Pronti a richiedere verifiche giuridiche sulla prospettata vendita dello stabile al vicino albergo a cinque stelle
Colpo di scena nella vicenda della vendita del Museo Epper di Ascona al vicino albergo Eden Roc. Sulla questione intervengono i nipoti di Misha Epper, annunciando di voler chiarimenti legali per evitare che il testamento della loro congiunta venga stravolto a piacimento. Uno stravolgimento ad opera della Fondazione, proprietaria della casa e del giardino che furono dei due artisti.
Il testamento di Misha Epper era stato redatto nel maggio del 1978. La donna, sopravvissuta al marito Ignaz, artista sangallese morto ad Ascona, decise di lasciare tutto (la casa e il terreno in via Albarelle 14, con l’arredamento e l’intera collezione di opere) alla Fondazione Epper, che ha quale scopo (citiamo il testamento) "custodire, curare e rendere accessibile al pubblico, senza fine utilitario, l’opera artistica di Ignaz Epper e di Misha Epper nella casa Epper”.
La Fondazione, che si trova in difficoltà finanziarie, ha però deciso di vendere la proprietà per una cifra plurimilionaria al vicino hotel cinque stelle, che a sua volta avrebbe intenzione di sfruttare il sedime per ampliarsi e aggiungere servizi di lusso destinati ai suoi ospiti. Una mossa che fino a poco tempo fa era impossibile, poiché il vincolo che legava la casa alla Fondazione era indissolubile. Recentemente (ne abbiamo dato notizia lo scorso 11 aprile su queste pagine) la Fondazione ha deciso di apportare una modifica allo statuto. Il nuovo scopo: "custodire, curare e rendere accessibile al pubblico, senza fine utilitario, l’opera artistica di Ignaz Epper e di Misha Epper nella sede”. E così è sparita la dicitura “nella casa Epper”.
In tal modo viene disatteso il testamento. “Ci si può chiedere se ciò sia legalmente possibile - si legge in una lettera che lo scorso 21 aprile i nipoti di Misha Epper hanno inviato alla Vigilanza sulle fondazioni, con sede a Muralto -. Visto che la Fondazione si basa sul testamento di Misha Epper, che il loro patrimonio artistico è legato esplicitamente alla casa (e che le volontà di un defunto non possono essere cambiate a piacimento) il Consiglio di fondazione si priverebbe quindi arbitrariamente del suo diritto di esistere: senza la proprietà anche la Fondazione non esiste”. Un ragionamento che, apparentemente, non fa una grinza.
I nipoti degli Epper vanno oltre: “In ogni caso il tentativo di vendita dell’edificio dovrà superare una minuziosa indagine giuridica: già solo la somma in gioco è troppo alta per considerarci soddisfatti di una valutazione superficiale della situazione”.
Insomma, occorrono approfondimenti per una compravendita che potrebbe trasformarsi in un rompicapo giuridico. Le questioni sul tavolo sono diverse. Prima di tutto ci si può chiedere se il cambiamento dello scopo della Fondazione, variando quello che era il testamento di Misha Epper, sia legale. Probabilmente potrebbe dirimere la questione il Pretore (non già un’istanza amministrativa come l’Autorità di vigilanza). Per sollecitare il giudice, occorre che qualcuno presenti una causa civile. Apparentemente sarebbero legittimati a farlo i nipoti, impugnando la modifica dello statuto o un’eventuale vendita dello stabile, con una causa che abbia quale scopo la difesa del testamento e la sua esecuzione alla lettera, senza bizzarre interpretazioni o cambiamenti. Sono solo ipotesi, seppure plausibili e da noi verificate con un avvocato...
Nel caso in cui la vendita dovesse andare in porto, il Museo Epper in via Albarelle sparirà: non sarà più la sede per la conservazione e l’esposizione delle opere di Ignaz e Misha Epper. L’intenzione del Consiglio di Fondazione, una volta perfezionata e concretizzata la cessione di stabile e giardino, è di trasferirsi presso un’altra fondazione asconese, quella intitolata al compianto scenografo Rolf Gérard, in via Borgo. Una soluzione che è stata decisa per far fronte ai problemi finanziari della Fondazione Epper, che non ha disposizione le somme necessarie per riattare la casa abitata nel secolo scorso dai due artisti. Lavori di manutenzione, stimati in diverse centinaia di migliaia di franchi, sono necessari e improrogabili. Se non venissero realizzati, difficilmente si potrebbe garantire al pubblico l’accesso in sicurezza.
Le prossime mosse della Fondazione, che per testamento aveva beneficiato del patrimonio - finanziario e artistico - dei coniugi Epper, saranno tenute sotto stretta osservazione da parte dei nipoti, che, come detto, sembrerebbero intenzionati a rivolgersi a un avvocato.