La Città, rispondendo a Verdi e Ps, non vede al momento particolari controindicazioni circa la fattibiiltà dell’investimento
“Fondandosi unicamente sui pochi dati contenuti nel prospetto informativo circolato in questi mesi, si può affermare che dal punto di vista quantitativo e della destinazione, i terreni di proprietà dei promotori parrebbero consentire i contenuti prospettati”. È l’affermazione più importante contenuta nella risposta del Municipio di Locarno all’interpellanza trasformata in interrogazione che Matteo Buzzi e Pierluigi Zanchi, dei Verdi, avevano inoltrato alla Città in merito alla fattibilità del mega progetto di resort previsto fra il Monte Brè e Cardada-Colmanicchio.
Un progetto che dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane all’Ufficio tecnico e che secondo le indicazioni di massima emerse negli scorsi mesi prevedrebbe 90 residenze fra singole villette e appartamenti di lusso al Monte Brè, più un albergo a 5 stelle (superior) con 65 camere, un centro benessere, una piscina coperta, 2 ristoranti e un campo da tennis a Colmanicchio.
Basandosi su queste prospettive, sul tema si erano chinati sia i Verdi, sia il consigliere comunale socialista Pier Mellini, che a dicembre aveva presentato un’interpellanza intitolata “Monte Brè, un progetto che sconfessa gli obiettivi del Piano regolatore”. Anche a quest’ultima il Municipio dà risposta, e lo fa premettendo che “nessuno ha mai interpellato i servizi dell’amministrazione per disporre di informazioni in merito a possibilità edificatorie, accessibilità ai quartieri, punto di allacciamento alle infrastrutture o altro ancora”. Pertanto, “la conoscenza sul progetto si fonda ancora e sempre unicamente sul prospetto promozionale”. Peraltro, specifica la Città, “a suo tempo non vi erano state contestazioni sui parametri edificatori proposti per il comparto montano, neanche in relazione alle agevolazioni promosse per edificazioni di carattere alberghiero che erano anzi state caldamente auspicate, in funzione dello sviluppo turistico della regione”.
Nel merito dei quesiti posti dai Verdi sui carichi cui sarebbe sottoposta, durante il periodo di cantiere, la strada montana che porta a Brè, il Municipio ipotizza la necessità di realizzare “nuove piazze di scambio con sbancamento della roccia a monte e consolidamento della strada a valle”. Tutti interventi che “sottostanno a una domanda di dissodamento che dovrà essere sottoposta e approvata dal Cantone sulla base della Legge forestale”. Questo, immaginando comunque “che si faccia capo anche ad altri sistemi di trasporto, magari in modo combinato. Oltre ai voli d’elicottero, si potrebbe pensare ad una teleferica di cantiere, già utilizzata in occasione dei lavori della Cit Sa, o all’uso parziale della funivia per il comparto di Colmanicchio, che non è servito da una strada”.
I Verdi sollevavano anche le questioni delle forniture d’acqua potabile, dello smaltimento delle acque reflue, della fornitura di elettricità e dell’uso della strada esistente da parte dei privati che alloggerebbero in collina.
In buona sostanza la futura ipotetica situazione parrebbe poter essere in gran parte sostenuta; in merito all’elettricità, inoltre, la Ses “ha già effettuato una valutazione finanziaria per la creazione di una cabina di trasformazione realizzata ad hoc per i due comparti interessati – risponde la Città –. Si stimano circa 2,5 milioni di franchi d’investimento, che la Ses finanzierà tramite la tassa di allacciamento per le future costruzioni del complesso residenziale ed alberghiero”.