tutto ciò con l'auspicio di trovare un luogo idoneo per un futuro poligono regionale nel Locarnese; opzione per altro contemplata dal piano direttore cantonale.
Ma procediamo con ordine. Per ora la proposta del Municipio di Locarno, che dovrà essere votata dal Consiglio comunale, si limita ad alcune opere urgenti a Ponte Brolla. Il programma prevede la sostituzione degli impianti elettronici a 300 metri, la posa del sistema di paracolpi artificiale e gli studi eseguiti sull'impatto fonico. La spesa complessiva ammonta a circa 400mila franchi: i costi saranno ripartiti fra Cantone, Città e i Comuni di Muralto e Terre di Pedemonte.
Per l'Esecutivo di Locarno si tratta di eseguire “gli interventi minimi necessari per garantire l’attività del poligono e ottemperare alle norme in materia ambientale”. L'edificio, lo ricordiamo, è stato realizzato nel 1931, ed è gestito dall’Unione tiratori Locarno (Utl). Dispone di 6 bersagli elettronici per il tiro a 300 metri, 8 bersagli a spola per la pistola a 50 metri e 5 per la pistola a 25 metri. Il Comune di Locarno, proprietario dell’impianto, garantisce la manutenzione corrente del poligono e degli spazi adiacenti. I costi sono ripartiti annualmente tra i 3 comuni (Locarno, Muralto e Terre di Pedemonte) secondo una chiave di riparto basata sul numero di abitanti.
“L’impianto di Ponte Brolla – si legge nel messaggio che accompagna la richiesta di credito – presenta attualmente delle criticità a livello normativo e tecnico. L’impianto elettronico per il tiro a 300 metri è a fine vita, già in parte fuori uso. Va rifatto per garantire il servizio di tiro secondo le modalità tecniche attuali”. Va pure realizzato il sistema paracolpi, che oggi non è a norma; i proiettili non sono recuperati con un apposito sistema di protezione, ma dispersi nel terreno. Tanto che lo stand è iscritto nel Catasto cantonale dei siti potenzialmente inquinati. “Le condizioni d’inquinamento del suolo sono state oggetto tra il 2016 e il 2017 di un’indagine storica, volta a raccogliere dati sull’ubicazione del materiale inquinato e sui quantitativi indicativi di metalli pesanti che sono presenti. I risultati danno circa 46,8 tonnellate di piombo (stima dal 1932 al 2015), una tonnellata di rame e alcune centinaia di chili di altri metalli, distribuiti nelle tre aree dei bersagli, con evidente maggioranza in quella dei 300 metri”.
Un'altra nota dolente è quella relativa ai rumori. Nel 2018 – dopo uno studio specifico sui problemi fonici – è stato modificato il calendario di tiro, ma ciò nonostante in diversi punti le misure effettuate hanno superato il livello consentito dalle normative. Ora verranno realizzate alcune opere minime (pannelli fonoassorbenti supplementari sia all’interno sia all’esterno delle finestre di tiro con pistola ai 25 metri), ma – indica il Municipio – “eventuali misure definitive dovranno essere pianificate e adottate entro il 2024 secondo le indicazioni fornite dal Consiglio di Stato ai Comuni. La dismissione del Poligono di tiro di Ponte Brolla non è uno scenario attuabile in quanto nel breve e medio periodo non ci sono alternative”. Lo stand andrà perciò risanato. “Allo stato attuale è ancora prematuro avanzare delle ipotesi di misure strutturali, ancorché alcune varianti sono già state abbozzate”. In pratica si attenderà la valutazione sui risultati delle misure foniche adottate al poligono di Rovagina a Chiasso, per poi procedere presso altri stand, incluso Ponte Brolla, su basi consolidate.
Per il Municipio di Locarno è necessario approfondire, con un'analisi specialistica, gli scenari con i costi realizzativi riguardanti le possibili misure di protezione contro i rumori a medio-lungo termine. A tale scopo si prevede un importo per lo studio delle ipotesi già abbozzate nella valutazione fonica del 2018.
Il 16 ottobre 2019 ha avuto luogo l’incontro tra i rappresentanti dei tre Comuni convenzionati con i rappresentanti degli uffici competenti del Dipartimento del territorio e l’ufficiale federale di tiro. All’incontro si è ancora esclusa una centralizzazione degli impianti del Locarnese presso il futuro impianto di tiro del Monte Ceneri, struttura non ancora costruita e prevista unicamente per la sostituzione dei poligoni di Lugano, Bellinzona e Origlio. Tuttavia, viste le problematiche comuni a molti poligoni del Locarnese, a livello pianificatorio è stata mantenuta nella scheda di Piano direttore V10 la possibilità di edificare un secondo poligono regionale. Sono dati, quindi, i presupposti per iniziare a valutare l’opportunità di trovare un luogo idoneo per un futuro poligono regionale nel Locarnese. “Questa soluzione permetterebbe di concentrare le risorse e sfruttare le sinergie fra vari Comuni ed enti interessati all’utilizzo, permettendo allo stesso tempo di risolvere contemporaneamente le problematiche dei singoli poligoni. A ogni modo fintanto che non vi sarà una soluzione alternativa, il poligono di Ponte Brolla dovrà garantire l’operatività per poter far fronte agli obblighi federali in ambito di tiro”, conclude il Municipio.