Locarnese

Il ripopolamento della Lavizzara oltre l'incentivo economico

Contro il fenomeno dell'esodo verso i centri, Lavizzara ha attuato delle misure per incoraggiare l'insediamento. Facciamo un bilancio con il sindaco Gabriele Dazio

C'è altro oltre alla questione economica ©Ti-Press
10 dicembre 2019
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«Ci siamo accorti che offrire incentivi economici, probabilmente, non basta». La voce è quella del sindaco del Comune di Lavizzara, Gabriele Dazio, interpellato riguardo alla serie di contributi finanziari decisi dal Comune di Alta Valle per contrastare lo spopolamento. Alla luce di questa prima considerazione, abbiamo chiesto al sindaco come sta procedendo il progetto per attrarre domiciliati e quali passi saranno intrapresi, a un anno circa dall’approvazione delle norme per regolare la concessione dei vari aiuti: sia diretti per famiglie con figli in età prescolastica o che frequentano la scuola dell’infanzia o elementare a Lavizzara, sia come sostegno alla ristrutturazione di case o alla costruzione di nuove abitazioni a uso primario.

Lo spopolamento delle valli è un fenomeno storico: una massiccia migrazione verso i centri urbani dovuta ai cambiamenti socioeconomici si è registrata, ad esempio, dalla metà del 1900. Impoverimento delle comunità vallerane che anche oggi spinge le autorità a cercare soluzioni: «Come Municipio dobbiamo essere capaci di affrontare la situazione, per evitare il tracollo», afferma Dazio. Contro l’emorragia di domiciliati, le autorità difatti hanno attuato diverse strategie, affinché «stimolassero le persone a venire a vivere qui». Finora «ci sono state un paio di famiglie che si sono trasferite. Tuttavia per il momento – fa sapere il sindaco – nessun’altra si è annunciata».

A titolo di ragguaglio, gli incentivi – soddisfatti i requisiti richiesti – prevedono somme ragguardevoli: coloro che desiderassero ad esempio ristrutturare un’abitazione potrebbero richiedere un sostegno fino a 30mila franchi; 20mila per un’edificazione ex novo. Per quanto concerne il regolamento in favore delle famiglie con bambini, facendo la somma, il contributo assicurato è di 10mila franchi per il periodo da 0 a 10 anni per ciascun figlio.

Non è solo una questione economica

Nonostante siano cifre ragguardevoli, gli incentivi economici sembrano però non bastare. La questione è ben più ampia e non riguarda solo i soldi: di certo la scelta di un domicilio dipende dal costo della vita, ma non sta tutto lì. «I problemi che le persone si pongono spesso sono quelli dello spostamento casa-lavoro e delle strutture d’accoglienza dei bimbi al di fuori dell’orario scolastico».

Come spiega Dazio, «la ricetta che invogli le persone a trasferirsi è difficile da trovare». L’alchimia va creata soppesando diversi criteri: quello economico, così come l’offerta professionale, il tessuto sociale, la prossimità ai servizi e altri ancora. «Ci rendiamo conto che non è semplice, ma siamo fiduciosi. Il Municipio sta anche valutando alcune possibilità per promuovere maggiormente queste misure».

La fiducia delle autorità risiede anche in due progetti prioritari, che dovrebbero vedere la luce in futuro: «La realizzazione della nuova struttura per anziani, che porterà posti di lavoro, è il primo passo. Quello successivo è l’apertura a nord [il collegamento dell’Alta Vallemaggia con la Valle Leventina; ndr], che cambierà l’assetto del nostro paese e che personalmente vedo di buon occhio».

A distanza di qualche chilometro, anche il comune di Ronco sopra Ascona a suo tempo aveva elaborato un messaggio municipale con un progetto per incoraggiare gli insediamenti, poi sfumato e mai arrivato in Consiglio comunale. Ampliando lo sguardo, è del 2017 la notizia del villaggio vallesano di Albinen che offriva a giovani famiglie contributi economici per lo stabilimento del domicilio a 1’300 metri di altitudine. Non solo in Svizzera sono state attuate simili misure: scorrendo la cartina geografica, ci s’imbatte in alcune regioni nel mondo che hanno lanciato iniziative di ripopolamento, spesso proponendo incentivi economici e imprenditoriali. Come il sindaco di Candela (in Puglia), Nicola Gatta, che un paio di anni fa dava 2’000 euro alle famiglie con quattro o più persone; oppure il comune di Ponga (in Spagna) che ha attuato una strategia d’incentivazione finanziaria rivolta alle famiglie.