Locarnese

Benzina per le barche a peso d'oro (fin che si può)

Locarno, il curioso caso del cantiere nautico Di Domenico, che dagli 1.89 al litro crolla a 1.50 nel giro di una giornata

Conviene quasi lasciarla fuori dall'acqua
20 maggio 2020
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Avere la barca, si sa, costa a prescindere. Ma costa ancora di più se il prezzo della benzina non viene modulato - almeno fino alla prospettiva di un articolo sul giornale - sulla base delle naturali oscillazioni del mercato. Il risultato è che in una fase, come quella attuale, dove il petrolio sta toccando i minimi storici a causa della pandemia, è ancora possibile ritrovarsi a pagare un litro di benzina 1 franco e 89 centesimi. Questo, quando in autostrada il prezzo ufficiale svizzero è di 1 franco e 47 centesimi e fuori dalle arterie nazionali viaggiamo sul franco e 34. È vero che le erogazioni dei distributori lacustri sono nettamente inferiori rispetto a quelle dei benzinai stradali, e che i costi per chi opera sull'acqua sono diversi; ma lo è altrettanto che un semplice confronto col Ceresio fa emergere che qualcuno sul Maggiore ci abbia marciato un po' troppo e lo abbia fatto fin che ha potuto, e cioè ieri, quando il prezzo è improvvisamente crollato a 1.50...

Autore del repentino ripensamento a beneficio dei proprietari di natanti è il cantiere nautico Di Domenico, situato in zona foce a Locarno. Cantiere che con il suo distributore ha tra l'altro uno pseudo-monopolio sulla fornitura di benzina ai natanti del bacino svizzero, erogando normalmente fra i 350mila e i 400mila litri all'anno. L'unica alternativa in acque locarnesi è rappresentata dal Servizio motoscafi Boesch di Tenero, dove il litro di benzina è tuttora venduto a un ragguardevole 1.80 «ma sarà presto abbassato», garantisce un addetto.

Tre casi sul Ceresio

Come accennato, gli svantaggi che (fino a ieri) risultavano a carico degli utenti del Lago Maggiore emergono molto bene da un confronto diretto con il Ceresio. Sul Lago di Lugano un solo distributore dei tre attualmente in attività supera il franco e 80 al litro, ed è quello in concessione dalla Città, con costi di affitto e gestione che gravano pesantemente sul bilancio aziendale. Gli altri due presentano prezzi inferiori al franco e 60 al litro.

«Dicono che siamo molto cari e purtroppo hanno ragione - dice Umberto Stalder, contitolare della Nautica's Officina, cantiere navale di Lugano che vende il carburante a 1.82 al litro -. Ma vanno considerati alcuni aspetti. Quello principale è che siamo concessionari della Città, cui paghiamo un affitto fisso di 50mila franchi all'anno, cui vanno aggiunti 15-20mila franchi all'anno di gestione dei ragazzi che servono alla stazione nei mesi estivi e altri 20mila per la nostra gestione. Abbiamo quindi costi fissi per 90mila franchi». Costi, prosegue Stalder, «che vanno spalmati anche sul prezzo della benzina per conseguire un piccolo margine di guadagno. Inoltre, sul lago si eroga molto poco. Un distributore su strada se non vende milioni di litri chiude. Noi ci assestiamo sui 200mila litri l'anno (ma certamente non quest'anno), quindi veda lei. Poi però ci tartassano».

Il riferimento di Stalder è all'interpellanza del 2006 in cui Umberto Marra chiedeva lumi al Municipio di Lugano sui prezzi applicati al porto comunale (1.81 al litro per la 95 e 1.83 per il Diesel) rispetto al franco e 50 praticato a suo tempo nei distributori stradali. L'anno dopo l'esecutivo gli aveva risposto che era tutto in regola, ma basandosi anche sul fatto che nel frattempo la benzina su strada si vendeva a 1.70.

Stalder aggiunge oggi che «cerchiamo di stare il più bassi possibile lavorando sulla Borsa svizzera, liberi da fornitori fissi. Ma è comunque da mettere in conto un ricarico di 30-50 centesimi sul prezzo d'acquisto. Un franco e 82 è alto rispetto al prezzo odierno del gasolio, ma a causa del Coronavirus i serbatoi sono ancora pieni di benzina di dicembre, più cara. Quando compri 40-50mila litri sono migliaia di franchi che ballano». In buona sostanza «vendere sul lago vale la pena se uno fa i calcoli giusti. Ci sono comunque attività ben più lucrose con cui si lavora meno e con meno rischi. Spero, adesso, che la gente si riprenda e torni sul lago».

Restando sul Ceresio e abbassandosi di prezzo, Giorgio Raimondi dell'omonimo cantiere navale di Brusino Arsizio sostiene di «applicare l'1.65 al litro, che fa riferimento al prezzo ufficiale svizzero di 15 giorni fa con la ricarica per la sicurezza sul lago, la barriera e altri costi, come quelli degli allarmi. Eroghiamo 150mila litri l'anno; il calo è stato drastico rispetto ai 300mila litri di 10 anni fa. Oggi paghiamo evidentemente il Coronavirus».

Cenerentola (in fatto di prezzi) del Lago di Lugano è la Nautica Caslano di Wolfango Fieni, che giustifica il suo 1.58 al litro con «la necessità di incentivare le persone a venire a Caslano. Siamo lontani da Lugano e lontani dai giochi, per questo vogliamo rimanere bassi. Tutto si concentra in due mesi all'anno, anche se il servizio di rifornimento è garantito per 12 mesi - gennaio compreso, quando si fanno 40 litri con i pescatori -, e così le spese. Con i tank piccoli i rifornimenti sono più frequenti e questo influisce sui costi del fornitore. Ma decisivo, sui prezzi, è quanto si eroga: noi facciamo circa 200mila litri all'anno, mentre su strada si parla di milioni di litri, più il chioschetto a parte». Fieni ricorda anche altri costi che sono propri di chi opera da indipendente sul lago e conclude affermando che «non è un affarone, la benzina. È prima di tutto un servizio ai clienti, 7 giorni su 7, per ogni evenienza. È importante che la gente vada in barca e ci vuole dunque un equilibrio dei prezzi. Se volessi guadagnare tanto con la benzina rischierei di fare in modo che la gente lasci la barca in porto. Non avrebbe senso».

La giravolta: da 1.89 a 1.50 in 24 ore

Curioso, per tornare a bomba sul Lago Maggiore, quanto successo ieri, nel giro di poche ore, da Di Domenico. In mattinata la garanzia dei titolari era che l'1.89 al litro fosse un prezzo già superato da tempo e che quello nuovo «da una o due settimane» fosse di 1.50 per la Superplus e di 1.52 per il Diesel. In realtà fino a ieri mattina gli utenti hanno continuato a pagare 1.89 la Superplus e 1.91 il Diesel (come dimostra l'immagine dello scontrino di cassa che pubblichiamo). Ragionando su questo genere di prezzi (da lui considerati «pre-Covid») Giuliano Di Domenico notava che «comunque molti di quelli che stanno rimettendo le barche in acqua si riforniscono sull'autostrada, e non da noi. Un altro problema è che non veniamo informati abbastanza rapidamente dai fornitori circa l'oscillazione dei prezzi. Comunque, i clienti hanno spesso una chiave prepagata che fa loro usufruire di sconti. Abbiamo legami con i cantieri nautici e con la Porto regionale».

E ci saranno quindi anche questi soggetti fra coloro che ieri pomeriggio hanno constatato l'improvviso crollo del prezzo a 1.50 (come dimostra l'altro scontrino). Rimane il fatto che per diverso tempo chi si è rifornito al prezzo maggiorato può averci rimesso somme importanti; per un pieno da 1'000 litri il calcolo è presto fatto: 400 franchi. E parliamo soltanto di un utente con un pieno. Rimane in sospeso la domanda se il cantiere nautico locarnese sarà disposto a rimborsare chi nell'ultimo periodo ha pagato decisamente più del dovuto.