Dalle Bolle di Magadino al Lago di Neuchâtel, conosciamo Alessandro Staehli: biologo, redattore ed editore, nonché fotografo di natura
«Le Bolle di Magadino sono un posto straordinario; per me sono un riferimento», racconta Alessandro Staehli, che ama tutto di quella zona, «dall’odore alle zanzare», persino. Un luogo magico ed estremamente interessante che ha determinato le scelte del ragazzino che si avventurava lungo i suoi sentieri, perdendosi anche – come quella volta che ha smarrito la via e ha incontrato l’ornitologo Roberto Lardelli –.
La voce e, soprattutto, il tono non tradiscono l’entusiasmo che doveva pervadere quel ragazzino che ogni domenica avrebbe voluto che le gite familiari si trascorressero in quel ricco lembo del Piano di Magadino. E come allora, confessa all’altro capo della cornetta, ogni volta che torna in Ticino, qualche ora è dedicata a camminare per i suoi sentieri: «È un rifugio; ci torno sempre con grandissimo piacere, anche perché mi ricorda la mia infanzia».
'Le lac aux oiseaux' © Alessandro Staehli
Vivere il momento con l’animale
Da quel luogo speciale inizia l’avventura del giovane biologo e fotografo che, da circa 5 anni, vive a Saint-Blaise, vicino a Neuchâtel (dove ha vissuto dal 2004 al 2014). Apriamo una breve parentesi biografica. Nato a metà degli anni Ottanta a Locarno, è cresciuto a Gordola, dove ha frequentato le scuole dell’obbligo. Dopodiché, arrivato al Liceo cantonale locarnese, intraprende l’indirizzo scientifico. Arriva quindi sulle sponde del Lago di Neuchâtel, per frequentare il cursus universitario in scienze naturali. Portato a termine il Bachelor, si specializza con un Master in bio-geo-scienze.
Oggi, lavora per la casa editrice romanda La Salamandre, in qualità di redattore ed editore. Fra le attività svolte, è responsabile dei censimenti degli uccelli di alcune zone umide sul lago neocastellano per la Stazione ornitologica svizzera. E poi c’è la fotografia…
'Le lac aux oiseaux' © Alessandro Staehli
Quando la passione e l’interesse s’intrecciano alla vita professionale così tenacemente, risulta quanto meno complesso raccontare la storia per capitoli: «Fotografo da quando ho 13 anni circa; da quando mio padre mi ha regalato una piccola analogica». Nella fotografia si è immerso da autodidatta, ma soprattutto per i primi passi ricorda gli insegnamenti di alcuni fotografi naturalistici ticinesi, fra cui Gianni Marcolli e Franco Cappelletti.
L’apparecchio fotografico è il suo compagno d’escursione e fotografare animali selvatici in Svizzera è principalmente «un percorso personale, intimo» di rapporto con l’ambiente. «Per me è essenziale vivere il momento con l’animale e mettere quell’istante in valore».
Raccontare la natura attraverso le foto è una «piacevole conseguenza» di questo moto di passione spinto da una grande curiosità. Ciò che gli interessa è cogliere «i comportamenti animali nelle diverse stagioni» e ammette che il suo percorso di studio gli ha dato chiavi di lettura utili, benché non sia imprescindibile.
È importante tuttavia conoscere abitudini e luoghi delle specie; ci vogliono poi pazienza, attitudine mentale all’attesa e la consapevolezza che si possono trascorrere ore appostati senza riuscire a fotografare nulla. E quelle di Alessandro sono vere e proprie spedizioni: iniziando dall’equipaggiamento anche per il camuffamento. Soprattutto, però, «prima che fotografo sono biologo e per me è essenziale non disturbare, per quanto possibile, gli animali» ed essere quindi estremamente rispettoso. Una preparazione meticolosa comunque determinata da molteplici variabili: «Si sfida la sorte e talvolta il risultato è stabilito dal caso».
Fotografie scattate sul pelo dell'acqua: 'Le lac aux oiseaux'
Da poco, Alessandro ha pubblicato ‘Le lac aux oiseaux’, frutto di cinque anni di fotografie a pelo d’acqua degli uccelli acquatici, sul Lago neocastellano a bordo di una zattera camuffata. Il bel volume fotografico, oltre che essere un oggetto di pregio, racconta un viaggio a fior d’acqua durante le stagioni, che va oltre lo scatto documentale: le foto si caricano di lirismo grazie al drammatismo dei giochi di luce ricercati e il suo riverbero.
E ora, è arrivato il momento di tornare nel bosco, per andare incontro a linci e cervi…
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Alessandro Staehli durante una spedizione sul Lago di Neuchâtel © Jean-Luc Wisard