Il consigliere nazionale di Gordola Bruno Storni interroga il Consiglio federale sulle irregolarità procedurali e su presunte antiche mancanze a livello locale
“È corretto che il progetto promosso da ArmaSuisse immobili è in discordanza con ben 4 ordinanze federali e la Legge federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi? È corretto che l'attuale impianto fisso, che si vuole sostituire, è stato posato in assenza di procedure di approvazione formali? Come mai non si è proceduto almeno con una procedura di esame di impatto ambientale?”.
Sono le tre domande che il consigliere nazionale socialista Bruno Storni, con un'interpellanza, pone al Consiglio federale in merito ai piani di sostituzione dell'illuminazione della pista militare dell'aeroporto cantonale di Locarno-Magadino. Piani che secondo il governo federale - che ha risposto ad una precedente interpellanza di Fabio Regazzi - “non possono essere ancora approvati”. Nel frattempo, l'Ufficio federale dell'ambiente non si è ancora espresso, ma ha auspicato una perizia della Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio. Quanto al Consiglio di Stato ticinese, aveva risposto ad un'interrogazione di Fabio Käppeli e cofirmatari, e laddove venivano chieste delucidazioni sulla posizione negativa espressa dal Cantone, ricordava che “gli effetti degli interventi proposti sono stati valutati in un'ottica di protezione delle bolle di Magadino, quale riserva per ucccelli acquatici e migratori d'importanza nazionale; quale zona umida d'importanza internazionale; quale habitat per specie avifaunistiche nidificanti protette e prioritarie per la conservazione e facente parte dell'oggetto iscritto nell'Inventario dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale”. E aggiungeva: “Nella ponderazione degli interessi in gioco si è considerato il particolare contesto naturalistico e l'assenza di precedenti procedure di approvazione formale degli impianti ora oggetto di procedura federale”. Una considerazione che ha fatto saltare sulla sedia Storni.
“Che sul Piano di Magadino il diritto edilizio possa essere considerato un optional non è certo una novità - rileva infatti il consigliere nazionale di Gordola -. Sono noti a tutti la trentennale battaglia con il Silos Ferrari e annessa fabbrica di cemento sorto in piena zona di protezione delle Bolle, oppure il Centro di compostaggio, tutt’ora in esercizio. Ma che ci fossero anche problemi di legalità con la pista militare dell’aeroporto cantonale di Magadino, in particolare con le luci che sarebbero state posate senza regolare domanda di costruzione, è venuto alla luce solo con la recente domanda per il rinnovo delle stesse”.
Secondo il deputato socialista, “dalle risposte alle varie interrogazioni cantonali e federali che denunciavano ritardi nella procedura edilizia della domanda di costruzione per il prolungamento della pista e rinnovo luci, sembra proprio che essa sia ferma perché le attuali luci sarebbero state posate da parte dell’Esercito senza regolare licenza edilizia; e ancora una volta l’ente locale che dovrebbe controllare il suo territorio non avrebbe fatto il suo lavoro”. Il riferimento è all'Ufficio tecnico comunale di Locarno. “Da notare - prosegue Storni - che ci sarebbe anche l’Ufficio domande di costruzione cantonale, che funge da autorità di vigilanza sui Comuni in ambito edilizio in sinergia con la Sezione degli enti locali, ma anche qui in passato non sembra ci sia stata grande attenzione su quanto succedeva sul Piano”.
In merito alle accuse rivolte a Comune e Cantone, va precisato che le infrastrutture militari non sono soggette al diritto cantonale in materia edilizia, quindi, rispetto a quanto succede all'aeroporto, Cantone e Comune hanno una voce in capitolo che non va oltre una procedura di consultazione. Questo vale sia per l'ormai antica posa dell'impianto luci originario - avvenuto qualche decina di anni fa - sia per il progetto di sostituzione (per altro preavvisato favorevolmente dal Municipio di Locarno), considerata la vetustà dell'illuminazione attuale.