L’antica staticità dei mondi espositivi ravvivata dal rapporto diretto con i frequentatori. E una carezza artistica dedicata ai più piccoli
Linda Quadri, malgrado il cognome, non ha nulla a che fare con la pittura. È una donna delle pulizie che a causa di una serie di sfortunati eventi si è trovata a doversi reinventare guida museale. La signora Quadri, è bene specificare, è un personaggio di fantasia; chi la interpreta, di nome fa Orit Guttman, è un’attrice professionista, autrice e protagonista di ‘Linda ti guida nell’arte’, spettacolo didattico per bambini dai 3 ai 10 anni in programma domenica 5 maggio alle 14.30 alla Fondazione Ghisla Art Collection di via Ciseri 3 a Locarno ( info@ghisla091 751 01 52).
L’iniziativa è una delle molte che da cinque anni avvicinano le giovani (giovanissime) generazioni al mondo dell’arte. «Gli adulti non entrano con la stessa facilità in comunicazione con l’opera. I bimbi hanno una fantasia meno costruita, meno filtri, sovrastrutture». Nell’introdurre una stagione dalle iniziative didattiche calate quest’anno in ambiti più teatrali (in passato ci fu la musica, lo scorso anno la manualità), il direttore della Fondazione Boris Croce tiene particolarmente a questi incontri. «È un modo per avvicinare le famiglie all’arte, per i genitori è l’occasione di visitare un’esposizione senza doversi separare dai propri figli». Un’iniziativa che è parte di quella cura con la quale – sin dall’aprile 2014, data di nascita – la Fondazione si prodiga nell’avvicinare le persone all’arte.
«Abbiamo voluto rendere più vivo un ambiente in origine statico – prosegue Croce – curando il rapporto diretto con i frequentatori, il momento dell’accoglienza, fornendo audioguide in 4 lingue, utilizzando un linguaggio pubblicitario fresco, attrattivo». Nel rosso edificio di via Ciseri sono esposti i capolavori collezionati in quarant’anni da Martine e Pierino Ghisla, una vita a Bruxelles nel campo dell’import-export di frutta e verdura; emigrato dalla Valle di Blenio quando aveva 16 anni, «Pierino ha ritirato il piccolo negozio di uno zio che è poi diventato un grande centro di distribuzione», racconta Croce.
Dopo quattro decenni, la collezione conta più di 250 pezzi: «Cinque anni fa i Ghisla hanno deciso di costruire questo spazio a Locarno per regalare alla comunità la collezione, e condividerla tramite una fondazione pubblica, senza scopo di lucro, avente come unica missione la condivisione e la promulgazione dell’arte». In via Ciseri, un piano è dedicato alle mostre temporanee; due, invece, sono i piani che ospitano la collezione permanente: i nomi (solo alcuni) sono quelli di Jean-Michel Basquiat, Lucio Fontana, Joan Miró, René Magritte, Christo & Jeanne-Calude, Roy Lichtenstein, Keith Haring. «In questi 5 anni la situazione si è dinamizzata», continua il direttore. «La mediazione culturale ha avuto rilievo. Dal nulla, ora c’è uno zoccolo duro». Le opere in mostra sono in questo momento 50, di 48 artisti differenti. La collezione cresce, è possibile esporne solo un quarto. «Ma i capolavori ruotano».
Tornando alle giovani generazioni, davanti alle opere della Fondazione si sono esibiti anche i danzatori del progetto MOPS_DanceSyndrome, reinterpretandole attraverso il movimento. «L’arte contemporanea – aggiunge Croce – è quella che i bimbi vivono ora, lo specchio dei tempi, offre un’infinità di spunti, è attrattiva. Basta vederli di fronte ai corvi imbalsamati dell’opera di Jannis Kounellis», esposta a Locarno. Ma lo stimolo viene anche «dalla tipologia di collezione, non un artista soltanto, ma una varietà di artisti che stuzzica l’attenzione». In generale, conclude Croce, «mettere un bimbo a contatto con un’opera d’arte è già di per sé un arricchimento». E un allenamento alla crescita del gusto estetico: «Sì, rispetto a quelle di un telefonino, entrano in contatto con altre forme, altre dimensioni, altre prospettive. Possono guardare oltre, capire che per un autore un quadro è il mezzo per raccontare un’idea, una lotta, un’emozione».