Svelati i contenuti. Tra di essi, la necessità di tutelare paesaggi esemplari, quali le Isole di Brissago e il lungolago di Ascona. Ma c'è di più...
Il collegamento pedonale galleggiante (Walk on water, Wow) tra Ascona e le Isole di Brissago non si può fare. Lo sostiene – come anticipato da 'laRegione' – la Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), che ha interposto ricorso per sé e per l’associazione-madre Schweizer Heimatschutz (Shs) e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (Fp), tramite l’avvocato Giorgio De Biasio. Oggi la stessa Stan, con un comunicato ai media, ha svelato le sue carte, elencando in dettaglio i motivi del suo ‘no’. “I progetti con ripercussioni notevoli sul territorio e sull’ambiente necessitano di una base legale nel Piano direttore (Pd); inoltre secondo il Tribunale federale i piani direttori cantonali devono in ogni caso contemplare i progetti specifici quando essi hanno un impatto importante sull’organizzazione del territorio. Ovvero quando prevedono di utilizzare una superficie importante, sono fonte d’immissioni considerevoli o generino un forte traffico e richiedano un’infrastruttura importante, e ciò a prescindere dalla durata temporanea dell’intervento sul territorio”.
Di più: “I laghi e le loro rive sono zone protette dalla Legge federale sulla pianificazione del territorio. Pertanto, a maggior ragione, il Pd deve prendere in considerazione questo notevole impianto galleggiante”. Senza dimenticare che le Isole di Brissago sono considerate paesaggio esemplare che va preservato in un’ottica conservativa.
La passerella, si legge nel ricorso, avrà ripercussioni notevoli in diversi ambiti: “rumore accresciuto; effetti pregiudizievoli alle acque stagnanti; pressione maggiorata dei frequentatori sulle Isole; rifiuti e rilascio di sostanze pericolose per l’ambiente; aumento esponenziale del traffico automobilistico provocato dai visitatori; prevenzione degli incidenti rilevanti e protezione dal rischio di catastrofi (perplessità suscita l’affermazione secondo la quale la passerella potrebbe resistere a urti pari a 2,5 tonnellate; basti pensare al traffico dei battelli, anche di grandi dimensioni, con una grossa stazza e alla forza cinetica che potrebbero avere in caso di errore di manovra); paesaggio e aspetto degli abitati; aspetti culturali (incluse immissioni luminose)”. L’accento viene posto anche sulla contraddizione con diverse schede del Piano direttore, perché “si tratta di un paesaggio di primissimo piano che va assolutamente tutelato. Se la contestata piattaforma galleggiante fosse realizzata, questo paesaggio sarebbe fortemente compromesso per almeno 5 anni, senza che un preponderante interesse pubblico lo giustifichi”. Pontili di accesso e struttura galleggiante avranno un’impatto notevole su due insediamenti Isos protetti, di importanza nazionale (le acque prospicienti Ascona e le Isole di Brissago). E ancora: il percorso sarà da “ostacolo alle attività di pesca con reti o piccole imbarcazioni”. Senza dimenticare i rischi di pericoli naturali legati alla meteorologia, in particolare i venti tempestosi non infrequenti sul lago Verbano.
La Stan rimarca “l’assenza di una chiara base legale nella legge cantonale sui percorsi pedonali ed i sentieri escursionistici (Lcps)” e la “necessità perlomeno di un piano di utilizzazione cantonale quale base di legge in assenza di una base legale nella Lcps, come elaborò il Canton Berna per la piattaforma galleggiante sul lago di Bienne, per la durata di 5 mesi e 5 giorni, in occasione dell’Expo nazionale 2002 (mentre che per la piattaforma galleggiante Ascona-Isole la durata prevista minima è di 5 anni)”.
Tra i punti sollevati dal ricorso “l’interesse pubblico preponderante a vietare l’introduzione di materiale solido nel lago e l’assenza del carattere di impianto a ubicazione vincolata. L’assenza rispettivamente la necessità del parere preventivo della Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio (Cfnp) essendo toccati un compito federale e un paesaggio particolarmente bello con valore naturalistico (Isole)”.
Quindi, considerata la violazione delle leggi e delle procedure pianificatorie sopra indicate, Stan, Shs e Fp chiedono al Tribunale cantonale amministrativo di annullare la decisione del Consiglio di Stato.