Locarnese

'Abrogare il prelievo di risanamento dai Comuni'

I sindaci di Gambarogno (Tiziano Ponti) e Muralto (Stefano Gilardi): 'Le finanze cantonali hanno accumulato riserve. I soldi vanno restituiti'

'Diciamo a voi!'
13 ottobre 2019
|

Muralto e Gambarogno, tramite i loro sindaci Stefano Gilardi e Tiziano Ponti, chiedono l'intervento immediato del Gran Consiglio per bloccare il prelievo annuo di 25 milioni di franchi dalle casse dei Comuni per il risanamento delle finanze cantonali. E auspicano una restituzione dei soldi.

I due Comuni sono entrambi firmatari dell'iniziativa legislativa “Per comuni forti e vicini al cittadino", depositata dai Comuni di Vernate, Canobbio e Melide nel gennaio di quest'anno e sostenuta da oltre 60 Comuni ticinesi. "Speranzosi e un po' ansiosi come parenti in attesa del parto, scaduti ormai i 9 mesi di legge entro i quali il Consiglio di Stato si era impegnato a presentare il proprio rapporto relativo all'iniziativa, abbiamo sperato di trovare un segnale almeno nel recente messaggio sul preventivo 2020 dello Stato ma... nisba, nemmeno un accenno al tema", considerano Ponti e Gilardi.

I sindaci ricordano che "il Cantone, in base ad un decreto ormai sorpassato del 2014, preleva ogni anno ben 25 milioni di franchi dalle casse dei Comuni per il risanamento delle finanze cantonali. Questo prelievo, imposto allora come misura d’urgenza, continua nonostante avanzi di esercizio per complessivi circa 300 milioni di franchi accumulati, rispettivamente previsti nel periodo 2017‐2019. Oltre a ciò, balza all’occhio nel preventivo 2020 (e questa è una nostra ulteriore preoccupazione) un nuovo forte aumento della spesa corrente". Insomma, proseguono, "lo Stato continua quindi a gonfiarsi senza accenno a voler invertire il trend. Poiché il Consiglio di Stato temporeggia sulle richieste dei Comuni, pensiamo che sia giunto il momento che il Gran Consiglio prenda decisamente in mano la questione nell'ambito dell’esame del preventivo 2020, esprimendosi chiaramente sulle richieste dei Comuni e, non da ultimo, per decidere se chiamare la popolazione ad esprimersi tramite votazione popolare".

Ciò che viene chiesto al parlamento è la "soluzione immediata di abrogare il citato contributo. Procrastinare il prelievo dei 25 milioni, imposto nel 2014 per risanare le finanze cantonali, in attesa della riforma Ticino 2020 (riforma dei rapporti fra Cantone e Comuni), ancora in alto mare, non è ammissibile". L'appello a tutti i granconsiglieri è il seguente: "Ridiamo i soldi ingiustamente prelevati dai Comuni, che sanno bene come utilizzarli (o magari anche ritornarli) nell'interesse dei loro cittadini".