Luganese

Per Comuni forti, Municipio di Lugano diviso

La Città invita il legislativo ad aderire all'iniziativa. Borradori ne fa una questione di principio, Foletti ritiene che sia da affrontare con il progetto Ticino 2020

4 dicembre 2018
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Da una parte, nessun guanto di sfida al Consiglio di Stato a cui però ogni tanto si può anche dire no. Dall’altra, la questione è prettamente politica e va risolta nell’ambito del progetto Ticino 2020 e nella piattaforma di dialogo Cantone-Comuni. In merito all’iniziativa “Per Comuni forti e vicini al cittadino”, sono opposte le posizioni del sindaco di Lugano Marco Borradori e del titolare del Dicastero consulenza e gestione, Michele Foletti. Un’iniziativa che il Municipio, a maggioranza, invita il Consiglio comunale ad approvare.

Non capita tutti giorni che i due rappresentanti leghisti nell’esecutivo siano in disaccordo. «Ogni tanto succede ma ci salutiamo ancora», commenta scherzando Foletti. Come mai, sindaco, lei ritiene che Lugano debba aderire? «Più che altro per una ragione di principio». Ossia? «Sebbene le cifre non siano da sottovalutare, quando negli anni scorsi il Cantone ha lanciato il suo grido d’allarme, la Città e i Comuni ticinesi hanno risposto presente – risponde il sindaco –. Ora che le cose, finanziariamente, stanno andando meglio a livello cantonale credo sia giusto che il Consiglio di Stato, perlomeno si ponga il problema se non sia il caso di ridurre l’onere a carico dei Comuni». Il capodicastero finanze, invece, sostiene che si tratta di una di quelle «questioni politiche da affrontare e risolvere nell’ambito di Ticino 2020 e attraverso la piattaforma di dialogo Cantone-Comuni. Ritengo sia meglio discutere globalmente con il governo i flussi finanziari fra Cantone e Comuni. Se dovesse passare a livello di votazione, sarebbe un disastro e in ballo c’è anche l’iniziativa legislativa promossa da alcuni Municipi per chiedere di rivedere i criteri di partecipazione alla spesa cantonale per l’assistenza introducendo un sistema perequativo».

La richiesta cantonale? ‘Ci limita’

«Anche noi abbiamo progetti in cantiere e ci servono le risorse per concretizzarli, senza dimenticare gli sgravi fiscali all’orizzonte. Ci pare che anche la capacità e l’autonomia comunale venga un po’ limitata. con la richiesta cantonale», afferma Borradori. A far pendere la bilancia a favore dell’adesione, nell’esecutivo luganese ha contribuito pure la lettera inviata dal Consiglio di Stato che invitava a votare no all’iniziativa. «La reputo un’uscita infelice, ritengo che tutti i Comuni siano in grado di aderire o meno senza bisogno di indicazioni dall’alto. Sarebbe meglio se sulla questione si potesse innescare una dinamica dialettica che potrebbe condurre a soluzioni migliori in futuro», ha rincarato il sindaco, secondo cui, la Città ha comunque percepito un disagio anche alla luce dell’assenza di consenso unanime sulla Piattaforma 2020. C’è però di più. «Quando nel 2014 la Città ha vissuto un periodo difficile a livello finanziario, avevamo chiesto un aiuto al Cantone in ambito perequativo anche se la cosa aveva fatto scuotere la testa ad alcuni. E ci era comprensibilmente stato risposto di no», ricorda Borradori. Dal canto suo, Foletti rievoca «il prestito di 60 milioni di franchi ricevuto dal governo per poter pagare i dipendenti comunali».

Nel messaggio, passato in sordina, la Città ricorda i soldi già versati (cfr. infografica) e i 150 milioni di franchi imposti ai Comuni per risanare le finanze cantonali: “Questo è ingiusto perché si tratta di risorse destinate a finanziare compiti comunali e non disavanzi del Cantone. Ciò è antidemocratico e contrario al principio “chi decide paga”.