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La sindaca di San Vittore Nicoletta Noi-Togni lascia la carica

L'84enne non si ripresenta per la legislatura 2025-2028. ‘Ho sempre svolto l'incarico con l’obiettivo di generare benefici per la popolazione’

‘Desidero proseguire gli studi e questo richiederà lunghi periodi di assenza’
(Ti-Press)
30 ottobre 2024
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Nicoletta Noi-Togni lascia il Municipio di San Vittore dopo otto anni in qualità di sindaca. L’84enne ha infatti deciso di non ricandidarsi per la legislatura 2025-2028, in particolare perché «desidero essere libera per proseguire gli studi e questo richiederà lunghi periodi di assenza» dal Comune mesolcinese, afferma a ‘laRegione’. Assenza che «renderà di fatto impossibile svolgere l’incarico che per due legislature ho portato avanti con passione e sempre con l’obiettivo di generare benefici per la popolazione».

Giunti solo tre nomi per 5 posti nell’Esecutivo

Al momento non è ancora noto chi prenderà il suo posto, anche perché entro il termine per inoltrare le liste (ovvero lunedì scorso), per il Municipio ne è arrivata solo una con tre nomi. Si tratta degli uscenti Elena Pizzetti Canato (vicesindaca) e Paolo Paganetti, così come di Manrico Duzzi, già municipale in passato. Non si ripresenta dunque nemmeno Tessa Rosa Castorina (il quinto posto è al momento vacante). I tre candidati sono dunque formalmente eletti, ma all’appello mancano due nomi. Di conseguenza il Comune inviterà nuovamente i cittadini a proporre altri candidati, pure per le cariche di supplente municipale (2), di membri della Commissione della gestione (3) e un supplente, così come di membri del Consiglio scolastico (4) e due supplenti. Le liste dovranno giungere in cancelleria entro il 18 novembre. Un’eventuale elezione (anche del sindaco) avrà poi luogo l’8 dicembre, ma solo per i posti mancanti. Se le candidature rispecchieranno invece i posti a disposizione, le elezioni saranno considerate tacite.

Ma torniamo a Noi-Togni, che alla politica ha dedicato in sostanza quasi tutta la sua vita avendo anche passato 29 anni in Gran Consiglio a Coira, sei dei quali in qualità pure di sindaca, ovvero con una doppia carica. «È sicuramente stata una scuola di vita, durante la quale ho imparato molto; un’esperienza bellissima», dice, ritenendo in particolare la doppia carica «molto utile, visto che permette di conoscere, e quindi rappresentare al meglio il territorio». Esperienza che, come accade spesso, è stata condizionata da alti e bassi. Partendo dai rimpianti, «mi dispiace non essere più sindaca quando sarà inaugurata la nuova scuola comunale» che dovrebbe essere pronta nel 2025. Un progetto – promosso durante il suo sindacato – di 7,1 milioni che è stato approvato nell’autunno del 2022 in votazione popolare. Un progetto del quale Noi-Togni è quindi «molto orgogliosa, così come della ristrutturazione dell’ex stazione, ora adibita a cancelleria, ufficio tecnico e agenzia postale; del fatto di aver mantenuto il servizio postale e di aver abbassato il moltiplicatore d’imposta dal 90 al 75%». Tutti progetti, ribadisce la sindaca uscente, portati a termine «non per scopi personali ma per migliorare la qualità di vita della popolazione».

In quest’ottica una battaglia portata avanti da Noi-Togni riguarda l’ampliamento della zona industriale includendo anche l’ex aerodromo militare. Ampliamento al quale si è sempre opposta e che ora teme possa tornare alla ribalta: «Non credo che sia questo lo sviluppo adatto a questo sedime, anche perché nella zona industriale vi è ancora spazio per ulteriori ditte», sottolinea. «Uno sviluppo è auspicabile, ma l’indirizzo dovrebbe essere quello di valorizzare questo terreno per altre attività che non siano industriali, come ad esempio il turismo, lo svago o attività economiche innovative».

Aggregazione? ‘Da contraria a possibilista’

Vi sono però anche progetti che sono stati caratterizzati da parecchie difficoltà, incomprensioni, anche all’interno dello stesso Municipio, così come animate discussioni in un’assemblea comunale a volte ‘infuocata’. Uno dei progetti che ha riscontrato difficoltà è ad esempio quello relativo agli spogliatoi accanto alla pista di ghiaccio che sono stati posizionati per errore sotto la linea dell’alta tensione. In seguito, dopo un ‘risarcimento’ di 300mila franchi ottenuto dai responsabili del danno, sono stati realizzati in un posto adatto. Difficoltà che spesso caratterizzano Comuni di piccole dimensioni, poco professionalizzati. Se a questo si aggiungono le difficoltà nel trovare candidati per le cariche istituzionali, un’aggregazione con altri Comuni non potrebbe portare benefici? «Premetto che inizialmente sono sempre stata contraria a una fusione: ritengo che generi una perdita di identità e che svaluti il legame con il territorio», rileva Noi-Togni. Tuttavia, a seguito dell’esperienza accumulata in questi anni, ora sono un po’ più possibilista: non escludo che per il futuro possa essere una strada giusta da percorrere, sempre nell’ottica di fare il meglio per la popolazione». In altre parole un Comune più grande, con maggiore forza contrattuale ed economica potrebbe forse portare a termine progetti più facilmente. «Quello che mi frena, e che temo, è che con una fusione si vada effettivamente verso un ampliamento della zona industriale sul sedime dell’ex aerodromo, vanificando così tutte le forze che ho investito in questa battaglia».

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