Ieri a Camorino primo incontro fra il direttore del Dt Zali e la ministra socialista. Sul piatto (anche) il collegamento veloce
Il Dipartimento del territorio è ansioso di incontrare il direttore di Ustra Svizzera, Jürg Röthlisberger, per chiarire tutte le questioni aperte riguardanti l’approfondimento del progetto di allacciamento autostradale A2-A13. E la necessità che il Cantone abbia un contatto diretto con Röthlisberger è capita e supportata dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga – neotitolare del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni – con cui il direttore del Dt, Claudio Zali, si è intrattenuto a porte chiuse ieri mattina unitamente al presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta. Tradotto: tutte le spiegazioni inerenti al perché il progetto generale di collegamento veloce elaborato dal Cantone sembri destinato a subire modifiche importanti (almeno sulla base del tetto massimo di 30mila ore di lavoro previsto da Ustra per l’approfondimento messo a concorso) potranno venire ottenute direttamente a Berna, bypassando Ustra Ticino, con cui purtroppo il Dipartimento del territorio fatica a ristabilire un’intesa.
Stando a nostre informazioni raccolte in Dipartimento, Zali è determinato ad ottenere risposte molto chiare sull’evoluzione del progetto anticipato dal Cantone, anche perché dovrà renderne conto alla Commissione della gestione e delle finanze, e più in generale al Gran Consiglio, che aveva avallato il finanziamento dell’operazione, stanziando un credito di quasi 10 milioni di franchi. Risposte che ora, appunto, appaiono come assolutamente necessarie a fronte del concorso indetto da Ustra per un approfondimento. Il rischio, evocato non solo dal Dipartimento del territorio, ma in primo luogo dal Consiglio di Stato (anche in un’indimenticabile lettera inviata a Ustra), è che modificando eccessivamente il progetto generale consegnato dal Cantone – ed elaborato fra l’altro in collaborazione con Ustra Ticino – si finisca per intaccare il consenso che gli era stato costruito attorno.
Vanno infine chiariti i contorni di una “voce”, circolata fra Bellinzona e Berna, secondo cui un cambiamento sostanziale al progetto potrebbe essere legato all’intenzione di realizzare fra Quartino e Sant’Antonino un doppio tubo a doppia corsia. In realtà il collegamento in galleria è sempre stato previsto a due tubi, ognuno dei quali con una corsia di transito e una di emergenza. È vero che l’Ufficio federale delle strade si riserva, nell’ambito dell’esercizio della futura galleria, di sfruttare in determinati momenti come corsie di transito anche quelle di emergenza. Il discorso riguarda quindi le modalità di utilizzo, e non eventuali modifiche strutturali. Di conseguenza, almeno a questo livello non sono prevedibili aumenti di costo tali da mettere a rischio la sostenibilità dell’operazione, allungandone ulteriormente i tempi di realizzazione.