San Vittore: intervista alla sindaca Nicoletta Noi-Togni da mesi sotto il fuoco nemico. Analisi degli ultimi 5 anni fra colpi di scena e duri contrasti
San Vittore litigarello, mai come durante i primi nove mesi della nuova legislatura iniziata lo scorso gennaio. Fra rinunce, dimissioni, ricorsi e accuse incrociate, sulla graticola c’è la sindaca Nicoletta Noi-Togni che tiene le redini del Comune basso mesolcinese da cinque anni. Nell’intervista odierna la sollecitiamo sui temi sensibili recenti e futuri, dal progetto di nuova scuola comunale all’aggregazione comunale.
Partiamo dalla fine, dal 70% di sì alla ciclopista intercomunale col quale il 26 settembre la popolazione di San Vittore ha sostenuto la linea municipale nonostante la controinformazione critica inviata a tutti i fuochi dai suoi detrattori. Esame superato, ma la strada sembra ancora lunga e in salita. Cambierà qualcosa?
Per me e per il Municipio è stata una gran bella giornata. Provo grande soddisfazione, e sono anche molto sorpresa, per come la nostra gente ha interpretato l’esercizio svolto con le autorità di Grono e Roveredo. Sorpresa positivamente considerando anche che l’Assemblea comunale a fine agosto dopo due ore di discussione aveva votato il credito con una maggioranza risicata di 37 a 27. Significativo lo scollamento fra Assemblea e cittadini votanti.
Questo significa che non importa quale sia il tema, basta dar contro a lei e al Municipio?
Probabilmente, vista anche la partecipazione al voto del 70%, il tema ciclopista ha suscitato molto interesse fra la gente, perché il percorso andrà a favore di un’ampia fetta di popolazione. Vero è che da quando sono sindaca, ossia dal gennaio 2017, in Assemblea si presentano schierati ex sindaci ed ex municipali. Hanno certamente il diritto d’interpellare, criticare e sollevare dubbi, ma non di tormentare né di processare come vien fatto durante le Assemblee che sono state ben cinque quest’anno. A ogni modo da quando guido il Comune le Assemblee sono tornate ad essere affollate, alcuni ex sindaci che prima non andavano d’accordo oggi sono compari e un ex sindaco sepoltosi in casa è tornato sulla scena. Devo davvero avere grandi poteri (ride: ndr) se riempio le sale, resuscito i morti e posso candidarmi al Nobel per la pace!
Non si rimprovera nulla?
Mi rimprovero eccome: in un paio di opere comunali, nelle quali qualcuno ha approfittato della nostra buona fede, riconosco di aver poi dovuto correggere il tiro a seguito di valutazioni iniziali poco attente anche da parte mia. Tuttavia l’acredine nei miei confronti ha altre origini. Oltre al fatto di essere donna e di appartenere a una famiglia poco gradita da certuni in passato, a pesare è stata certamente la mossa a sorpresa con cui nel settembre 2017 ho dato la possibilità ai nostri concittadini di andare contro il volere cantonale bocciando in Assemblea con 114 contrari, 16 favorevoli e 8 astenuti il raddoppio della nostra già importante area industriale invadendo il polmone verde dell’ex aerodromo. Tra i favorevoli c’erano appunto loro, gli ex sindaci ed ex municipali (non tutti), desiderosi di vedere migliorare le finanze comunali grazie a nuovi introiti fiscali. I quali erano già allora consistenti, tanto che l’anno successivo a fronte di utili superiori al milione di franchi abbiamo abbassato, nel rispetto della Costituzione, il moltiplicatore di 15 punti passando dal 90 al 75%, che è rimasto invariato fino ad oggi. Ora il Comune ha una liquidità di circa 4 milioni e nessun debito ipotecario, ciò che gli consente di affrontare la realizzazione della nuova scuola comunale da oltre 6 milioni con un certo agio, sebbene non sia da escludere un lieve riadeguamento del moltiplicatore verso l’alto. Non dimenticando che il costo della scuola comprenderà anche quello dei 250 posti di Protezione civile da anni reclamati dalla Confederazione a San Vittore e che verranno dalla stessa ampiamente sovvenzionati. Si chiede qualcuno dove metteremmo le persone in caso di catastrofe altrimenti? Io me lo chiedo.
Ha accennato al fatto di essere donna. Ritiene davvero, nel 2021, che sia un punto a vostro sfavore?
Non vorrei sbagliarmi nell’affermare che l’atteggiamento nei nostri confronti sia una vendetta per aver candidato nel 2016 una lista di tre donne poi eletta contro ogni pronostico. Ci eravamo proposte per evidenziare semplicemente che anche la componente femminile può avere un ruolo nella gestione della cosa pubblica. Il risultato oggettivo dopo la prima legislatura e dopo quasi un anno della seconda è comunque positivo, abbiamo lavorato con entusiasmo e passione e realizzato diversi progetti, cercando di rinsaldare lo spirito di comunità con un approccio diverso, rivolto allo scambio con la popolazione, e con iniziative che vanno al di là dei compiti classici di un esecutivo. Perlomeno queste erano le intenzioni che ho condiviso con le mie colleghe e con altri membri di Municipio. Poi vi sono state la pandemia che ha frenato tutto e l’ostilità di persone coalizzatesi per distruggere anziché costruire. Posso citare lettere anonime, dileggio e insulti di ogni tipo sui social media, messaggi che inviavo alle persone durante il lockdown per far loro coraggio e rispeditimi indietro con brutte parole. Tutto ciò mi ha fatto molto, molto male.
In cinque anni cosa avete concretizzato?
È stata ristrutturata l’ex stazione ferroviaria che stava cadendo a pezzi e invece oggi è ad uso pubblico. È stata pulita e sistemata l’area della torre medievale di Pala. Sono stati istituiti i mercatini. È stata ritirata l’agenzia postale (la Posta avrebbe chiuso) e abbinata alla Cancelleria comunale offrendo così un servizio molto apprezzato dalla popolazione e privo di barriere architettoniche. È stata migliorata l’informazione con un giornalino riassuntivo di fine anno. Sono state riparate alcune strade, seppure con costi lievemente aumentati in fase d’opera. L’errore più grave è stato commesso nella realizzazione dello spogliatoio alla pista di ghiaccio: errore non commesso dal Municipio ma derivante dal progetto di Ustra che indicava il suo inserimento sotto la linea dell’alta tensione. Malgrado il risarcimento di 300’000 franchi ottenuto dal Municipio, questo errore ci sta ancora sempre complicando la vita. Abbiamo poi fatto la revisione totale dello Statuto comunale, cosa che ci permette ora di portare certi oggetti alle urne con maggiori possibilità di vittoria. E possiamo presentare il progetto per la nuova scuola, che è indispensabile.
Ma in cinque anni - fra chi si è dimesso stradafacendo e chi non si è ricandidato a fine legislatura - a San Vittore sono anche cambiati otto municipali. Sembra innegabile l’esistenza di un problema.
Le motivazioni portate sono differenti. In taluni casi abbiamo visto valide persone - messesi a disposizione di un organo esecutivo di milizia - gettare la spugna ritenendo eccessiva la pressione. Non tutti infatti sono disposti, sottraendo tempo ed energie a professione e famiglia, a subire a lungo e in continuazione critiche pesanti, ingiustificate e demolitrici come quelle purtroppo espresse sia da alcune parti dell’Assemblea comunale, sia dalla Commissione della Gestione, sia da qualche collega di Municipio. Non parliamo poi dei social media. Ci sono però anche state dimissioni per motivi di lavoro almeno da parte di tre municipali. Che qualcuno poi non si ricandidi dopo appena una legislatura, non succede certo solo a San Vittore.
Critiche che la investono direttamente: ha mai pensato di lasciare anzitempo la carica?
Non ho mai mancato a una parola data. Odio farlo. Ho preso un impegno con cittadine e cittadini e lo porto a termine. Non sono una persona fragile e se non sarà per forza maggiore resisterò per terminare quanto iniziato, specialmente adesso che il tempo si mette al bello. Infatti il Municipio è ora composto da belle persone e soprattutto valide nelle loro capacità. Di carattere e con personalità. Ed è proprio di questa settimana la decisione del Tribunale amministrativo dei Grigioni che ha respinto il ricorso di Flavio Raveglia contro il Comune per l’elezione di Elena Pizzetti Canato. La notizia mi dà forza e lotterò con le unghie e con i denti per non lasciar distruggere questo Municipio.
L’ultima partenza è proprio quella di Flavio Raveglia, che tuttavia motiverà le dimissioni davanti alla prossima Assemblea spiegando di aver subìto nei primi nove mesi di legislatura un totale isolamento in seno all’Esecutivo.
Su sua insistenza, durata cinque mesi, lo scorso novembre lo abbiamo accolto nella nostra lista civica formata da tre donne; quindi, sempre su sua richiesta, gli abbiamo affidato la carica di vicesindaco e il Dicastero finanze che lui desiderava. Da subito però certe dinamiche interne hanno rovinato il clima, finendo per coinvolgere anche il personale di cancelleria con la perdita di una preziosa segretaria. Non dimentichiamo che certe scene di violenza hanno portato alla dimissione di ben due municipali. Si sono poi formate intorno a lui alleanze dannose sia all’interno che all’esterno. Con l’arrivo a giugno dei due nuovi municipali, lui stesso si è isolato e ha peraltro ricorso al Tram contro una delle due nomine, venendo infine sconfessato dai giudici.
Uno dei nodi ancora da sciogliere, e nel mirino di molte critiche, è il progetto di nuova scuola comunale. La Commissione della Gestione ha poca fiducia nel Municipio. Perché?
Verso la fine della passata legislatura abbiamo concluso la fase di concorso sfociata nella scelta del progetto ‘Lab21’ dell’architetto Franco Moro. Poi in maggio abbiamo chiesto e ottenuto dall’Assemblea comunale il credito di 400mila franchi per la progettazione definitiva; ma in questa fase la Commissione della Gestione si è messa di traverso non solo opponendosi al credito ma anche chiedendo di costituire una commissione ad hoc che si sostituisse de facto al Municipio nelle decisioni esecutive. L’Assemblea ha per contro seguito a maggioranza la linea municipale e il presidente ha interposto ricorso al Tribunale amministrativo bloccando per parecchi mesi l’iter. So bene che l’obiettivo di certi è la mia scomparsa. Ma come detto, non mollerò fino a quando avrò la certezza che la procedura avanzerà concretamente verso la realizzazione della scuola. Ribadisco: l’esito delle urne favorevole al progetto ciclopista conferma che il Municipio è sulla giusta strada e che la popolazione lo sostiene. A questo punto chiediamo di poter lavorare in pace. Senza persecuzione, dato che questa è passibile di pena.
Ogni sindaco dovrebbe però sapere che la strada non è mai in discesa. Si era fatta delle illusioni?
Sì, è probabile, dato che di principio ho fiducia nelle persone. Mi sono anche fidata della comprensione e del rispetto - perlomeno per l’impegno che da cinque anni sto mettendo - della nuova Commissione della Gestione. Ci rimprovera di aver commesso errori nel gestire determinati dossier durante la passata legislatura della quale sono l’unica superstite e quindi giunge tutto sulla mia testa. Temi, fra preventivi e consuntivi, avallati tuttavia dall’Assemblea comunale e verificati dalla società di revisione che non ha constatato scorrettezze. Di fronte a certe recenti insistenze e pubbliche accuse ho quindi sollecitato l’Ufficio cantonale dei Comuni affinché avviasse un esame del nostro lavoro anche nel campo legislativo (un’accusa mossaci è il raggiro della legge). Ero anche disposta a pagarlo io stessa, ma mi è stato risposto che non vi sono i presupposti critici per eseguirlo. Non da ultimo, in estate un ex sindaco ha pure chiesto a Coira di commissariare il Municipio, come fatto a Roveredo; ma pure a lui il Cantone ha risposto che la situazione non presenta le asserite criticità che lo giustificherebbero. Anzi, la situazione finanziaria di San Vittore è talmente sana da sgomberare da sola il campo da ogni dubbio. L’unica osservazione fatta da Coira riguarda la necessità di prestare la dovuta attenzione ai previsti investimenti milionari: abbiamo oggi in Municipio adeguate competenze personali e professionali per riuscirci. E infatti la progettazione della scuola richiede al momento una spesa di almeno 80’000 franchi inferiore ai 400mila deliberati, inoltre il saldo della ristrutturazione dell’ex stazione si ferma sotto ai 790mila preventivati e concessici dall’Assemblea, senza contare i sussidi cantonali pari a 78’480 franchi. Per un oggetto prezioso che ci viene invidiato.
Intervistato il 29 settembre dalla ‘Regione’, il sindaco di Grono Samuele Censi ritiene le fusioni inevitabili a medio-lungo termine. Al di là dei progetti intercomunali, quali per esempio la ciclopista e il centro sportivo diffuso, non è ora di ragionare in termini aggregativi?
Nel breve termine ritengo che occorra assolutamente rafforzare le collaborazioni sul piano regionale. Non tengo soltanto alla popolazione di San Vittore, ma anche a quella del Circolo di Roveredo che mi ha eletta in Gran Consiglio e di tutta la valle. Ragionando invece in termini aggregativi, mi piacerebbe che non si mirasse a San Vittore per la sua zona industriale. Anche perché abbiamo sì una zona produttiva, ma il suo apporto fiscale non è ultramilionario e si attesta oggi sui 700mila franchi annui. In un ipotetico progetto aggregativo vorrei che Coira e i Comuni di valle evitassero di mirare a raddoppiare la nostra area artigianale e industriale occupando l’intero ex campo d’aviazione. Ne andrebbe della nostra qualità di vita, sia nell’aria che respiriamo sia nel territorio che viviamo. Qualità che dev’essere identica a Grono, Lostallo e Roveredo come anche a San Vittore, in linea con l’idea di un comunità coesa che va oltre ai singoli interessi. Se dunque i benefici vanno certamente condivisi, lo stesso deve valere anche per gli oneri. Non mi va assolutamente che si ragioni in termini di ‘bassa valle industriale’, ‘centro valle istituzionale’ e ‘alta valle turistica’. Dobbiamo lottare contro l’egoismo e l’esclusivismo, riservando qualcosa un po’ a tutti. Le risorse ci sono.