Locarnese

Centovalli, sulle funivie salgono i desiderata

Serata dedicata all’ammodernamento degli impianti Intragna-Pila-Costa e Verdasio-Rasa. Nella progettazione spazio anche alle richieste dell’utenza

((Ti-Press))
13 ottobre 2018
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Una funivia cabrio tra Rasa e Verdasio? Perché no? Dopotutto potrebbe essere un’attrattiva acchiappaturisti. Se la proposta poi arriva da un luminare degli impianti via fune come l’ingegner Reto Canale, “il papà” della cabrio-cabina dello Stanserhorn (Nidvaldo), consulente del Comune delle Centovalli in materia di funivie, c’è da sognare. Del futuro di questi importanti mezzi di risalita si è parlato giovedì sera, nella gremitissima sala del Museo di Intragna. Su invito del Municipio, gli abitanti delle frazioni della vallata non servite da strade d’accesso sono accorsi per conoscere, da vicino, quello che sarà il futuro degli impianti Intragna-Pila-Costa e Verdasio-Rasa.

Strutture destinate principalmente ai residenti – e in via subordinata al turismo – che, come ha spiegato il sindaco Ottavio Guerra in entrata, dovranno essere “ammodernate” da qui al 2021. Sono infatti in scadenza le licenze di esercizio delle due funivie e vi è l’obbligo di intervenire per assicurare il loro servizio anche in futuro. Contrariamente a quanto avviene altrove, ha sottolineato il sindaco, nel caso specifico non vi è alcuna imposizione di progetti dall’alto. Prova ne è che l’autorità ha invitato la cittadinanza, tramite sondaggio, a inoltrare le proprie richieste, i propri suggerimenti e le osservazioni. Ben 17 dossier sono stati recapitati e valutati dal pool di esperti (il Municipio è affiancato, oltre che dal citato Reto Canale, pure da Gianluca Giuliani, esperto di aspetti economici e gestionali).

11,7 milioni dal Cantone per finanziare i lavori

Alla “stazione di partenza” vi sono, come noto, gli 11,7 milioni di franchi che il Cantone ha destinato allo scopo di riammodernare gli impianti. Dopodiché sarà il Comune, proprietario, a gestirli negli anni a venire. Ciò significa che i costi d’esercizio (e le eventuali perdite) saranno sulle spalle dei contribuenti. L’ottima collaborazione interaziendale tra gli impianti via fune (compreso quello di Verdasio-Comino, gestito da un Consorzio) e le Fart – ha sottolineato Giuliani – è un ottimo presupposto di partenza. Anche perché, come ha spiegato, «funivie e treno sono la spina dorsale del Masterplan Centovalli», il documento contenente le linee guida di sviluppo socioeconomico della vallata.

L’iter di avvicinamento e la gestione futura che passa di mano

Prima di arrivare alla scadenza del 2021 di strada, da percorrere, ne resta ancora parecchia. Andrà elaborato un business plan e allestita la documentazione d’appalto entro la fine di dicembre 2018. Dopodiché verranno invitate 4-5 aziende leader del settore delle teleferiche a presentare le loro offerte. Gli appalti verranno attribuiti nella primavera 2019; in seguito ci saranno da approvare i piani di realizzazione. Durante questo lasso di tempo le due attuali funivie continueranno ad assicurare il loro servizio all’utenza. Sarà solo durante il passaggio dai vecchi ai nuovi impianti che occorrerà mettere in conto qualche, inevitabile, disagio. Dal marzo 2021, comunque, tutti potranno salire sulle nuove cabine. Per quanto concerne la gestione futura, l’idea che si fa largo è quella di costituire un ente autonomo comunale con due mandati di prestazione relativi ai due impianti.

 

Cabine spaziose e moderne, con stazioni più accoglienti le principali novità 

Dall’analisi fornita da Reto Canale, le due strutture attuali presentano alcuni punti deboli che andranno corretti. Nel caso della Intragna-Pila-Costa, la portata delle cabine (4 persone) è inadeguata, come lo è la possibilità di portata delle merci; manca una modalità di funzionamento in automatico 24/24 (sicurezza); l’accesso alla stazione intermedia è scomodo per le persone con difficoltà motorie e per il trasporto di bagagli o merci. Il tracciato futuro ricalcherà, invece, l’attuale, ottimamente inserito nell’ambiente.

La Verdasio-Rasa presenta, oltre al problema delle cabine troppo piccole e scomode, quello delle stazioni di partenza e arrivo. Fuori mano per l’utenza che arriva via strada, la fermata a valle dovrebbe essere “rialzata” di una quindicina di metri e portata a livello della cantonale, con tanto di posteggi. A monte, invece, per le stesse ragioni si dovrà valutare un arretramento dello stabile in modo da “avvicinarlo” al nucleo. Nuovi tralicci, nuovo impianto di sicurezza, cabine climatizzate (e capaci di 1000 kg di carico) costituiranno la svolta.

Tutti questi cambiamenti allo studio, ovviamente, generano costi. Secondo i due esperti, tuttavia, per garantire una gestione sana non sarà necessario intervenire sul tariffario attuale. Almeno per i residenti. Un aspetto, quest’ultimo, discusso in sala al termine della presentazione. C’è chi, tra il pubblico, ha suggerito di non investire tutti gli 11,7 milioni del Cantone per la costruzione ma di accantonarne una fetta come “riserva”. Altri hanno avanzato dubbi sulla massa critica (turisti) necessaria per non generare deficit; non sono mancate le censure alla convenzione Comune-Fart-Cantone (quest’ultimo, come noto, non coprirà più i disavanzi). Decisivi saranno perciò i contenuti del business plan. Reto Canale si è comunque detto fiducioso. Non saranno costruite cattedrali nel deserto e l’incremento della portata delle cabine previsto non farà che accrescere l’interesse per queste due offerte turistiche centovalline senza, tuttavia, incidere sui costi di manutenzione. A questo punto non resta dunque che attendere il documento contabile e la presentazione di un progetto definitivo per poi valutare il tutto con cognizione di causa.